Eccellenze

Una mostra fotografica a Ragusa per celebrare Giuseppe Leone

Un anno fa moriva il Maestro della fotografia Giuseppe Leone, autore di scatti indimenticabili e di libri pubblicati con i più grandi scrittori, da Sciascia, a Bufalino, a Consolo. A Ragusa il 12 aprile è stata inaugurata una mostra postuma del fotografo, dedicata al viaggio in Campania e in Sicilia.

Una mostra fotografica a Ragusa per celebrare uno dei fotografi più importanti del panorama italiano che è morto un anno fa, che ha iniziato da giovanissimo e che ci ha lasciato un immenso e preziosissimo archivio fotografico. Giuseppe Leone, ragusano, nato a dicembre 1936 e morto nell’aprile del 2024, giorno 17. E proprio alcuni giorni prima del suo primo anniversario è stata inaugurata una mostra fotografica promossa da “Grand Tour – Sicilia Campania”, con gli scatti del Maestro e la curatela di Emanuela Alfano e Federica Siciliano, sue storiche assistenti, coadiuvate da Clorinda Arezzo, alla presenza dei due figli Luca e Nicola, delle autorità e della stampa. Quale migliore modo per ricordarlo, ideato dagli Organizzatori del Premio nazionale “Penisola Sorrentina”®, che celebra la prestigiosa edizione del trentennale.

La mostra, allestita presso l’Auditorium San Vincenzo Ferreri di Ragusa Ibla, racconta l’ultimo reportage che Leone realizzò in vita, pensando ad un progetto ispirato al Grand Tour e dedicato al viaggio attraverso l’antico Regno delle due Sicilie. Le foto di Leone connesse alla sicilitudine appartengono, ormai, alla storia della fotografia e dell’immaginario culturale, segnano come una pietra miliare i luoghi, le genti, l’Etna, il folklore e tutto ciò che di Siciliano compiva il suo attento ed esperto occhio. 

Successivamente queste foto saranno esposte in una mostra nella regione “consorella”, che Leone visitò per ben tre volte. Nel 2019 e nel 2021 il fotografo arrivò in Campania, dietro l’invito dell’omonimo Peppe Leone, artista sannita e docente all’Accademia di Belle Arti di Napoli, per una residenza artistica da cui nacquero le opere fotografiche, esposte per la prima volta nel 2022 presso l’Archivio storico della Fondazione del Banco di Napoli.

La mostra allestita a Ragusa ha quel quid che fa la differenza perché farà “viaggiare” il visitatore con videoinstallazioni, dispositivi interattivi ed esperienze immersive, oltre a brani letterari, contributi di amici intellettuali come Diego Mormorio, Salvatore Silvano Nigro, Maria Attanasio.

“Leone ha sondato la Sicilia da un capo all’altro, svelandone misteri e bellezze ed ogni suo click si è impresso, superando e rendendo eterno l’attimo fuggevole”, così riporta Emanuela Alfano. “Il carosello delle foto in bianco e nero di Leone dedicate alla Sicilia ci propone di viaggiare tra gli amati paesaggi e le fascinose architetture di Ragusa, Palermo, Agrigento e l’Etna”.

L’itinerario campano, invece, ci apre davanti agli occhi le immagini suggestive di Napoli, con la sua magnificenza sempre alle soglie della vita, di Sorrento, dei templi di Paestum, Pompei, il Sannio beneventano, il Vallo del Diano, ai confini con la Basilicata, parte della regione storica della Lucania, fino anche all’isola vulcanica di Procida dove Elsa Morante (come non ricordare qui le radici siciliane della scrittrice di cui ricorre, quest’anno, il quarantesimo anniversario della morte) ambientò il suo romanzo forse più noto, L’Isola di Arturo.                           

A chi si chiederà se sia possibile delineare i contorni di questo viaggio di Leone tra Campania e Sicilia trovando alcuni punti di contatto non solo storici e culturali, gli Organizzatori suggeriscono – senza nessuna pretesa scientifica, solo attraverso un’intuizione- almeno cinque diagrammi tematici, che sorreggono il flusso delle immagini in mostra. La terra vulcanica che si spinge verso l’alto, sublimando la materia in respiro, la pesantezza in spiritualità. Il mare che segna un moto perpetuo, incessante, simbolo del nostro vagabondare. Le architetture che fermano e portano il messaggio delle diversità e dei periodi storici che nel tempo si sono succeduti e sedimentati. Il bianco e nero che come un grembo materno custodisce la vita prenatale del colore, in sinestesia alle voci, ai suoni, agli odori, ai sapori. La luce che scrive il vuoto, a indicarci la capacità del fotografo di essere corsaro delle immagini e delle bellezze nascoste. L’intento della mostra mira a delineare le fonti più spontanee dei propositi espressivi e di una cultura identitaria e comunitaria. Le foto di Giuseppe Leone, sottolinea il sindaco di Ragusa Peppe Cassì, “sono testimonianza collettiva e intima curiosità, poesia e documentarismo, denuncia e ironia, sarcasmo quando serve e struggente malinconia”.

In queste opere fotografiche Leone con le sue immagini fa prendere forma a una mappa immaginaria alla scoperta di un Sud e di un Mediterraneo invisibili, che in qualche modo assomigliano a noi stessi.

L’iniziativa è realizzata dall’Ente del Terzo Settore Il Simposio delle Muse con il patrocinio e la collaborazione tecnica del Comune di Ragusa all’interno del progetto: “Promenade Méditerranéenne”, ideato da Mario Esposito e sostenuto dal programma “Strategia Fotografia” del Ministero della Cultura.

La mostra resterà aperta fino al 30 aprile.

GIUSEPPE LEONE

Il Grand Tour – Sicilia Campania

Auditorium San Vincenzo Ferreri – Ragusa

dal 12 al 30 aprile 2025

dalle ore 10.00 alle ore 20.00

L’esposizione sarà in connessione con la permanente fotografica al Museo della città di Palazzo Zacco

dalle ore 10.00 alle ore 13.30 e dalle ore 15.30 alle ore 18.00 (dal martedì al sabato)

dalle ore 10.00 alle ore 13.30 (la domenica).

GIUSEPPE LEONE  Biografia

Giuseppe Leone è nato a Ragusa ove ha vissuto e lavorato fino al 2024. Di lui ha scritto Salvatore Silvano Nigro:  “Leone è un narratore della Sicilia, dei suoi monumenti, delle sue feste, dei costumi e della vita tutta, per immagini fotografiche. Come da viaggiatore incantato, forse l’ultimo in giro per l’Isola. Un narratore che si è accompagnato a Sciascia, a Bufalino e a Consolo e ha rivelato alla letteratura, la Sicilia più vera, quella degli uomini come quella della pietra vissuta e del paesaggio”

I suoi lavori si sono sviluppati a 360°, pubblicazioni sul paesaggio, architettura, feste popolari, antropologia, moda, lavorando per riviste Nazionali e Internazionali sia a colori sia con il prediletto bianconero. Ha esordito illustrando il volume di Antonino Uccello La civiltà del legno in Sicilia (Cavallotto, 1973). Da allora le sue fotografie hanno arricchito numerosi libri, cataloghi e riviste di editori italiani e stranieri. Tra le pubblicazioni più note: La Pietra vissuta con testi di Mario Giorgianni e Rosario Assunto (Sellerio, 1978); La Contea di Modica con testo di Leonardo Sciascia (Electa, 1983); L’Isola nuda con testo di Gesualdo Bufalino (Bompiani, 1988); Il Barocco in Sicilia con testo di Vincenzo Consolo (Bompiani, 1991); Sicilia Teatro del mondo con testo di Vincenzo Consolo e Cesare De Seta (Nuova Eri, 1990); L’isola dei Siciliani con testo di Diego Mormorio (Peliti associati, 1995); Immaginario barocco con testi di Salvatore Silvano Nigro e André Chastel (Kalós, 2006); Un viaggio lungo mezzo secolo con testo di Antonino Buttitta (Kalós, 2008) Sicilia, L’isola del pensiero (Edizione Postcart 2015); Storia di un’amicizia (Edizione Postcart 2015), Sicilia un paese in posa (Plumelia Edizioni 2018), Viaggio in Campania (Pumelia Edizioni 2021), Pausa Pranzo (Plumelia Edizioni, 2022), Iblei. Qui è un’altra Sicilia (Plumelia Edizioni, 2023). Ha esposto con numerose mostre personali in Italia e all’estero.

Giuseppe Leone

Ecco quanto dichiarò il Maestro Giuseppe Leone, in occasione dell’invito ricevuto dall’Organizzazione per svolgere una residenza artistica in Campania: “Ho sempre ritenuto che gli incontri nel corso del cammino non siano mai casuali. Anni fa ho avuto modo di incontrare due grandi persone, che per un caso strano gioco del destino avevano il mio stesso nome. A distanza di anni uno dei due Peppe Leone, artista da Buonalbergo, mi ha contattato per realizzare una collaborazione artistica, una residenza d’artista, a Sorrento. Una grande gioia per me avere la possibilità di lavorare fianco a fianco con Peppe Leone, uomo e artista di grande spessore, e con Mario Esposito, giovane intellettuale sensibile e colto, che con grande piacere avrò modo di conoscere. È un tuffo nel passato, una rievocazione e un ritrovamento di un momento quasi dimenticato, il tutto tramite grazie all’edizione straordinaria quale è il premio Penisola Sorrentina Arturo Esposito”.

L’intervento delle curatrici della mostra, Emanuela Alfano e Federica Siciliano

Giuseppe Leone ha narrato la sua terra instancabilmente, ne ha catturato le contraddizioni e i suoi attimi sublimi coniugando con grande maestria lo spirito poetico con il senso critico. Ha sondato la Sicilia da un capo all’altro, ha svelato i misteri e le bellezze nascoste di una terra ricca di incantamenti, ogni suo “click” si è impresso superando e rendendo eterno l’attimo fuggevole. Parlare di Giuseppe Leone significa parlare del suo approccio fotografico poliedrico, delle mille Sicilie che si rivelavano ai suoi occhi incantandolo e incantandoci per più di mezzo secolo. Le sue fotografie diventano testimonianza viva e sempre presente, ed è attraverso la loro analisi che scopriamo la realtà specifica del mondo circostante, che ha costituito l’universo di Giuseppe Leone, il quale affida le proprie visioni, le proprie impressioni, ai suoi scatti, tappe fondamentali del suo percorso creativo. Dal paesaggio, alle feste religiose, alla gente ha sondato l’intera Sicilia e non solo la Sicilia. Giuseppe Leone era un viaggiatore romantico al pari dei grandi viaggiatori del passato. Le poetiche visioni di Goethe o di Houel hanno incantato la visione del fotografo siciliano, il quale ripercorrendo un viaggio che unisce la Sicilia e la Campania, figlie della stessa radice culturale, sorelle nella storia del Regno delle due Sicilie, ci ha ammaliati con un racconto di visioni moderne intrecciate alla storia. Il suo diventa un invito al viaggio, alla scoperta, alla sublime bellezza. È la bellezza degli aspetti più insoliti che rendono unici e irripetibili i momenti, che raccontano di uomini e di luoghi, di memoria collettiva storica e contemporanea. Ci raccontano del tempo senza tempo come dice il maestro stesso “la fotografia ha una sua forza. La sua forza è quella di essere senza tempo”. Questa mostra nasce come omaggio a Giuseppe Leone, ad un grande pilastro della cultura siciliana, ma è anche al contempo un invito a riscoprire le radici e i luoghi che ci appartengono. Ogni scatto della mostra è frutto di una selezione accurata che narra, attraverso una sintesi rigorosa di bianco e nero, gli aspetti salienti della Sicilia e della Campania, creando un dialogo ideale di richiami tra una fotografia e l’altra. Giuseppe Leone avrebbe voluto portare nella sua terra, Ragusa, la sua esperienza “fantastica” e immersiva della Campania, insieme al Dott. Mario Esposito siamo riusciti a realizzare il suo sogno. Grazie alla Fondazione Bufalino e alla collezione del Museo della città di Palazzo Zacco abbiamo uno scorcio delle “cento sicilie” di Leone. Ancora una volta attraverso i suoi scatti Giuseppe Leone ci coinvolge e seduce, in una frazione di secondi il tempo si pietrifica in un eterno istante.

L’intervento del Project Manager Mario Esposito e del coordinatore scientifico Peppe Leone

La originalità di questo progetto fotografico è risieduta nella ricerca della “bellezza nascosta”, non percepibile ai più, custode di quelle tracce, composte e decomposte, che suggeriscono la presenza dell’uomo e dell’artista nel definire contorni e centro di un itinerario di civiltà e di sviluppo. Non si tratta più, dunque, di un’osservazione passiva del paesaggio alla maniera di Goethe, ma di una “promenade” che nel suo compiersi modifica o addirittura finisce per creare il paesaggio. Un paesaggio della Campania non solo marino o metropolitano, ma anche agricolo. Sorrento, Pompei, Paestum, Napoli, Benevento incontrano oggi la bellezza della Sicilia, di cui il celebre fotografo di Ragusa è stato da sempre cantore per immagini, ivi compresa quelle di una realtà rurale ed isolana che spesso fu tra gli elementi oggetto della “questione siciliana”. Tra Procida, la celebre “isola di Arturo”, ed il mare dei pescatori siciliani si snoda poi idealmente il ricordo del film di Massimo Troisi, che segnò tra le due terre un ulteriore, suggestivo e poetico punto di contatto. La passione civile è il cuore del progetto e della sua realizzazione, all’interno di una programmazione sostenuta dall’azione “Strategia Fotografia” promossa dalla Direzione generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Risulta ben evidente il proposito di ricordare attraverso un evento di respiro nazionale il maestro Giuseppe Leone, nel primo anniversario dalla morte, e testimoniare come la sua fotografia abbia creduto e creda sempre nella vita. Questo percorso espositivo sospeso tra due regioni del sud, che Leone avvertiva “consorelle”, va letto come un viaggio di andata e di ritorno e come documento di uno spirito generoso, quello del Mediterraneo, che fa sentire le proprie pulsazioni e dà il senso alla nostra ricerca.

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