Cultura

Lo Stabile di Catania celebra Giuseppe Fava con la mostra “Sono un uomo di Teatro”

È tutto pronto l’inaugurazione mostra dedicata a Giuseppe Fava dal titolo “Sono un uomo di teatro”, organizzata dal Teatro Stabile di Catania.

Il vernissage è in programma mercoledì 16 aprile alle 19.30 al Ridotto della Sala Verga.  L’esposizione ha il patrocinio della Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana, è realizzata in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Fava ed è curata da Pierlorenzo Randazzo, dottorando in Musica e Spettacolo alla Sapienza Università di Roma.

Questo evento è particolarmente significativo, perché quest’anno si celebra il centenario della nascita del drammaturgo, scrittore e giornalista catanese barbaramente ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984 davanti il teatro etneo, nella via che oggi è a lui dedicata.

In particolare, la mostra evidenzia la stretta relazione che Giuseppe Fava ebbe con lo Stabile etneo: saranno esposti documenti originali che riguardano le produzioni Faviane del TSC, locandine, copioni, foto di scena, bozzetti, quadri e disegni, custoditi nell’Archivio di Giuseppe Fava e nell’Archivio dello Stabile.  Si ripercorrerà, dunque, attraverso immagini fotografiche, video interviste e pannelli didattici e divulgativi, l’intenso rapporto artistico che Fava ebbe con i registi e gli attori della Compagnia del Teatro Stabile guidata dal grande attore Turi Ferro, che è stato protagonista dei più importanti drammi Faviani.

La Presidente del TSC, Rita Gari Cinquegrana, dichiara: “Giuseppe Fava e il Teatro: un connubio strettissimo e, credo, ineluttabile. Giornalista e scrittore, il teatro è stato uno dei mezzi con cui Fava ha investigato, cercato di capire gli intrecci, le dinamiche complesse, le contraddizioni della, non sempre facile, realtà siciliana. Un potente strumento di denuncia contro mafia, corruzione, ingiustizie. Un teatro, il suo, che ha avuto come intento quello di commuovere, emozionare, divertire anche, ma soprattutto far riflettere. Convinta che non può esserci futuro, crescita civile, laddove i giovani non si facciano custodi consapevoli dei lasciti del passato, l’attuale governance del Teatro Stabile di Catania ha aderito con entusiasmo al progetto di una Mostra dedicata, nel centenario della nascita, a Fava drammaturgo, mettendo a disposizione gli spazi del Teatro Verga, la Sua casa artistica, dove per anni Fava collaborò con personaggi del calibro di Mario Giusti, Turi Ferro, Mariella Lo Giudice, Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina e tanti altri attori e registi del nostro Teatro, e i preziosi materiali dell’archivio storico del TSC.  Un lavoro paziente per riannodare i fili della memoria e ritrovare, nelle testimonianze della vita del Teatro, il fulcro, il nucleo fondamentale di Fava drammaturgo: l’apparente ossimoro per cui il Teatro, luogo in cui per definizione si finge, in realtà è il solo in cui si possa trovare la Verità”. 

Il Direttore del TSC, Graziano Piazza, sottolinea: “Desidero rendere un omaggio sentito a questa figura di spicco, che ha avuto un impatto significativo su Catania e oltre. È stato un giornalista coraggioso e un autentico uomo di Teatro, il cui straordinario contributo, attraverso i suoi testi, ha arricchito enormemente la nostra Istituzione Stabile. Con questa Mostra, intendiamo testimoniare e celebrare il suo eccezionale operato.”

Claudio Fava commenta così questa significativa iniziativa culturale dedicata al padre: “Quadri e disegni per Giuseppe Fava sono stati un altro strumento di racconto. Un racconto umano che andava al cuore e nell’anima delle persone, esattamente come il suo teatro. È sicuramente una bella iniziativa quella dello Stabile di Catania di ricordare Giuseppe Fava a 100 anni dalla sua nascita raccontando il modo in cui gli esseri umani, i loro volti, i loro sguardi, le miserie, le allegrie, di stupori non erano soltanto nelle sue parole, nella sua scrittura, ma anche in un tratto di penna con il quale ci ha lasciato questa straordinaria carrellata di volti e di uomini”.

Giuseppe Andreozzi, Responsabile dell’archivio di Giuseppe Fava, conclude così: “Anni fa, Riccardo Orioles preconizzava per Giuseppe Fava un ruolo preciso e chiaramente definito nell’ambito letterario della seconda metà del secolo breve. In gran parte ciò è avvenuto, ma non è avvenuto pienamente. Eppure dovrebbe essere del tutto riconosciuto il ruolo di Fava “oltre il giornalismo” come titolava la mostra alla Biblioteca Sormani di Milano (2019). C’è ancora chi non considera Fava oltre che nella sua pienezza giornalistica, anche nell’intensità del suo ruolo drammaturgico, di scrittore, sceneggiatore e, financo di pittore, che utilizza ogni mezzo espressivo per raccontare innanzitutto l’uomo, documentarne le peculiari caratteristiche e farne, molto spesso una denuncia. Un intellettuale a tutto tondo, insomma, forse il maggiore tra quelli della seconda metà del secolo scorso. Se questa visione di Giuseppe Fava, a cento anni dalla nascita, non esistesse ancora in alcuno vorrebbe dire che non si è letto Fava nella sua interezza, se lo si è letto non lo si è fatto con la dovuta attenzione e probabilmente non è stato compreso. Se non è stato compreso ogni ulteriore e serena analisi sarebbe pienamente motivata”.

La mostra sarà visitabile fino al 29 aprile (apertura il pomeriggio dal lunedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00, escluso i festivi. Ingresso gratuito).

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