L’autonomia differenziata, se approvata, aumenterà la disparità sanitaria tra Regioni. È quanto emerge dall’editoriale di The Lancet Regional Health Europe che solleva preoccupazioni circa la legge sull’autonomia differenziata, suggerendo che potrebbe ulteriormente frammentare la governance sanitaria in Italia, aumentando le disuguaglianze tra le regioni. La prestigiosa rivista sottolinea, infatti, la necessità per l’Italia di un sistema unificato di raccolta e condivisione dei dati sanitari a livello nazionale, al fine di garantire l’interoperabilità, la telemedicina e la digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale. L’analisi fa inoltre riferimento anche alle iniziative europee come il Data Governance Act, l’European Health Data Space e l’AI Act, atte migliorare la gestione dei dati sanitari e l’assistenza transfrontaliera.
In risalto anche il cambiamento demografico che l’Italia affronterà entro il 2050, con un invecchiamento della popolazione conseguente alla riduzione della natalità che metterà sotto pressione il Servizio Sanitario Nazionale. “Una delle principali debolezze del sistema sanitario in Italia- evidenzia l’editoriale- è la frammentata infrastruttura dei dati sanitari: non esiste un sistema unificato e centralizzato per la documentazione e la condivisione delle cartelle cliniche elettroniche (Ehr), dei dati ospedalieri e delle cartelle dei medici di base, con conseguenti difficoltà nell’interoperabilità tra le diverse regioni e strutture sanitarie”.
Filippo Anelli, presidente della Fnomceo,la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, commentando l’editoriale, sostiene che: ” l’unico rimedio per contrastare i rischi dell’autonomia differenziata è un ruolo più forte del Ministero della Salute, con politiche nazionali per uniformare la raccolta dei dati e ridurre le disuguaglianze”. La frammentazione delle infrastrutture elettroniche tra le regioni genera infatti inefficienze come la duplicazione di esami- fenomeno che incide annualmente per circa 3 miliardi sulla spesa sanitaria- per la difficoltà di condividere i dati tra ospedali e Asl, a discapito dei cittadini e della ricerca. “Da qui la richiesta di un’iniziativa politica forte a livello nazionale – conclude Anelli – che la Fnomceo chiede da tempo, per colmare le disuguaglianze. E la riforma sull’autonomia differenziata, come rileva lo stesso editoriale, non farà che peggiorare le cose, in assenza di questo correttivo”.