Campanella Sturzo: quando è la scuola a sfidare gli stereotipi di genere
Il 25 novembre 2024 – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – un importante evento si è svolto presso l’Istituto Comprensivo Campanella Sturzo, dimostrando che l’arma più potente contro la discriminazione è l’educazione. Il progetto “Arte. Di ogni genere” ha riunito studenti, docenti ed esperti per individuare e lavorare sulla destrutturazione degli stereotipi di genere radicati nella società e illuminare un percorso verso un futuro più inclusivo. Coordinato da un team dedicato di educatori, tra cui Cristina Cantarella, Anna Valentina Lizzio e altri, il progetto “Quello che le donne (non) dicono” è andato ben oltre un semplice esercizio accademico. Le professoresse Eleonora Guzzetta e Valeria Grasso hanno curato la realizzazione di graphic novel, mentre le professoresse Gabriella Lombardo e Palmina Russo hanno supervisionato la produzione del cortometraggio, creando anche due brani inediti con testi carichi di significato. Un piccolo stralcio dei loro lavori cita: “Sono solo parole ma sono importanti, a volte se ne dicono di più pesanti, altre volte intrappolate dentro restano, ecco quello che le donne non dicono”. Una dichiarazione diretta volta a rimodellare le percezioni sociali sui ruoli di genere e sulle relative aspettative. La professoressa Palmina Russo, parlando a nome dei docenti, ha articolato la profonda missione del progetto: “L’educazione è il nostro strumento più potente. Dobbiamo insegnare ai nostri giovani a decostruire gli stereotipi di genere che limitano le loro possibilità e creano un terreno fertile per la violenza.” Le riflessioni degli studenti sono state particolarmente incisive. Lara, una delle partecipanti, ha evidenziato con eloquenza come gli stereotipi di genere siano radicati nel nostro immaginario collettivo. Ha sottolineato come le donne siano spesso percepite unicamente come compassionevoli e materne, mentre gli uomini sono automaticamente associati a carriera e lavoro – una narrazione che costringe le donne a scegliere tra aspirazioni professionali e vita familiare. Un altro studente, Gaetano, ha enfatizzato l’importanza della libertà individuale. “Ognuno ha il diritto di vivere la propria vita come meglio crede, senza essere giudicato dagli altri”, ha affermato, catturando il messaggio centrale del progetto: rispetto e libera scelta personale. Attraverso attività artistiche e produzioni multimediali, incluso un cortometraggio intitolato “Ciak…si stereotipa”, gli studenti hanno esplorato come gli stereotipi si manifestino nella vita quotidiana – dai giochi per bambini ai film, dalla grammatica alle dinamiche familiari. Il progetto ha sfidato nozioni tradizionali secondo cui determinate attività, colori e ruoli sarebbero esclusivamente maschili o femminili. Gli studenti hanno imparato che non esistono sport “maschili” o “femminili”, né colori riservati a un genere specifico. Hanno invece scoperto che la scelta personale e l’espressione individuale dovrebbero prevalere sui vincoli sociali. Il progetto, supervisionato dalla dirigenza di Antonietta Sgroi e con il supporto di esperti esterni come la Dott.ssa G. Recupero, la Dott.ssa M. Barbaro, la Prof.ssa M. Tanteri, il videomaker G. Fichera e la collaborazione della Presidente di Shamofficine Amalia Zampaglione, ha coinvolto studentesse e studenti delle classi prime e seconde della Scuola Secondaria di Primo Grado. L’evento è andato ben oltre la celebrazione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, mettendo in evidenza quanto l’educazione possa essere una forza insostituibile nel trasformare la società. Incoraggiando giovani menti a mettere in discussione le convinzioni ereditate e a guardare oltre i confini stereotipici, il progetto ha seminato semi di cambiamento. Come ha magnificamente riassunto la professoressa Russo, l’obiettivo era “costruire una nuova narrazione dove uomini e donne possano esprimersi liberamente, senza paura di giudizi o etichette, e dove la violenza non sia più tollerata”. L’iniziativa dell’I.C. Campanella Sturzo si configura come un modello ispiratore per istituzioni educative in tutto il mondo, dimostrando che scardinare gli stereotipi inizia con un dialogo aperto, pensiero critico e, soprattutto, ascoltando le voci giovani desiderose di creare un mondo più equo.