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Una sfilata di moda per sostenere la lotta a favore della parità di genere

“Non è la solita sfilata di moda, ma è un evento che vive e lotta al fianco delle donne sostenedo la battaglia a favore della parità di genere”. Con queste parole Valentina Capizzi presidente dell’associazione #doNNevietatomorire ed organizzatrice della serata di gala, insieme a Salvo Valentino e Pietro Cucuzza della Compagnia teatrale dei Giovani, saluta il  numeroso pubblico dell’evento di moda e solidarietà “Simbiosi: tutti i volti delle donne”.

Sulla passerella, nei saloni della Compagnia dei Giovani a San Giovanni La Punta, sfilano donne comuni, che con le loro imperfezioni e i loro naturali difetti sono uniche e per  questo inimitabili rendendo ancora più preziosa  una manifestazione nata per sostenere la struttura Santa Maria degli Angeli, realtà catanese, che accoglie e tutela donne e bambini che fuggono da violenze domestiche, con il preciso compito di 

riutilizzare i capi di alta moda e non solo promuovendo “The Second Hand is a New Age” come un modello di vita votato alla sostenibilità attraverso il

riutilizzo, il ricondizionamento e riciclo dei materiali.

Grande attenzione per le creazioni delle supporter

Floreana Calì e Alessandra Costarella, che hanno presentato  il progetto “L’Armadio Flor&Ale” raccontano come affrontare il concetto di moda nel nuovo millennio invaso dalla cosiddetta cultura del fast fashion. Consensi per la mostra d’arte di Carmen Castelli, la quale ha esaltato, sulle note del pianista GianPaolo Pavone e della violinista Elena Platania, la delicatezza del volto e del corpo femminile con l’intenzione di raccontare tutte le donne, nessuna esclusa, nella loro maestosità.

Testimonial d’eccezione  la presidente della struttura Santa Maria Degli Angeli Grazia Isgrò e il giudice del Tribunale di Catania Santino Mirabella.

“L’iniziativa #DonnecheRipartono- spiega Grazia Isgrò- ha bisogno del sostegno e dell’aiuto di ognuno di noi per crescere e sostenere chi ha bisogno, in quanto promuovere corsi gratuiti per insegnare alle donne vittime di violenza un lavoro, un mestiere che consenta loro di riappropriarsi di dignità e autonomia economica per crescere da sole i propri figli dovrebbe essere il compito primario di tutte quelle società civili ed emancipate”.

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