Riflessioni in questo tempo “sospeso”
In questi “strani giorni”, legati alla diffusione del Covid-19 nel Nostro Paese, e al conseguente auto isolamento che la maggior parte di Noi, esclusi coloro che stanno garantendo i servizi essenziali, sta vivendo, tanti, tantissimi, sono gli spunti di riflessione.
La quotidianità rotta da qualcosa più grande di noi, di incontrollabile, di misterioso e tenebroso allo stesso tempo, ha assunto sempre più le sembianze (e le concretezze) di un film fantascientifico a cui, nessuno, aveva mai pensato di prender parte da protagonista inconsapevole e che, diversamente dai film, non si potrà risolvere con l’intervento di un super eroe da fumetto che, col suo intervento, rimetta in sesto le sorti dell’umanità.
I supereroi, in questi giorni, sono altri… lo sappiamo bene! Ma questa è un’altra storia.
Noi possiamo limitarci, nonostante questo ruolo da protagonisti non voluto, a rispettare quanto ci viene consigliato per non far parte della lunga lista di coloro i quali, hanno lottato o lottano contro questo virus o, peggio, della lista di chi ha perso la battaglia.
Però anche nelle peggiori situazioni la Luce che brilla dentro di Noi deve esserci di guida, anche in queste ore di tempesta e di buio.
Ci viene offerta una importante opportunità, che probabilmente è più grande e straordinaria di ciò che, spaventati, percepiamo. Ci viene offerta la possibilità di acquisire la consapevolezza di ciò che davvero conta, di ciò che è importante.
In questi giorni di fermo forzato, abbiamo la possibilità di aprire dei nuovi spazi mentali, meditando su quanto davvero serve, e servirà, per affrontare questo difficile momento e, particolarmente, ciò che seguirà alla fine di questa lunga notte, al risveglio della quale saremo costretti a fare i conti con i cocci rotte, con le saracinesche per sempre abbassate, per le fabbriche, officine e attività chiuse per sempre.
Nonostante però questo triste futuro che ci aspetta, e che vede il bisogno di tutti noi, rimboccandoci le maniche per far sì che ci si possa rialzare, citando il Santo Padre, dobbiamo “Reimpostare la rotta”, azzerando quegli schemi mentali e dogmi che sempre ci hanno allontanato da quello che, solo ora, ci rendiamo conto contare davvero, specialmente nei momenti di sconforto: la serenità familiare, l’abbraccio di genitore, il bacio di un figlio lontano, un caffè con un amico. In questa piena sofferenza per la mancanza di affetti e di incontri ci fa capire che, aldilà dell’aspetto della salute fisica e economica, per la mente e per il cuore, nessuno si salva da solo.
Assaporeremo il dolce sapore del bacio di un bimbo, magari un nipote lontano, l’abbraccio commosso di una madre al rivedersi, il pianto di gioia nel tenere, nuovamente, per mano la persona amata.
Ritroveremo Noi stessi, riconquistando quei piccoli gesti quotidiani dei quali avevamo perso il valore, correndo sempre dietro a tutto ciò che, oggi, ci stiamo accorgendo essere importante ma comunque in secondo piano rispetto a tutto ciò che abbiamo sempre dato per scontato e che solo non vivendolo quotidianamente rimpiangiamo.
Usciremo quando finirà tutto, perché finirà, e quando sarà mi godrò ciò che fino a prima di adesso avevo ritenuto scontato, d’obbligo, abitudinario.
Prenderò in braccio i miei nipoti, abbraccerò i miei genitori e mia sorella, farò una passeggiata sul lungomare con la mia compagna… e assaporerò la ricchezza che la Vita mi ha donato ogni giorno, e che solo in questi giorni bui dovevo ritrovare e riscoprire.