Costume

L’era del poliamore

Negli ultimi vent’anni una parola è entrata nel linguaggio della sessualità: poliamore. Questo termine nasce dall’unione di poly- (molti) e amore. Serve per indicare rapporti consensuali tra individui che decidono di avere relazioni intime e/o sessuali con più persone contemporaneamente. La gamma di tali rapporti è assai varia e comprende la poligamia, la poliandria, le relazioni aperte, il matrimonio complesso e il matrimonio di gruppo. I pilastri del poliamore sono la fiducia, l’assenza di possessività e di gelosia, il libero consenso. Le relazioni poli-amorose possono avere una struttura gerarchica: il soggetto A è sposato con B con figli, ma contemporaneamente ha un’altra famiglia o una relazione omosessuale conosciute e approvate da B e dalla sua famiglia. Talvolta non esiste una gerarchia tra le varie relazioni né una chiara delimitazione e regolamentazione. Si possono verificare relazioni poliamorose occasionali simili allo scambismo o forme più durature come la presenza in contemporanea di più “famiglie” o il matrimonio di gruppo.
L’origine di questo fenomeno è antica e moderna allo stesso tempo. Il primo teorizzatore di relazioni poliamorose è stato Charles Fourier (1772-1837) ne Il nuovo mondo amoroso in cui parla esplicitamente di omni-amore e sostiene che gli esseri umani siano tendenzialmente portati a svariate forme di amore. Questo filosofo è decisamente pan-sessualista: relazioni platoniche, relazioni occasionali, eterosessualità, omosessualità, orge. Collega la rivoluzione sessuale anche ad un modello di comunità fondato sul socialismo da applicare in specifiche comunità denominate falansteri. I suoi seguaci hanno applicato i suoi insegnamenti in alcuni esperimenti in Europa (Familisterio di Guise e falansterio di Condè sur Vesgre) e negli Stati Uniti (comunità di Reunion). L’opera intitolata Il nuovo mondo amoroso fu pubblicato postuma nel 1967 e molti ritengono che sia stata determinante nella rivoluzione sessuale del 1968 in Francia.
Analogamente, ad Oneida, una comunione fondata nel 1848 da protestanti millenaristi, si praticava il matrimonio complesso e una prima forma di eugenetica. Più tardi, Giovanni Rossi (1856-1943) tentò un esperimento simile nella comunione anarchica denominata “la Cecilia”. Questa comunità fu fondata su impulso dell’Imperatore del Brasile che era rimasto colpito dai risultati raggiunti dall’anarchico con un esperimento di comune agricola realizzato in Italia a Stagno Lombardo. Sempre negli ambienti anarchici, Elisee Reclus collegò il libero amore anche con il nudismo e la dieta vegetariana.
Nel XX secolo, le relazioni aperte e il poliamore sono state praticate in numerose comuni come quella di Kerista fondata da John Peltz Presmont o come Rajneshpuram, ashram fondato da Osho in cui si praticava il tantrismo.
Dal 1990 in poi, psicologi ed intellettuali hanno cominciato a diffondere il poliamore, la polifedeltà e le relazioni aperte anche al di fuori degli ambienti della controcultura e del socialismo. Tra questi vanno segnalate Dossie Easton e Janet Hardy autrici di un fortunato saggio intitolato La zoccola etica. Guida al poliamore, alle relazioni aperte e altre avventure. Le autrici si autodefiniscono zoccole ossia donne che praticano in modo aperto la loro sessualità e propongono il poliamore e le relazioni aperte fondate sulla non-possessività, la fiducia e il consenso. La loro proposta è realtà con la legge sulle unioni civili dell’Olanda che ammette anche il poliamore.
Tutto ciò mette in evidenza un modo di vedere le relazioni molto lontano da quello della morale tradizionale dei farisei e dei sepolcri imbiancati che esibiscono la famiglia per l’occhio sociale ma che – di nascosto – si danno ad ogni genere di eccesso.
Sorgono spontanee alcune riflessioni. Il poliamore ha creato enormi problemi nelle comunità in cui è stato praticato. Le difficoltà sono state documentate, ad esempio, da Rossi in relazione alla Colonia Cecilia. Perché il poliamore dovrebbe funzionare nella società attuale iper-tecnologica e ultra-capitalista?
Sembra, inoltre, che molti capisaldi della controcultura americana (l’amore libero, l’uso delle droghe e determinati tipi di musica) siano stati assorbiti dal capitalismo. Alla gratuità e alla solidarietà delle vecchie comunità socialiste del XIX secolo si sostituisce la mentalità del profitto. È sicuramente molto criticabile la “mercantilizzazione del poliamore”. Un poliamore senza l’aspirazione ad una società socialista ha ancora senso?

D. Easton – J. Hardy, La zoccola etica. Guida al poliamore, alle relazioni aperte e altre avventure, Odoya editore, Milano, Bologna 2009.

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