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È siciliano il medico che ha realizzato la prima FAV in Madagascar

Giornata storica per la Nefrologia dell’Ospedale pubblico Joseph Ravoahangy Andrianavalona di Antananarivo, Madagascar. Per la prima volta nel paese, è stata realizzata una fistola artero-venosa (FAV) su un paziente di 17 anni, grazie all’intervento del dott. Walter Morale, Direttore della UOC di Nefrologia e Dialisi dell’ASP di Ragusa e Coordinatore nazionale del gruppo accessi vascolari della Società Italiana di Nefrologia (SIN). Il dott. Morale è stato, inoltre, il primo nefrologo italiano nel campo dell’utilizzo della tecnica dell’endoFAV.

L’operazione effettuata in Madagascar rappresenta un passo cruciale nella lotta contro l’elevata mortalità dei pazienti malgasci in emodialisi.

La fistola artero-venosa (FAV) è un accesso vascolare fondamentale per i pazienti sottoposti a emodialisi. Si tratta di una connessione chirurgica tra un’arteria e una vena, che consente un flusso sanguigno adeguato per eseguire la dialisi in modo sicuro e duraturo. A differenza dei cateteri vascolari temporanei, la FAV riduce significativamente il rischio di infezioni gravi, uno dei principali problemi riscontrati nei pazienti malgasci, dove l’uso della vena femorale ha portato a un tasso di mortalità del 75-80% nei primi sei mesi di trattamento.

Dopo una settimana di formazione intensiva, durante la quale il dott. Morale ha introdotto l’uso dell’Ecocolordoppler per impiantare circa venti cateteri vascolari giugulari, è stato possibile compiere questo intervento, che in Italia è di routine mentre nel paese africano è rivoluzionario. Il primario di Nefrologia di Modica, affiancato da medici locali, ha lavorato con mezzi limitati ma con grande dedizione, riuscendo a impiantare la prima FAV in un contesto sanitario estremamente povero di risorse.

“Questa è un traguardo storico per la sanità malgascia – dichiara Morale – Realizzare la prima fistola artero-venosa qui significa offrire una nuova speranza di vita ai pazienti in emodialisi. Formare i giovani medici del posto non è solo un investimento sul presente, ma è un modo per dare loro gli strumenti per costruire un futuro migliore e abbassare drasticamente il tasso di mortalità legato alla dialisi. Grazie a Ripartiamo Aps stiamo facendo una differenza concreta e aiutando a sviluppare un sistema sanitario locale che possa affrontare autonomamente le sfide future”.

L’entusiasmo dei giovani medici malgasci è stato palpabile, con sempre più pazienti che si rivolgono all’ospedale sperando in un intervento che possa salvare loro la vita. Tuttavia, le risorse limitate hanno imposto un rigido programma, con molti pazienti settici che hanno supplicato di poter avere una seconda possibilità di trattamento.

L’impegno di Ripartiamo APS e del dott. Morale in Madagascar non si limita agli interventi chirurgici: l’obiettivo a lungo termine è quello di lasciare un’eredità formativa e professionale, contribuendo alla crescita del sistema sanitario locale. Interventi come questo potrebbero ridurre la mortalità tra i pazienti dializzati di oltre il 50%, migliorando in modo sostanziale le loro condizioni di vita.

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