Salvini è chiamato a processo: caso Open Arms
“Oggi sono a processo e rischio il carcere perché in Parlamento la sinistra ha deciso che difendere i confini italiani è un reato”. Sono le parole pronunciate dal ministro Matteo Salvini in un video di difesa postato nelle sue piattaforme social in seguito all’accusa di sequestro di persona plurimo e rifiuto di atti di ufficio. L’accusa risale all’agosto del 2019, quando il ministro impedì, per ben 19 giorni, a 147 persone salvate dall’ONG spagnola Open Arms di sbarcare sulle coste di Lampedusa.
Le condizioni a bordo della nave erano disastrose, 164 persone costrette a dormire sul ponte di una nave con solo 2 bagni a disposizione. Inoltre, si trattava di persone reduci da torture e quindi provate psicologicamente e fisicamente, tra le quali erano presenti anche minori non accompagnati. Dopo diversi giorni di stazionamento, su una nave che non era predisposta per lo stazionamento ma per il soccorso, 14 persone si erano buttate in acqua per provare a raggiungere la costa per disperazione. A quel punto, il procuratore di Agrigento salì a bordo della nave e, dopo essersi reso conto della situazione, dispose lo sbarco immediato in seguito a diverse evacuazioni mediche di emergenza.
Matteo Salvini, a sua discolpa, sostiene di rischiare il carcere perché in Parlamento la sinistra ritiene la difesa dei confini italiani un reato. È bene chiarire che non esiste nessuna difesa dei confini in merito alla questione della migrazione e quindi non esiste nessun reato di cui poter essere accusato, piuttosto è accusato di sequestro di persona dal momento che il diritto internazionale, e non la sinistra, stabilisce che le persone soccorse in mare devono poter sbarcare nel porto più vicino e più sicuro. L’Italia possedeva entrambi i requisiti quindi la nave aveva il diritto di sbarcare in Italia. In merito alla questione sono persino circolate voci su un eventuale complotto ai danni del ministro, ma le argomentazioni precedenti smentiscono queste voci.
Eppure nelle parole di accusa di Matteo Salvini nei confronti del Parlamento un fondo di verità c’è. È stato proprio il Parlamento a decidere di metterlo a sottoprocesso, perché prima di poter iniziare un procedimento contro un ministro o presidente del consiglio si deve chiedere un’autorizzazione al Parlamento, e quest’ultimo ha riconosciuto la legittimità delle procedure giudiziarie e ha dato il consenso alla magistratura per procedere non a condannare Salvini, visto che la separazione dei poteri è il cardine della nostra democrazia, ma a studiare il caso. Pertanto quando la destra parla di attacco della magistratura alla linea politica, dovrebbe ricordare che è stato proprio il Parlamento ad autorizzare la procedura e quindi dovrebbe riconoscendone l’autorità anche quando quest’ultimo si esprime per un’indagine a carico di un loro rappresentante.
Inoltre, sempre nel suo discorso di difesa, Matteo Salvini dice: “La nave da quel momento comincia a navigare per il Mediterraneo raccogliendo altri clandestini e puntando verso l’Italia. Il perché la nave dovesse sbarcare proprio in Italia lo abbiamo chiarito precedentemente, Detto ciò, il ministro utilizza anche la parola “clandestini” che non solo non esiste giuridicamente ed esiste solo nel vocabolario della propaganda, ma viene anche da interrogarsi su come facesse Matteo Salvini a sapere se si trattasse effettivamente di clandestini e non di persone richiedenti d’asilo.
Sempre nel suo discorso di difesa, afferma che la nave aveva testardamente rifiutato ogni richiesta d’aiuto, di soccorso e di sbarco in porti diversi rispetto a quelli italiani, quali la Tunisia, Malta e persino lo stato di bandiera, ovvero la Spagna. È bene smentire queste dichiarazioni dal momento che il diritto internazionale dice che lo Stato di sbarco deve avvenire nel porto più vicino e più sicuro, e come abbiamo già chiarito, né la Tunisia né la Spagna rispecchiavano questi requisiti. Malta, invece, si era dimostrata disponibile a far sbarcare solo pochi migranti e questo naturalmente avrebbe causato disordini e problemi a bordo della nave dal momento che era lecito chiedersi: “perché alcuni migranti possono sbarcare e altri no?” L’Italia, quindi, era il porto legittimo di sbarco secondo il diritto internazionale e non secondo Open Arms.
Matteo Salvini conclude il suo discorso citando l’articolo 52 della Costituzione e appellandosi alla questione della difesa della patria. Tuttavia, l’articolo 52 parla del servizio militare e quest’ultimo non ha niente a che vedere con il sequestro di persona e il rifiuto di atti di ufficio, infatti i reati per cui Matteo Salvini è indagato sono reati del codice penale, ed è errato chiamare in causa la Costituzione in questo contesto perché significherebbe che a qualsiasi rappresentante dello Stato fosse concesso di intraprendere di propria iniziativa azioni di qualsiasi entità.
In difesa di Matteo Salvini si è espressa anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni definendo l’accusa ai danni del ministro ingiusta. Eppure, soprattutto chi riveste un ruolo così importante, dovrebbe volere che giustizia venga fatta anche se si tratta del suo Vice e dei suoi componenti di Governo. Inoltre, scrivere che è ingiusto trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani non solo è scorretto per i motivi citati precedentemente, ma è anche un attacco implicito al lavoro più che legittimo della magistratura, che peraltro non ha ancora condannato nessuno e che deve ancora pronunciarsi sulla questione. Una presa di posizione quella della destra che non risulta essere conforme ai principi di uguaglianza e di giustizia sui quali è fondata la nostra Repubblica, una Repubblica democratica che pretende giustizia per qualsiasi cittadino italiano senza distinzioni di alcun tipo o favoritismi legati allo status sociale.