La XXXIII Olimpiade e il triste ritorno dei “Freaks”
Si stanno disputando in questi giorni a Parigi i giochi olimpici e, malgrado ci sia tanto da dire e tanto da parlare sulle spettacolari gare degli atleti, una delle immagini che rimarrà sicuramente impressa nella memoria è quella della pugile algerina Imane Khelif, con gli occhi tristi e l’espressione confusa, dopo che la sua avversaria italiana, Angela Carini, aveva abbandonato il match rifiutandosi di stringerle la mano.
La Carini ha lasciato l’incontro in lacrime dopo soli 46 secondi di combattimento dicendo “fa malissimo”. Affermazione, questa, che desta qualche perplessità visto che, com’ è noto ai più, i pugni di solito fanno male.
A causa di alcune caratteristiche fisiche dell’atleta algerina, ancor prima dell’incontro con la pugile italiana, i soliti “leoni da tastiera”, ma ahimè anche alcune autorità politiche, avevano cominciato a sproloquiare definendo la Khelif transgender e sostenendo che la gara con la Carini non si sarebbe dovuta disputare.
Medici e endocrinologi hanno subito corretto questa informazione negando che la Khelif sia transgender (tra l’altro in Algeria l’omosessualità e il cambiamento di sesso sono gravemente puniti dalla legge) e affermando che l’atleta potrebbe avere un cromosoma Y pur essendo a tutti gli effetti una donna. La pugile inoltre era già stata battuta da altre donne in numerose occasioni. Nel 2022, ad esempio, l’atleta irlandese, Amy Broadhurst, aveva sconfitto l’algerina senza particolari problemi. A Tokyo, Imane Khelif era stata sconfitta nei quarti di finale da Kellie Harrington, che aveva poi vinto l’oro.
Ma queste informazioni non sono bastate a mettere a tacere le polemiche. Molti attaccano il Comitato Olimpico Internazionale per aver permesso alla Khelif di partecipare alle Olimpiadi; insulti e body shaming spopolano sul web, evidenziando questa o quell’altra caratteristica della pugile algerina.
Senza troppo entrare nel merito delle decisioni del CIO, anche se quando si partecipa ad una gara bisognerebbe accettarne le regole e non contestarle poi a cose fatte, magari in seguito ad una sconfitta (e ricordiamo che nessuno ha obbligato Angela Carini a partecipare all’incontro), quello che più colpisce di questa triste vicenda è l’aver sbattuto senza alcun riguardo il “mostro” in prima pagina. Un’atleta che si è duramente preparata, come tutti coloro che riescono ad arrivare alle Olimpiadi, e che viene accusata di essere quello che non è (transgender) solo a causa di alcune sue caratteristiche fisiche, i cui cromosomi sono oggetto di esame e speculazioni e che è su tutte le pagine dei giornali non per i suoi meriti (ha sconfitto la sua avversaria) ma per il modo in cui appare e si presenta al mondo.
Sembra quasi di essere ritornati ai tempi in cui i “Freaks” venivano esibiti al circo per attirare spettatori: la donna barbuta, il nano, il gobbo…
La vicenda peraltro assume subito coloriture politiche ed economiche essendo la Destra, italiana e non, da sempre avversa alla cultura “Woke”.
“Woke” è una di quelle parole che non ha un vero corrispettivo in italiano; si potrebbe tradurre con il termine “consapevole”, ma viene spesso usato per indicare i comportamenti e gli atteggiamenti di chi è molto attento alle questioni di genere e di etnia e mostra solidarietà e impegno per aiutare chi subisce discriminazioni. La parola fu usata per la prima volta nell’ambito delle proteste di “Black Lives Matter” per esprimere il significato a cui è stata poi associata negli ultimi anni: cioè la consapevolezza relativa alle questioni e ai problemi legati al razzismo e al sessismo.
La premier Giorgia Meloni, ad esempio, ha affermato che le atlete con caratteristiche genetiche maschili non devono poter gareggiare nelle gare femminili; Salvini ha parlato di un match che non è stato “ad armi pari”; fuori dall’Italia la “madre” di Harry Potter, J.K. Rowling, ha contribuito a far girare su X l’hashtag “IStandWithAngelaCarini” e per concludere Elon Musk ha espresso il suo disaccordo nei confronti degli “uomini che combattono contro le donne”.
Sia la Rowling che Musk, tra l’altro, sono da tempo fieri avversari di ogni visione non binaria della sfera sessuale e lo stesso Musk, che ha una figlia transgender, ha più volte dichiarato di essere stato ingannato quando firmò i documenti per consentire il cambio di sesso alla figlia ancora minorenne.
Nessun dibattito e nessun commento sulla vicenda, invece, sulla
stampa algerina in cui è stato riportato solamente che Imane ha vinto.
Questa vicenda può, infatti, essere letta anche attraverso un’altra chiave di lettura, gettando uno sguardo sui rapporti economici che legano l’Italia e l’Algeria.
Secondo gli esperti di economia, infatti, l’Algeria non ha nessun interesse a interrompere i rapporti economici con l’Italia. Nel 2021 il valore dell’interscambio Italia-Algeria è stato pari a 7,33 miliardi di euro, di cui 5,57 miliardi le nostre importazioni e 1,76 miliardi le nostre esportazioni. I rapporti bilaterali tra Italia ed Algeria sono ritenuti eccellenti: ciò grazie alla vicinanza geografica, alla comune vocazione mediterranea, ai legami storici e al patrimonio di fiducia reciproca, costruito anche grazie alla scelta dell’Italia (e delle sue imprese) di non abbandonare l’Algeria neppure durante il “decennio nero” degli Anni ’90. I rapporti economico-commerciali costituiscono senza dubbio – insieme alla cooperazione in materia di sicurezza e di contrasto al terrorismo – uno dei motivi del partenariato bilaterale.
Il 18 Luglio 2022 si è tenuto ad Algeri il IV Vertice intergovernativo Italia-Algeria, co-presieduto dall’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi e a margine del Vertice si è svolto un Business Forum, a cui hanno partecipato oltre 300 imprese italiane e algerine, dedicato ai temi dell’agroindustria, pesca e acquacoltura; transizione energetica; biomedicale e farmaceutico; infrastrutture fisiche e digitali.
L’Italia è il terzo partner commerciale dell’Algeria a livello globale (primo cliente e terzo fornitore). L’Algeria è il primo partner commerciale dell’Italia nel Continente africano. Nel primo semestre 2022 l’Algeria, dopo l’attacco della Russia all’Ucraina, è diventata il primo fornitore di gas naturale dell’Italia.
Oltre allo storico rapporto energetico, i pilastri della presenza imprenditoriale italiana nel Paese sono i grandi lavori e l’industria della difesa. Le imprese italiane con presenza stabile sono circa 200.
“Mai come oggi il messaggio di pace sembra disatteso in questi giochi che si aprono a Parigi” – questo è stato il commento di Massimo Nava, pubblicato sul Corriere della Sera. Il commento riguarda certo la critica situazione geopolitica che il mondo sta vivendo in questi giorni, ma anche il venir meno del vero spirito olimpico nel suo complesso.
Citius, altius, fortius – communiter! Questo motto, che significa “più veloce, più in alto, più forte – insieme” e che, insieme ai cinque cerchi e alla fiamma, costituisce uno dei principali simboli olimpici, pare che in questa occasione sia stato del tutto dimenticato.
Body shaming, sessismo, insulti e politica hanno spadroneggiato durante la XXXIII Olimpiade, facendo accantonare quelli che dovrebbero essere i veri valori di ogni sport: lealtà, correttezza, rispetto, coraggio, uguaglianza e internazionalismo.
Occorre, forse, per offrire qualche spunto di riflessione e mettere a tacere le polemiche, richiamare alla memoria il famoso mito degli androgini raccontato da Platone nel dialogo il “Simposio”.
Allora c’erano tra gli uomini tre generi, e non due come adesso, il maschio e la femmina. Ne esisteva un terzo, che aveva entrambi i caratteri degli altri. Il nome si è conservato sino a noi, ma il genere, quello è scomparso. Era l’androgino, un essere che per la forma e il nome aveva caratteristiche sia del maschio che della femmina… La ragione per cui c’erano tre generi è questa, che il maschio aveva la sua origine dal Sole, la femmina dalla Terra e il genere che aveva i caratteri d’entrambi dalla Luna, visto che la Luna ha i caratteri sia del Sole che della Terra.