Ortigia Film Fest: “Il piano segreto” documentario dedicato a Michele Perriera
Michele Perriera, l’autore che aveva saputo prevedere il nostro presente
Scrittore, regista, intellettuale, tra i fondatori del Gruppo 63, Perriera viene ricordato dal documentario “Il piano Segreto”, attraverso il lavoro dei figli, quello di Emma Dante e della Compagnia Genovese Beltramo e la testimonianza dell’amica e fotografa Letizia Battaglia.
Diretto da Ruben Monterosso e Federico Savonitto, il film è in concorso all’Ortigia Film Festival di Siracusa dove sarà presentato il 10 luglio alle 21.30 in anteprima regionale.
Michele Perriera (1937-2010), autore eretico e voce solitaria del teatro italiano, aveva immaginato, già alla fine del Novecento, i segni di fragilità di un mondo in continua decadenza. Alcuni decenni dopo, le sue profezie sinistre offrono una chiave di lettura in grado di far luce sul nostro presente.
Allo scrittore, drammaturgo e regista palermitano, anima della scuola di teatro Teatès, tra i fondatori del collettivo di neoavanguardia Gruppo 63, giornalista per «L’Ora», nonché direttore della collana di teatro della casa editrice Sellerio e punto di riferimento per più di una generazione di attori e registi, è oggi dedicato il documentario“Il piano segreto”, diretto da Ruben Monterosso e Federico Savonitto.
Dopo il debutto al festival Biografilm di Bologna, l’opera partecipa all’Ortigia Film Festival, nelConcorso Internazionale Documentari, dove sarà presentato in anteprima regionale mercoledì 10 luglio alle 21.30 nell’Arena Logoteta di Siracusa.
Prodotto da Pierfrancesco Li Donni e Daniele Modina di Zabriskie, neonata società di produzione cinematografica di Palermo, il film si avvale di musiche di Giovanni Sollima e Pietro Palazzo. Menzione Speciale Premio Solinas per il Documentario, l’opera è realizzata con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund e da Sicilia Film Commission.
Il lavoro mette al centro l’eredità culturale di uno dei più importanti autori di teatro del Novecento e ripropone le sue riflessioni e i temi affrontati nei suoi testi: dal disequilibrio ambientale a quello socio-economico, Perriera, già alla fine del secolo scorso, aveva previsto le difficoltà del nostro presente, aprendo gli occhi ai suoi contemporanei e anticipando gran parte dei temi politico-sociali oggi al centro del dibattito internazionale.
Giuditta e Gianfranco Perriera, insieme a ciò che resta di una vera comunità di attori, registi e autori, provano a organizzare un evento per ricordare il decennale della scomparsa del padre. Insieme a loro la fotografa e amica Letizia Battaglia, che di Perriera conserva foto e ricordi personali, interviene nel film in una delle sue ultime partecipazioni. In un altro quartiere di Palermo, la regista Emma Dante conduce negli spazi della sua Vicaria un laboratorio di teatro a partire dai testi dello stesso Perriera, suo primo maestro, con un gruppo di persone anziane per trasmettere i suoi insegnamenti essenziali legati al desiderio di risvegliare la responsabilità dello sguardo.
Dall’altra parte dello stivale, a Torino, la Compagnia Genovese Beltramo lavora alle ultime prove di Buon appetito, opera di Perriera ambientata in un futuro distopico infestato da farmaci e virus. Come nella più incredibile delle profezie, il testo prende vita e da questo momento gli sforzi dei protagonisti dovranno confrontarsi con le limitazioni del nuovo Coronavirus che sembrano uscire dalla penna dell’autore di cui cercano di tener viva la memoria.
I registi Ruben Monterosso e Federico Savonitto,diplomati alCentro Sperimentale di Cinematografia sede Sicilia, attraversano una Palermo moderna che guarda al passato e attraverso il teatro ci restituiscono il valore dell’artista.
«Più leggevamo Perriera, più ci rendevamo conto che la sua opera, prima nella scrittura e poi nella trasposizione teatrale, aveva a che fare con mondi distopici simili al nostro presente. Esplorava le relazioni umane e i rapporti di forza tra i rappresentanti del potere e gli esseri umani condannati a vivere una vita infelice. Il futuro di cui parlava l’autore siciliano non era solo una metafora di mondi lontani, ma una profezia sinistra che trasfigurava il presente proiettandolo in un futuro possibile. Per questo l’arco narrativo de Il piano segreto è stato costruito attraverso l’interazione di due piani, quello testuale, evocativo e poetico, e quello della realtà e della testimonianza dove i nostri protagonisti, Gianfranco e Giuditta Perriera, Savino Genovese e Viren Beltramo e Emma Dante si confrontano con il quotidiano mentre provano a fare memoria del grande drammaturgo palermitano, circondati da un’aura che li riporta continuamente al suo lascito culturale e all’attualità dei sui testi».
«Fin dal principio dell’ideazione del nostro film ci siamo resi conto che la strada che avremmo voluto intraprendere sarebbe andata al di là del tipico film biografico. Avevamo a disposizione molti materiali audio-visivi di archivio (uno degli spettacoli era stato girato addirittura da Giuseppe Tornatore), ma noi abbiamo preferito basarci principalmente sulle immagini girate dal filmaker palermitano Pippo Zimmardi, che aveva saputo ritrarre Perriera e il suo teatro con grande gusto e vicinanza. A noi interessava riflettere sulla memoria, e le immagini che abbiamo scelto sono quelle che danno un corrispettivo oggettivo al pensiero di Perriera, e contemporaneamente permettono di volare nel suo immaginario. A un certo punto del film, Letizia Battaglia afferma che il Teatro non si conserva, e la nostra grande sfida è stata questa: riuscire a trasmettere quell’aura teatrale che scompare non appena si manifesta, e non vuol farsi catturare da una videocamera».