Successo al Teatro Zō per “La Compagnia degli Originali Talenti”
Grandi emozioni al debutto dello spettacolo “Piccole Memorie” presentato dalla Compagnia degli Originali Talenti, dell’associazione Mettiamoci in Gioco”, al teatro ZṐ Centro Culture Contemporanee. In sala il pubblico numerosissimo ha seguito partecipe e commosso, la delicata e poetica performance degli 8 speciali protagonisti: Marco Bumbica, Sebastian Di Caro, Chiara Ingaglio, Alessandra Longo, Nanni Marletta, Silvia Minardi, Damiano Puglisi, Alessandro Samperi.
In scena, gli attori appaiono come presenze eteree in una suggestiva sequenza, quasi del tutto silenziosa, d’immagini rese ancor più incantevoli da un sapiente gioco di luci; filo conduttore il ricordo, la nostalgia del tempo che fu attraverso una vecchia poltrona, il tavolo di casa dell’infanzia o ancora l’abito del ballo degli anni più belli. Oggetti che incarnano “madeleine” che ognuno conserva nel proprio cuore e che catapultano nel passato risvegliando uno struggente e malinconico desiderio di tornare indietro anche solo per un istante.
“Il tema del ricordo, della memoria – spiega la regista, attrice e autrice Smeralda Capizzi che da tempo lavora con i ragazzi di Mettiamoci in Gioco – mi ha consentito di lavorare sull’umanità e unicità di ciascuno di questi ragazzi, affinché potessero provare e restituire emozioni, creando una sorta di processo di rispecchiamento tra il pubblico e ciò che appariva in scena. Un lavoro d’immagini, in cui c’è una cura dell’estetica particolare; quadri che si animano e raccontano frammenti di vita, ricordi fugaci, momenti. L’obiettivo – aggiunge – è sempre quello di cercare in ciascuno di loro, attraverso il movimento del corpo, lo sguardo, la mimica del viso, la storia personale che può essere portata all’interno della narrazione collettiva”.
Il laboratorio di teatro è una delle attività creative che l’organizzazione di volontariato Mettiamoci in Gioco, situata a Sant’Agata Li Battiati, in provincia di Catania, mette a disposizione di persone con disabilità e fragilità, un mezzo straordinario che consente loro di liberare emozioni, esprimere potenzialità, talento e affermare il proprio sé.
L’impegno con loro – sottolinea la regista – non si limita a una mera esperienza di volontariato, per me è un vero e proprio processo di creazione artistica, possibile grazie alla loro grandissima disponibilità e mancanza di sovrastrutture. Nel tempo si è creato un rapporto di fiducia reciproca attraverso il quale ho imparato a capire come valorizzarli senza mai strumentalizzare la loro persona. Un’esperienza assolutamente paritaria di scambio che mi permette di creare delle immagini dal punto di vista registico”.
Il risultato di tanto lavoro e impegno è stato davvero magnifico a giudicare dal pathos che si è creato in sala e che il pubblico ha scelto di non spezzare limitando il più possibile gli applausi a scena aperta, che pur sarebbero più volti scattati, soprattutto nel rispetto della grandissima concentrazione degli straordinari interpreti, potenti anche nell’espressione delle loro fragilità.