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Carlo Cattaneo: uno dei Padri dell’Unità d’Italia che rifiutò Vittorio Emanuele II e Cavour

Carlo Cattaneo (1801-1869) è considerato uno dei Padri dell’Unità d’Italia e del Risorgimento. La sua fama fu grandissima durante la seconda metà del XIX secolo e il primo decennio del XX secolo al punto che in molte città ci sono molte piazze, strade e scuole a lui intitolate. Negli ambienti massonici italiani esistono molte logge “Carlo Cattaneo”. Il Gran Maestro Ettore Ferrari gli dedicò persino un monumento. Negli ultimi anni ricerche storiche più approfondite portano ad escludere un’appartenenza massonica di Carlo Cattaneo. È assolutamente certo che molti dei suoi amici, però erano massoni. Tra tutti spiccano Vincenzo Monti e il suo maestro Giandomenico Romagnosi. Molti temi delle sue opere sono vicini alle posizioni di una parte della Massoneria italiana del XIX secolo: la laicità della scuola, il repubblicanesimo, la democrazia, la separazione tra Stato e Chiesa, l’ammirazione per il federalismo degli Stati Uniti d’America.

Sul piano strettamente intellettuale, Cattaneo è figlio della filosofia illuministica italiana (Verri, Beccaria) e francese. In particolare, è evidente nei suoi scritti l’eredità del pensiero di Henri Saint-Simon che in Francia aveva fondato insieme ad altri intellettuali il Politecnico di Parigi e proponeva riforme sociali ed economiche fondate sull’applicazione delle scienze. Questo genio e massone francese è il padre del pensiero del riformismo, del socialismo, del comunismo e di parte del liberalismo più progressista del XIX secolo. A lui si deve anche la moderna suddivisione delle scienze, la nascita della sociologia e di tutte quelle materie economiche che riguardano la gestione dei processi produttivi e della sostenibilità ambientale. Questo approccio scientifico e quasi tecnocratico ai problemi è rinvenibile anche nelle opere di Cattaneo. Una delle riviste da lui fondate fu Il Politecnico che contiene già un chiaro riferimento all’esperienza di Saint-Simon.

Gran parte della sua attività riguardò la proposta di riforme giuridiche ed economiche. Allo stesso tempo, si dedicò alla formazione di una nuova classe dirigente composta da tecnici in grado di attuare le riforme e gestire nuovi processi amministrativi e produttivi. Scienziati, giuristi, economisti, ingegneri dovevano collaborare sinergicamente in favore della società e dei popoli.

Cattaneo aveva una grandissima ammirazione per la Rivoluzione francese e la Rivoluzione americana. Il suo piano di riforme aveva come scopo l’istituzione in Italia di una repubblica federale e democratica tenendo conto dell’esperienza del federalismo americano e di quello svizzero. Riteneva che il federalismo sarebbe stata la leva su cui edificare anche gli Stati Uniti d’Europa.

In breve tempo, la sua fama e la sua competenza lo resero uno dei pensatori più in vista dei federalisti italiani con i quali polemizzò Giuseppe Mazzini, sostenitore di una repubblica unitaria fondata su una religione civile. Accanto a questi pensatori più radicali, altri su posizioni moderate pensavano ad una confederazione di stati italiani guidata dal Papa (il neoguelfismo di Gioberti). Prevalse la linea più moderata che portò all’unificazione dell’Italia a guida della monarchia dei Savoia. Su questo progetto si schierò una parte della Massoneria italiana dell’epoca che confluì nel Rito Simbolico Italiano da cui poi fu riedificato il Grande Oriente d’Italia.

Cattaneo non era un rivoluzionario fautore della lotta armata o organizzatore di società segrete come Mazzini. Ma quando i milanesi si sollevarono contro gli austriaci fu in prima linea durante le Cinque Giornate di Milano. Fu il capo di uno dei due comitati insurrezionali della città. La rivolta fu soffocata nel sangue anche a causa dell’esitazione di Carlo Alberto, re del Piemonte, che non lanciò subito l’attacco contro gli austriaci per venire in soccorso dei milanesi.

Carlo Cattaneo fu costretto ad abbandonare l’Italia e a riparare in Svizzera. Rimase profondamente segnato dall’esperienza delle Cinque Giornate di Milano e provò sempre un astio e rancore profondo per Carlo Alberto, i Savoia e il Vaticano. Scrisse in esilio Dell’insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra, una delle testimonianze più importanti di quella rivolta.

A Lugano aprì un istituto scolastico dove cercò di realizzare un nuovo modello di scuola laica e aperta alle scienze con cui ottenne anche una certa fama in Italia e all’estero.

Nel 1860 fu candidato alle elezioni ed eletto, ma non si recò mai in Parlamento perché non accettava la monarchia dei Savoia, né ritornò più in Italia.

Nonostante la sua vastissima cultura e le sue grandi capacità tecniche, la figura di Carlo Cattaneo sembra assolutamente dimenticata in Italia e come lui anche Gaetano Filangieri. Le loro opere e il pensiero sono più ammirati all’estero che in Italia.

Si tratta, a nostro modesto avviso, di una gravissima ingiustizia. Gran parte della cultura politica italiana insiste su pensatori come Benedetto Croce, Giovanni Gentile e Julius Evola che sono molto inferiori a Cattaneo.

L’approccio illuministico e scientifico di questo pensatore ed economista è molto lontano dalla cultura retorica ed umanistica di parte dei ceti moderati, reazionari e cattolici tuttora in auge nella Penisola. Mentre in altri stati, l’eredità dell’Illuminismo e del positivismo ha permesso lo sviluppo di una tecnocrazia molto avanzata, in Italia, sembra continuare nel suo provincialismo culturale e politico che sfocia in una sacra alleanza tra cuori, sepolcri ed altari, un conservatorismo di fondo che permea tutte le forze politiche e tutte le amministrazioni pubbliche.

Infine, va sottolineato come Mazzini e Cattaneo siano stati candidati alle elezioni dai loro seguaci ed eletti al Parlamento italiano. Entrambi non accettarono mai la monarchia sabauda dell’Italia unita né misero mai piede in Parlamento. Mazzini rientrò clandestinamente in Italia poco prima della morte, Cattaneo morì in esilio a Lugano. Entrambi furono importantissimi teorici e profeti dell’Italia, entrambi non videro realizzate le idee in cui credevano, entrambi si rifiutarono di accettare l’Italia di Cavour e di Vittorio Emanuele II. Entrambi sono molto lontani dalla politica attuale dell’Italia. I politici italiani attuali sono agli antipodi della politica mazziniana fondata sui doveri, sulla patria, sul sacrificio e il martirio. I politici attuali sono agli antipodi dalla politica di Cattaneo fondata sulle scienze e sulla cultura, sulla formazione di un ceto dirigente moralmente forte e dotato di una cultura ampia, laica e progressista.

Foto di Plflcn – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=89473543

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