La strega del bosco di Salaparuta
A Salaparuta, in provincia di Trapani, si estende un suggestivo bosco reso misterioso dalle folte chiome dei suoi altissimi alberi che si intrecciano le une nelle altre in una rete naturale fatta di rami e di foglie, così spessa che attraverso di essa filtrano radi raggi di sole che non riescono a illuminare la parte sottostante. Essa resta in ombra creando un’atmosfera irreale, mista tra un sogno onirico e un luogo inquietante che lascia immaginare presenze sovrannaturali e arcane provenienti da mondi lontani.
Così da generazioni, la gente di Salaparuta, piccolo comune del trapanese che sorge su una collina nella valle del fiume Belice, narra e tramanda che, proprio in questo misterioso bosco, in un tempo antico, viveva una strega malvagia.
Questa donna aveva scelto il bosco di Salaparuta come propria dimora e lì, protetta dalla rigogliosità della vegetazione, praticava arti magiche, compiendo tremendi sortilegi ai danni delle persone ma, soprattutto, rapiva i bambini che poi sacrificava nei suoi rituali in onore del Demonio.
Gli abitanti del piccolo paesino, impauriti ma decisi ad allontanare il male dalle loro vite, trovarono il coraggio di cacciarla. Ma la strega, costretta ad andare via, prima di lasciare il bosco, lanciò una terribile maledizione per vendicarsi del torto subito.
Gli abitanti di Salaparuta, spaventati e preoccupati, chiesero l’intervento del loro patrono: San Giuseppe. E fu così che il santo misericordioso apparve in sogno ai concittadini e promise loro che avrebbe benedetto tutte le terre attorno alla piccola cittadina in modo tale che non sarebbero mai state aride e che avrebbero sempre dato sostentamento a tutti con i loro frutti.
E, ancora oggi, a distanza di secoli, la sua intercessione benevola riuscirebbe a contrastare gli effetti malefici dell’antica maledizione. Infatti i terreni intorno sono particolarmente fertili e i vigneti producono vini pregiati.
Questa leggenda si perde nelle pieghe del tempo e molti, impauriti, preferiscono non addentrarsi di notte nella fitta radura per evitare di rimanere intrappolati da oscure forze maligne.
Ma veramente, in un tempo remoto, una strega malvagia ha scelto come propria dimora questo bosco?
Poiché leggenda e realtà sono sempre legate tra di loro, è probabile che questo bosco sia stato abitato, nei tempi passati, non da una strega, ma da una donna con una sensibilità particolare. Potrebbe aver trovato rifugio, una donna che, erede di conoscenze ancestrali, legate ad antichi culti, e tramandatele oralmente, possedeva la capacità di padroneggiare gli elementi della natura.
Quindi possiamo immaginare che il sapere antico di questa donna non venne compreso dai suoi stessi concittadini, soprattutto nel momento in cui fu istituita la Santa Inquisizione nella nostra terra. Fu così che le sue capacità divennero malefiche in nome di una religione chiusa nei propri dogmi. La sua magia naturale basata sulle proprietà delle erbe e dei minerali si trasformò in magia nera, opera del demonio. I suoi concittadini, coloro che avevano sempre beneficiato dei suoi infusi per curare i propri malanni, iniziarono a guardarla con sospetto e, per ignoranza mista a superstizione, considerarono le sue medicine naturali come intrugli frutto di incantesimi e sortilegi.
Con l’appoggio della Chiesa, fu accusata di stregoneria e di essere solita aggirarsi di notte per la cittadina in cerca di bambini da rapire e da sacrificare.
Per questo si sarebbe rifugiata all’interno del bosco di Salaparuta per proteggersi e per continuare a operare in perfetta sintonia con la Natura.
Il bosco con le sue zone di ombra e di luce introduce in una dimensione ignota, in cui non valgono più le regole degli uomini ma solo quelle della Madre Terra. All’interno di questo ventre umido e semibuio, si diventa partecipi del mistero della vita, in cui tutto si trasforma in un ciclo eterno di morte e rinascita.
E qui, questa donna, da tutti considerata come la terribile Strega del bosco di Salaparuta, avrebbe ritrovato un legame indissolubile con il segreto dell’esistenza.
Per questo ogni volta che ci si addentra nel bosco di Salaparuta, ci si allontana dal mondo sensibile per addentrarsi in una dimensione trascendente la quotidianità che impregna di energia ogni soffio di vento.
Barbieri Giovan Francesco (Guercino), San Giuseppe, 1640-1645, olio su tela Palazzo Pitti, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, Firenze