Cultura

La lingua siciliana arriva nelle scuole dell’Isola

La lingua siciliana arriva finalmente nelle scuole dell’Isola. Avviati provvedimenti e stanziamenti che assumono come punto di riferimento la legge regionale numero 9 del 2011. Tali norme sono oggi messe in atto dal lavoro del tavolo tecnico, che si è recentemente insediato, e che è presieduto dal professore Giovanni Ruffino, alla guida del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, e dall’attività degli istituti, dei quali è capofila il liceo classico Umberto I di Palermo. Il tavolo è completato da rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale, delle Università, delle scuole, dell’amministrazione regionale.
Una conferenza di presentazione in merito alle iniziative di attuazione a sostegno della formazione e dell’insegnamento della lingua siciliana, si è tenuta nella sala Pio La Torre di Palazzo dei Normanni di Palermo.
Al tavolo dei relatori l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione, Mimmo Turano, il quale agirà per impegnare fondi di 200 Mila euro, parallelamente al progetto in Ue attuato per iniziativa del deputato Ignazio Corrao.
“Si tratta – ha detto l’assessore – dell’ultima chiamata per consentire ai nostri giovani di apprendere e verificare direttamente gli insegnamenti dei loro nonni. Una lezione ‘sul campo’ che la scuola deve assolutamente incoraggiare con strumenti scientifici e didattici adeguati”.
L’idea che sta alla base dell’iniziativa è quella di intrecciare l’attività didattica con un progetto che mira al riconoscimento a livello europeo della lingua siciliana.
“Per generazioni parlare in dialetto siciliano è stato considerato uno stigma. Adesso non sarà più “- lo dichiara l’eurodeputato Ignazio Corrao nella sala Pio La Torre dell’Assemblea regionale.
Il progetto prevede non solo la formazione dei docenti, ma anche il contatto diretto tra le scuole e le varie arti quali le arti, la poesia, il canto e il “cunto”.
“Adesso – ha aggiunto Turano – alla formazione degli insegnanti e al percorso accademico e didattico ‘puro’ va affiancata una declinazione emozionale, che soltanto attraverso il contatto diretto con le arti, la poesia, il canto, il cunto, può realizzarsi. Dunque, prendo l’impegno preciso di avviare gli incontri degli artisti che hanno aderito all’iniziativa con gli studenti entro il prossimo mese di marzo”.
A lanciare le comunicazioni in merito ai vari istituti coinvolti sarà il liceo classico Umberto I di Palermo: “Facciamo la formazione dei docenti per introdurre storia e lingua siciliana nelle scuole che aderiscono ai progetti e curiamo numerose pubblicazioni”, afferma Vito Lo Scrudato, dirigente scolastico dell’Umberto I.
Tra i volti e le voci coinvolte negli istituti, quelle di Lello Analfino e di Salvo Piparo, ospite invitato anch’egli all’incontro: “Andremo nelle scuole per cantare e raccontare storie in siciliano- afferma Piparo- perché ritorni ad essere una lingua viva anche tra i giovani’.
Fra gli altri, oltre allo stesso professore Ruffino e al vicepresidente dell’Ar Nuccio Di Paola, la docente dell’Università di Palermo Marina Castiglione, Alfonso Campisi (Università La Manouba di Tunisi), Vito Lo Scrudato (docente del liceo Umberto I di Palermo), e il dirigente della Presidenza del Consiglio Aurelio La Torre.
“Abbiamo messo insieme – sottolinea l’eurodeputato Corrao – il mondo accademico, il mondo culturale, il mondo artistico e quello imprenditoriale per un progetto che, in prospettiva può portare al riconoscimento, anche a livello europeo, del dialetto siciliano così come avviene, a esempio per il galiziano e il castigliano. Abbiamo avviato questo percorso a Bruxelles in un partecipatissimo incontro che ha dato il via libera ad una grande energia che va in questa direzione che noi stessi non ci aspettavamo. Adesso proseguiremo questo percorso avviando incontri sia nelle scuole che coinvolgendo gli artisti che fanno della loro sicilianità la loro forza”.
Intanto, in merito a quanto emerso nella conferenza, giunge il parere dell’Auclis (Associazioni Unite per la cultura e la lingua siciliana). In una nota fanno sapere che ritengono importante l’apporto degli artisti nelle scuole ma sottolineano “la mancanza di un approccio strategico e strutturato per la promozione diffusa del siciliano e, del pari, l’inesistenza di un programma moderno di pianificazione linguistica volta al suo rilancio. Nessuna lingua giudicata “vulnerabile”, come lo è dall’Unesco quella siciliana – prosegue Auclis – è riuscita a invertire la tendenza con le sole misure ascoltate oggi”.

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