Un libro da raccontare

Élites: la democrazia è un’illusione

AA.VV., Élites. Le illusioni della democrazia, Creative Commons, Circolo Proudhon, 2016, isbn 978-88-99488-21-5.

Nell’Ideologia tedesca Marx scriveva: “le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti”. Altri pensatori ritengono che il potere politico non abbia come scopo l’applicazione della giustizia e del diritto, ma solo il mantenimento di un’organizzazione politica o – in termini più semplici – di un élite di persone che hanno il potere e comandano. Spesso si parla di democrazia, ma praticamente essa non esiste da nessuna parte. La democrazia è principalmente la democrazia diretta attraverso la quale tutto il popolo partecipa alle decisioni politiche. Questo accade solo con il referendum e le proposte di legge popolari. Per il resto, in tutti gli stati vige la democrazia rappresentativa che spesso degenera in partitocrazia come è capitato nella Prima Repubblica e nel caudillismo e nella videocrazia di Silvio Berlusconi nella Seconda Repubblica. Con la dissoluzione del bipolarismo, in Italia si è imposta anche la dittatura dei capipartito con il sistema elettorale caratterizzato dalle liste bloccate.

Questa triste realtà emerge soprattutto per chi ha una diretta esperienza politica. Spesso il peggior nemico non è l’avversario politico di un altro partito, ma il funzionario di partito che con “linguaggio di Oxford” proclama “l’onorevoli dissi… l’onoveroli voli…” e l’Onorevole è il padroncino locale di un partito, di un contenitore politico. Spesso le nobili regole scritte negli statuti dei partiti vengono disattese: dibattiti aperti al pubblico, primarie, democrazia partecipativa sono belle utopie quotidianamente distrutte dai politici locali. In un piccolo comune, spesso travestiti da contenitori politici di destra o di sinistra, ci sono solo alcuni gruppi hanno organizzato una cassa attraverso la quale realizzano la propria attività politica. A questo disastro va aggiunto il timore che molti hanno nei confronti dei potenti, la capacità umana di mentire e simulare, l’egoismo e la miseria degli esseri umani. Ogni volontà di impegno e di partecipazione finisce nel momento in cui i cittadini hanno paura di firmare i moduli necessari per presentare una nuova lista alle elezioni comunali. Spesso questi cittadini sono quelli che fino a sei mesi prima delle elezioni hanno parlato male dei potenti di turno. Spesso tra questi cittadini ci sono parenti e amici della persona che sta invitando a firmare quei moduli.

Specie nei periodi di crisi morale e di corruzione politica emerge un dato di fatto al di là della democrazia, del parlamentarismo, dei partiti, dei sindacati e di tutti gli altri corpi intermedi tra stato e cittadino: un élite ha il potere e governa e una massa è governata ed è sottomessa.

Il populismo ha spesso molti slogan volgari e violenti, ma pone l’accento su un punto: la spaccatura tra un’élite che comanda e il resto del popolo che subisce ogni tipo di ingiustizia.

Alcuni autori dicono che la democrazia è un’illusione. Addirittura sostengono che non ha senso parlare di aristocrazia, oligarchia e democrazia. Bisogna parlare di èlites: una minoranza attiva ha il comando e molte maggioranze devono solo obbedire e subire. Questo principio vale nelle grandi comunità politiche ma anche negli organi intermedi tra stato e cittadino (partiti e sindacati) e nelle più piccole associazioni.

Un recente e-book raccoglie i contributi e le analisi di quattro autori sulle élites e sulla cd. teoria delle élites: Gaetano Mosca, Vilfredo Pareto, Robert Michels e Antonio Gramsci.

È un testo molto breve, ma che fa riflettere sulla degenerazione della democrazia, sulle élites, sui potenti e soprattutto… sulla miseria degli esseri umani. E andrebbe ricordato a tutti coloro che si sentono parte di un’élite, che prima o poi le élite passano…

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