Cittadini del mondo verso una democrazia cosmopolitica
Nel suo libro intitolato Cittadini del mondo. Verso una democrazia cosmopolitica, il Prof. Daniele Archibugi, riprendendo una felice espressione di David Held, afferma che il pianeta è composto da “comunità di destino sovrapposte”. Purtroppo la politica mondiale è esercitata “da un ristretto grupo di attori che sono venuti a costituirsi come un direttorio, dando vita a quello che definiamo l’oligarchismo intergovernativo”. Ritiene necessario procedere ad una grande ristrutturazione dell’ordine internazionale estendendo la democrazia anche agli affari globali. “La democrazia può e deve diventare la modalità di gestione della governance globale. Così come la democrazia ha distribuito notevoli vantaggi ai popoli che l’hanno sperimentata, essa può oggi essere vantaggiosa per tutta l’umanità. Ma ciò richiede di ripensare e reinventare la democrazia in nuove condizioni storiche e su scala diversa.”. Pertanto, “è necessario dare ai cittadini del mondo la possibilità di partecipare direttamente alle scelte globali tramite nuove istituzioni parallele e autonome rispetto a quelle già esistenti all’interno degli stati. Evocare un Parlamento mondiale indispettisce molti, perché è considerato irrealistico e vago. Eppure, oggi sembra essere una modalità necessaria per far sì che i principi della democrazia non siano quotidianamente calpestati dagli interessi di parte per giungere a un effettivo conferimento di responsabilità e diritti ai cittadini nel mondo”.
Il prof. Archibugi propone l’introduzione della democrazia cosmopolitica come soluzione alla mancanza di democraticità degli organismi internazionali. Per comprendere bene questa proposta bisogna domandarsi che cosa possa esserci al di là dello stato. Secondo i federalisti, al di là dello stato c’è la federazione di stati. I membri dello stato federale delegano al governo federale alcune importanti competenze come la moneta, la guerra e il governo. I singoli stati perdono la loro soggettività internazionale pur mantenendo amplissimi poteri. I cittadini partecipano direttamente attraverso l’elezione di un Parlamento o di un Congresso. Gli esempi di stati federali più importanti sono l’India e gli Stati Uniti d’America. Secondo i confederalisti, al di là degli stati ci sono le organizzazioni internazionali. Ad esse aderiscono gli stati senza particolari vincoli e mantenendo la loro soggettività a livello internazionale. I cittadini non partecipano direttamente all’organizzazione internazionale. L’esempio più importante è quello dell’ONU, l’organizzazione mondiale che ha il compito di mantenere la pace. Usualmente il metodo confederale viene utilizzato per questioni estremamente specifiche ed amministrative: il commercio (WTO), la finanza (Banca Mondiale, Fondo monetario Internazionale), la cultura (UNESCO). La proposta della democrazia cosmopolitica si pone ad un livello intermedio in cui alcuni degli istituti tipici della democrazia (il voto, il parlamento, la cittadinanza) sono estesi a livello internazionale pur senza per questo arrivare alla formazione di uno stato federale.
Il Prof. Archibugi sia in questo testo che in altre sue pubblicazioni entra nel vivo di una questione interpretativa che riguarda il breve ed intenso saggio di Immanuel Kant Sulla pace perpetua. Un progetto filosofico ed in particolare su quale significato dare alla formula: “diritto cosmopolitico”. Secondo il professore, Kant intenderebbe proprio un modello intermedio tra federazione e confederazione.
Il libro può essere suddiviso in due parti. Nella prima parte si discute principalmente della democrazia in rapporto al sistema globale e dell’architettura della democrazia cosmopolitica. Si riporta anche il dibattito teorico in corso su questo argomento e proposte simili (es. democrazia post-nazionale di Habermas, democrazia transnazionale, democrazia globale di Boutros Ghali e altri). La seconda parte affronta alcune delle questioni più importanti del diritto internazionale: la riforma dell’ONU, l’intervento umanitario, la sovranità e l’autodeterminazione dei popoli, il problema linguistico negli stati multilinguistici e nell’ordinamento internazionale. Si tratta di argomenti di grandissima attualità che vengono affrontati in modo molto serio e attento.
Il libro del prof. Archibugi è molto interessante e rappresenta, a nostro modesto avviso, una pietra miliare nel dibattito attuale sulla riforma dell’ordinamento internazionale.
Daniele Archibugi, Cittadini del mondo. Verso una democrazia cosmopolitica, Il Saggiatore, Milano, 2008.