La procura europea: se n’è parlato a Catania
Nell’aula magna della Facoltà di Scienze politiche si è svolto un importante ed interessante convegno intitolato “La nuova procura europea. Profili applicativi e riflessioni critiche” con la partecipazione del Dott. Francesco Testa (Procuratore Europeo Delegato), dell’Avv. Paolo Maria Gemelli (Foro di Roma), Prof. Giuseppe Corasaniti (già Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione), e del Dott. Alessandro Tomaselli (Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Catania) come relatori e la Prof. Anna Lucia Valvo (professoressa di Diritto UE presso la facoltà di Scienze Poliche dell’Università di Catania) come moderatrice.
Gli illustri oratori hanno esposto in modo molto puntuale e preciso la particolare strutturazione della Procura europea (EPPO) che nasce per indagare, perseguire e portare in giudizio i reati che ledono gli interessi finanziari dell’UE (frodi, corruzione, riciclaggio, frodi IVA transfrontaliere). Sulle stesse materie operano anche altre agenzie dell’Unione Europea comel’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto (Europol) e l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust), che non hanno potere di avviare indagini o azioni giudiziarie. La Procura europea, invece, può compiere indagini e avviare azioni giudiziarie sulle materie di proprio competenza.
Questo organismo è stato istituito con il Regolamento UE/2017/1939 frutto della cooperazione rafforzata tra 22 stati e precisamente: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A02017R1939-20210110). L’Italia ha adeguato la propria disciplina interna con il DECRETO LEGISLATIVO 2 febbraio 2021, n. 9. La sua normativa di riferimento è la Direttiva (UE) 2017/1371, del 5 luglio 2019, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale (cd. Direttiva PIF)
La sede principale della Procura è a Lussemburgo poco distante da quella della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il procuratore capo è Laura Codruţa Kövesi proveniente dalla Romania. È coadiuvata dal collegio dei procuratori a cui partecipano i procuratori degli Stati membri partecipanti (attualmente 22). A livello nazionale, ognuno degli Stati partecipanti la Procura europea è dotato di una Camera permanente che ha funzioni di controllo e di in diritto presieduta dai procuratori europei delegati (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=uriserv%3AOJ.C_.2021.059.01.0008.01.ITA&toc=OJ%3AC%3A2021%3A059%3ATOC).
I relatori hanno sottolineato come questo organismo sia una vera e propria procura e non un’agenzia. È l’embrione di un sistema giudiziario penale europeo. Uno di loro in particolare ha affermato che ha come modello la Procura Federale degli Stati Uniti d’America.
Non hanno mancato di sottolineare che la Procura Europea ha delle criticità e dei problemi dovuti a varie ragioni. La prima è la resistenza degli stati membri a cedere competenze all’Unione Europea in materia penale e processual-penalistica. La seconda è la natura sui generis dell’Unione Europea che è a metà strada tra una semplice confederazione di stati e una federazione di stati. Questa particolare situazione ha sicuramente reso più complessi i negoziati su queste delicatissime materie e lasciato ampio margine di azione alle cancellerie dei governi. Il Governo Italiano è stato particolarmente incisivo e ha ottenuto che fosse creato una vera Procura europea e non una nuova agenzia. La terza ragione è rappresentata dalla complessità e dalle differenze tra i vari ordinamenti nazionali in materia penale e penal-processuale e soprattutto nella strutturazione della magistratura.
Gli studenti e gli avvocati presenti hanno potuto conoscere l’esperienza diretta degli oratori con la Procura europea e le loro opinioni sulle criticità dell’organismo e i possibili futuri problemi giuridici su questi delicati e complessi ambiti del diritto comunitario.