L'Opinione

Diritti o Doveri? Un dilemma politico da Mazzini ai nostri giorni

Diritti o Doveri? Un dilemma politico da Mazzini ai nostri giorni

Noi tutti, quanti siamo uomini di progresso e di fede nella vita collettiva dell’Umanità!

Il nostro ideale, (…): un solo padrone, Dio: una legge sola, Progresso: un solo interprete della legge di Dio sulla Terra, il popolo! duci la Virtù e il Genio.

Nel nome di Dio e del Popolo, noi siamo uno, i nuovi pagani saranno impotenti, il vecchio mondo sarà vinto da noi. Dio c’inspirerà poi le vie del futuro!”.

Giuseppe Mazzini

1.

Un giovane politico parlò davanti ad una platea dei diritti umani, della loro storia e della loro applicazione. Parlò della necessità anche di riconoscere nuovi diritti… Alla fine del suo discorso, un uomo molto anziano domandò: “E i doveri?”. Il giovane politico rise e diede una risposta generica.

Spesso il riconoscimento di diritti umani è visto come una conquista di libertà a discapito di una società oppressiva ed un’etica autoritaria. Ma è davvero così? Gli esseri umani, i cittadini hanno dei doveri?

2. Diritti o doveri?

La questione è molto seria ed è stata oggetto di attenzione da parte di Giuseppe Mazzini (1805-1872), padre del Risorgimento Italiano e sostenitore dell’unificazione italiana in chiave repubblicana. La sua opera più famosa è dedicata proprio a I doveri dell’uomo[1].

In questo breve testo, l’autore espone le ragioni storiche, filosofiche e politiche che hanno portato alla fine del feudalismo.  Egli riconosceva un grandissimo valore alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del cittadino e alla Rivoluzione Francese. Tuttavia, rilevava che non aveva portato alla piena emancipazione delle classi sociali, ma solo alla vittoria della borghesia[2].

Questo fallimento dei diritti dell’uomo era dovuto, a suo modo di vedere, alla filosofia e alla visione del mondo che l’aveva generata: l’utilitarismo e la dottrina della felicità. Diritti umani e dottrina della felicità erano insufficienti davanti alla realtà complessa e multiforme dei popoli. I singoli diritti mettevano l’uno contro l’altro gli individui. La politica si era ridotta ad accontentare alcune singole richieste immediate delle singole categorie. I suoi slogan erano solo promesse materiali. Il liberismo economico aveva determinato l’aumento dei prezzi di beni di prima necessità, l’impoverimento della classe operaia e grandi flussi migratori dai centri rurali verso i grandi centri urbani[3].

La proposta avanzata da Mazzini partiva dalla convinzione che fosse necessario considerare soprattutto i Doveri[4]e tramite il principio di associazione costruire una serie di corpi intermedi all’interno di uno Stato nazionale e repubblicano. Alla facile promessa del benessere materiale attraverso il riconoscimento di singoli diritti, Mazzini opponeva sacrificio e intransigente applicazione di doveri universali, “di virtù, miglioramento morale ed educazione[5].

In un’opera pubblicata poco prima della morte, Mazzini ha sostenuto che con la Rivoluzione Francese è emersa un’Etica dei diritti, fondata sull’Io, che aveva ceduto il passo ad un’Etica dei Doveri, fondata sul Noi, sulla dimensione collettiva, sulle nazionalità e sull’Umanità[6].

3. L’etica dei doveri secondo Giuseppe Mazzini

Nel saggio intitolato I doveri dell’uomo,Mazzini sostiene riprendendo un’antica tradizione filosofica, che esiste un unico Dio che è anche Padre, Intelletto, Amore ed Educatore supremo dell’Umanità[7]. L’Universo è la sua manifestazione e il suo Tempio. Tutte le creature sono sottoposte alla sua Legge universale ed eterna. L’Umanità è un vero e proprio Ente che partecipa alla vita del Cosmo e all’azione provvidenziale ed educatrice di Dio nella Storia[8]. Essa è un vero e proprio corpo mistico come quello descritto da San Paolo nella Lettera ai Romani.

Da una lettura analitica del testo emerge che il patriota ha ripreso la teoria dei cerchi concentrici sviluppata da Marco Tullio Cicerone nel libro intitolato De officiis, secondo la quale ogni essere umano è contemporaneamente membro di più comunità: 1) la famiglia; 2) il circolo degli amici; 3) la città in cui vive; 4) lo stato; 5) la kosmopolis. Mazzini ha una visione più semplificata, in quanto nel saggio intitolato Dei doveri dell’Uomo indica solo: 1) la famiglia; 2) la Patria; 3) l’Umanità[9]. Sempre nello stesso testo, parlando del concetto di associazione segnala la possibilità di creare dei corpi intermedi (cooperative, associazioni culturali, partiti e organizzazioni professionali)[10]. La soluzione delle legittime aspirazioni dei popoli è creare stati repubblicani democratici da inserire in una suprema confederazione dei popoli (Santa Alleanza dei popoli, Fede ed avvenire).

In modo mirabile, Mazzini ha dato una classificazione dei doveri dell’uomo verso l’Umanità, verso la Patria, verso la Famiglia, verso se stessi, ripercorrendo i cerchi concentrici da quello più esterno (Umanità) a quello più interno (individuo), dall’Universale al Particolare.

È alla luce dell’etica dei doveri che i diritti assumono una nuova dimensione. Infatti, nel libretto intitolato La Santa Alleanza dei popoli sottolineava: “Santi e inviolabili nella loro essenza sono per noi tutti, apostoli della vera democrazia, gli elementi perpetui della umana attività, della vita: famiglia, patria, proprietà, religione, ma santo si è pure, e anzi tutto, il progresso, elemento primo e legge eterna alla vita. Non uno di quegli elementi può o deve abolirsi: tutti devono con progresso pacifico trasformarsi e dirizzarsi meglio allo scopo. E di questo ci è maestra e mallevadrice la storia. La famiglia degli antichi giureconsulti romani non è la famiglia del cristianesimo: la proprietà dei tempi feudali non somiglia la proprietà dei tempi moderni, come escite dalle rivoluzioni compite tra il finire del secolo XVIII e i cominciamenti del XIX. Famiglia e proprietà si trasformeranno nell’avvenire. La famiglia migliorata più sempre dall’uguaglianza c dalla influenza dell’educazione nazionale, diventerà santuario dove s’inizieranno cittadini alla patria, come la patria darà cittadini all’ umanità. La proprietà accessibile a tutti, conseguenza e segno di un lavoro compito, rappresenterà l’individuo umano nelle sue relazioni coll’universo materiale, come il pensiero lo rappresenta nelle sue relazioni coll’universo morale. E la religione, suprema formula sintetica d’educazione ad un’epoca dell’umanità, darà impulso, sanzione e benedizione ad ogni progresso sociale.”.

4. Il sistema pedagogico di Mazzini.

La piena realizzazione dei diritti, la costante applicazione dell’etica dei doveri è possibile secondo Mazzini perché – sia singolarmente che collettivamente –  gli esseri umani sono educabili[11].

All’educazione e alla struttura del sistema educativo, Mazzini ha dedicato ne I doveri dell’uomo un’attenzione estremamente profonda e penetrante. Egli assegnava un ruolo molto importante all’intellettuale e al politico di guida morale e religiosa del popolo e dell’umanità.

A nostro modesto avviso, si può parlare di un vero e proprio sistema pedagogico mazziniano[12] a partire da due elementi: 1) la teoria dei cerchi concentrici; 2) la connessione tra sistema educativo e sistema politico.

Ad ogni individuo incombe il dovere di studiare e di conoscere e di auto-educarsi. La sua famiglia è il cuore dell’Umanità ed il primo centro di educazione. Qui il ruolo educativo è affidato principalmente alla donna. A sua volta, lo Stato ha una funzione educatrice molto penetrante che si manifesta in un robusto sistema educativo centralizzato e nazionale. In questo cerchio, un grande ruolo hanno il saggio, il Genio e spesso anche il Legislatore. Si fondono elementi diversi: la funzione educatrice dello Stato di Rousseau e la concezione del Genio sviluppata durante il Romanticismo (Schiller, Goethe, Schlegel) e nella letteratura italiana (Dante e Foscolo). Infine, anche l’Umanità, intesa come ente spirituale e metafisico, è educata direttamente dall’azione provvidenziale di Dio. Addirittura, riprendendo L’educazione del genere umano del massone Gotthold Efraim Lessing, Mazzini sostiene che la Rivelazione di Dio è principalmente Educazione[13].

Per profeta del Risorgimento, la pedagogia è strettamente connessa con la morale, con l’attività politica e con la futura strutturazione dello Stato e della comunità internazionale. È uno dei tanti pensatori che pone questo collegamento che è divenuto cruciale nella pedagogia del XX secolo di intellettuali con ideologie estremamente diverse: Luigi Sturzo, Anton Makarenko, John Dewey, Sergej Hessen, Rudolf Steiner.

5. Conclusioni.

Il breve saggio su I doveri dell’uomo di Mazzini andrebbe nuovamente riletto e meditato in un momento in cui la politica ha smarrito ogni riferimento etico ed ideologico. Da più parti si insiste sull’applicazione dei diritti umani in un momento in cui la crisi economica e la pandemia hanno reso la Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 un grande libro dell’utopia. Forse con Mazzini, si potrebbe dire che la Magna Charta dell’Umanità manca proprio di un’elencazione dei doveri.

A nostro modesto avviso, invece, molto più avanzata e completa è la Carta Africana dei diritti dell’uomo e dei popoli in quanto in essa i diritti sono riconosciuti sia agli individui che ai popoli[14]. Inoltre gli articoli 27-29 menzionano anche i doveri. Questo importantissimo documento ha accolto in modo molto autentico il pensiero di Giuseppe Mazzini.

Nella nostra epoca, la Dichiarazione universale dei diritti umani sembra ridotta al libro dell’utopia. I diritti umani sono diventati fonte di divisione tra gli individui, tra le minoranze e tra i popoli. Spesso gli individui non vogliono sentire parlare di doveri e di responsabilità. Eppure una democrazia seria si regge oltre che sui diritti su un’etica civile di cui è parte anche un’etica dei doveri. Probabilmente solo riscoprendo l’equilibrio tra diritti e doveri, è possibile riscoprire il senso profondo della democrazia all’interno degli stati e la solidarietà nell’ordinamento internazionale.


[1] G. Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, sta in Classici del pensiero libero – 19, RCS Quotidiani s.p.a., Milano, 2010.

[2] G. Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, pag. 18-19.

[3] G. Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, pag. 19.

[4] G. Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, pag. 23.

[5] G. Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, pag. 18.

[6] G. Mazzini, Ricordi di Giuseppe Mazzini agli Italiani, Emilio Croci Editore Milano, 1870, pag. 16.

[7] G. Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, pag. 44.

[8] G. Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, pag. 44.

[9] G. Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, pag. 55, 77.

[10] G. Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, pag. 56, 111-117. Vedi anche infra, il § sul concetto di associazione.

[11] G. Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, pag. 103.

[12] G. Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, pag. 103-109.

[13] G. Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, pag. 43.

[14] https://unipd-centrodirittiumani.it/it/schede/La-Carta-africana-dei-diritti-delluomo-e-dei-popoli/356 .

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