Catania, grande successo per la prima de “I Puritani”
La prima de I Puritani di Vincenzo Bellini è stata un successo, per la regia di Chiara Muti, andata in scena sabato 23 settembre al Teatro Massimo Bellini di Catania in occasione del 188⁰ anniversario della morte del compositore catanese e in replica oggi martedì 26 con ingresso libero su prenotazione. L’opera seria del Cigno Catanese esalta il genio dell’arte che si fa garanzia di libertà contro l’oscurantismo. È questa la chiave di lettura adottata dalla direttrice d’orchestra.
“Con il fuoco – si legge nelle note di regia di Chiara Muti – si vuole disperdere la memoria di un passato che si reputa scomodo. La finta pace ritrovata è dunque l’avvento di un pensiero unico dominante! Il fuoco divoratore nega ogni possibile confronto: a metafora della censura imperante! Tutto passa, le epoche, le interpretazioni, le mode e i metri di giudizio, ma il genio, lui, resta quale sorgente da cui attingere. Dall’alto come un “Deus ex machina”, il divino Bellini piomba gigante a spegnere l’incendio! L’arte non si tocca! È testimone immutabile e si erge immensa contro ogni forma di oscurantismo!”
Lo spettacolo, realizzato dall’ente lirico catanese, nell’ambito del Bellini International Context (BIC) promosso dalla Regione Siciliana -Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo, rientra nel mese di celebrazioni dedicate al Cigno Catanese, che vanno dal 1° settembre al 2 ottobre, ossia un festival lungo un mese, che si snodano tra le città di Catania, Messina e Palermo.
Nel BIC musica e filologia, pure restando protagoniste, si intrecciano con diverse discipline artistiche che vanno dal cinema alle arti figurative, dalla danza alla drammaturgia, ecc… Fitto il programma degli oltre trenta appuntamenti tra concerti, balletti, opere, incontri culturali, prosa e retrospettive che hanno coinvolto e coinvolgeranno il pubblico in molteplici sedi istituzionali.
Ne I Puritani il BIC utilizza filologicamente la scenografia di Alessandro Camera e i costumi, che delineano il cupo periodo storico, di Tommaso Lagattolla. Per il Teatro Massimo etneo l’orchestra è diretta da Fabrizio Maria Carminati e il coro è istruito da Luigi Petrozziello. Il cast annovera il tenore Dmitry Korchak (specialista dell’impervio ruolo di Arturo), il soprano Caterina Sala (Elvira), il baritono Christian Federici (Sir Riccardo Forth), il basso Dario Russo (Sir Giorgio), il mezzosoprano Laura Verrecchia (Enrichetta di Francia), Andrea Tabili (Lord Gualtiero Walton) e Marco Puggioni (Sir Bruno Robertson).
Un po’ di storia
L’opera seria de I Puritani e i cavalieri, conosciuta come I Puritani, è un’opera in tre atti di Vincenzo Bellini su libretto di Carlo Pepoli, tratto dal dramma storico di Jacques-François Ancelot e Joseph Xavier Boniface dal titolo Têtes rondes et Cavaliers.La partitura de I Puritani, ultima opera di Bellini, fu composta in nove mesi dall’aprile del 1834 al gennaio del 1835 e fu scritta prima in due atti e successivamente in tre e salutata con enorme fervore dal pubblico e dalla critica fin dalla première del 24 gennaio 1835 al Théâtre des Italiens di Parigi. Questo sarebbe stato l’ultimo successo per il Cigno Catanese, destinato ancora trentatreenne ad una prematura fine nell’autunno dello stesso anno.
Il libretto di Carlo Pepoli come scritto sopra s’ispirava a sua volta al dramma storico Têtes rondes et Cavaliers di Jacques-François Ancelot e Joseph Xavier Boniface. L’intreccio narrativo, ambientato sullo sfondo storico della cosiddetta “prima rivoluzione inglese” pilotata da Olivier Cromwell, è incentrato sul senso di giustizia e sulla fedeltà agli Stuart che determinano le azioni del nobile Arturo Talbo. L’azione è ambientata a Plymouth, in Inghilterra nel XVII secolo, al tempo di Oliver Cromwell. La storia d’amore si intreccia con lo lotta politica fra il partito dei Puritani e quello degli Stuart, in seguito alla decapitazione di Re Carlo I. La vicenda precipita quando il suo apparente tradimento annienta di dolore la promessa sposa di Talbo, Elvira.
Foto di Giacomo Orlando