Zona rossa, Confindustria Catania chiede shock fiscale per le imprese e ristori immediati
“Pur comprendendo le ragioni di tutela della salute e di tenuta del sistema socio-sanitario su cui si basa l’impianto del DPCM e della successiva ordinanza regionale, ritengo inaccettabile che non si preveda nelle zone dichiarate ad “alto rischio”, un meccanismo immediato di sospensione del pagamento delle tasse e di blocco delle cartelle esattoriali. Non possiamo pretendere che le nostre aziende rispettino puntualmente le scadenze fiscali se non sono messe nelle condizioni di operare a “pieno regime”. Ritengo, infatti, che questi vuoti procedurali siano lesivi del diritto di fare impresa, anche in considerazione del fatto che esistono delle previsioni normative già contenute nel Decreto “Cura Italia” che stabiliscono “nero su bianco” la possibilità di sospendere il versamento dei tributi. La mancanza di liquidità sta ormai soffocando molte imprese del nostro territorio; gli strumenti messi in campo dal Governo si sono dimostrati poco incisivi e le Banche imbrigliate dal rispetto dei parametri creditizi non possono rispondere alle reali esigenze di liquidità delle imprese. Ora più che mai, quindi, è necessario un “shock fiscale” per far fronte all’emergenza. Mi appello, quindi, al Presidente della Regione, auspicando che con la stessa autorevolezza con cui è riuscito ad ottenere dal Governo l’istituzione della zona rossa, possa farsi portavoce delle istanze degli imprenditori per richiedere l’attivazione di ristori immediati e soprattutto di una pace fiscale che possa evitare il definitivo default della nostra Regione.
Questo è quanto dichiara il Presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco, che aggiunge “Come rappresentante degli industriali catanesi assicuro al Presidente Musumeci la piena collaborazione per avviare tutte le possibili azioni condivise rivolte al sostegno del nostro tessuto imprenditoriale che da troppo tempo aspetta risposte concrete e risolutive.
Infine, il Presidente Biriaco conclude “La zona rossa non deve essere un alibi per non affrontare le criticità e rinviare scelte ormai improcrastinabili , ma deve rappresentare l’occasione per mettere da parte i personalismi ed affrontare coesi una crisi che altrimenti rischia di cadere come una scure sul futuro del nostro tessuto produttivo” .