L'Opinione

Siamo tutte Barbie

Da bambine ci abbiamo giocato tutte sognando una vita in rosa e luccicante e lei, Barbie, con i suoi lunghi capelli biondi e con i lustrini dei suoi sfavillanti vestiti ci ha insegnato a lasciarci andare alla frivolezza senza alcun senso di colpa, ci ha restituito il nostro giocoso diritto di piacerci come donne prima ancora di essere madri e mogli devote secondo i ruoli imposti da secoli.

Noi tutte abbiamo un angolo rosa, nascosto nel nostro intimo, che ci rende consapevoli del femmineo che è dentro di noi, ma Barbie non è solo questo.

Con la sua allegra sfrontatezza, con i suoi occhi sempre brillanti ci ricorda che non siamo bambole, ma bambine, adolescenti e infine donne determinate a raggiungere i nostri obiettivi, capaci di svolgere qualsiasi professione desideriamo. Vestendola con gli abiti da lavoro abbiamo sognato insieme a lei il nostro futuro di adulte e abbiamo immaginato, dando voce ai nostri desideri più profondi, i nostri traguardi lavorativi in ambiti da sempre occupati da soli uomini.

Siamo tutte Barbie!

Ed è per questo che l’uscita del film dedicato a lei, ha suscitato un consenso enorme e anche sorpresa.

Ma Barbie non è una bambola come le altre, è un’icona senza tempo.

Un simbolo reso umano dalla regista Greta Gerwig, una donna come tutte noi che ha saputo interpretare la nostra voglia di esserci a questo mondo con i nostri difetti e con le nostre incertezze, ma soprattutto ha sbattuto in faccia all’ipocrisia perbenista, la nostra quotidiana fatica per ritagliarci uno spazio tutto nostro nei confronti di una società che ancora oggi tende a schiacciarci e a rinchiuderci dentro a stereotipi che continuano ad essere alimentati da un maschilismo di comodo.

Greta, una donna come noi che ha parlato per noi, e di questo ne siamo orgogliose ma non ci riempie di orgoglio questo voler sottolineare in continuazione che sia la prima regista donna ad aver ottenuto incassi da record in quanto tutta questa enfasi, sembra sminuire le sue reali capacità come se non ci si aspettasse una simile competenza da parte di una donna.  E si finisce per rimarcare una differenza di genere che non dovrebbe esistere, in quanto il valore e le qualità di un individuo non hanno niente a che vedere con esso.

Ma al di là di ogni polemica, è innegabile che Greta abbia cercato di veicolare un importante messaggio di rivalsa per noi donne e lo ha fatto con la stessa leggerezza e ironia con cui Barbie da sempre ci affascina.

Leggerezza che però quando le luci dello schermo si spengono e usciamo dal cinema, non ci impedisce di soffermarci a riflettere.

Barbie con la sua eterna faccia tosta, con la sua frizzante insolenza ci ricorda da sempre che noi donne sappiamo sempre rinascere.  Le bambine di ieri come quelle di oggi, possediamo tutte la sua caparbietà e come lei non ci arrendiamo con facilità e lottiamo per affermare noi stesse e la nostra voglia insopprimibile a essere come siamo.

Grazie a lei e insieme a lei, tutte dobbiamo trovare il coraggio di salire sulla nostra personale decapottabile rosa per sentirci libere di esprimerci in un mondo misogino che cerca in tutti i modi di tarparci le ali tentando di convincerci che questa nostra libertà è sinonimo di superficialità e di vacuità.

“Una donna libera è il contrario di una donna leggera” scriveva la scrittrice francese Simone de Beauvoir.

Perché una donna libera è padrona dei propri pensieri e della propria esistenza.

E la Barbie del film, così come tutte le Barbie che abbiamo stretto con fierezza tra le nostre mani di bambine, ci mostra che tutte possiamo e dobbiamo essere risolute come lei, non bambole ma donne in carne e ossa. Perché Barbie non è solo un corpo perfetto da ammirare ma espressione di donna intraprendente che si veste come vuole per puro divertimento e che, al tempo stesso, è determinata a emergere. Ma soprattutto ci sprona a non avere paura di reagire alle prevaricazioni maschiliste e alle imposizioni che rimandano a polverosi modelli patriarcali.

E’ molto meglio assestare un bel pugno in faccia così come la Barbie del film che colpisce con forza l’uomo che si permette di toccarle il sedere.

Barbie non simboleggia una favola singola ma racchiude in sé tutte le favole che abbiamo costruito da bambine e che abbiamo trasformato nella realtà di noi donne di oggi, consapevoli che Barbieland non esiste con i suoi miti di perfezione e di bellezza ossessiva.  Ci siamo solo noi donne con le nostre infinite sfaccettature che lottiamo, giorno dopo giorno, nel mondo reale per conquistarci il nostro posto in prima fila.   

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