L'Opinione

Il clima cambia ma noi no!

Mentre i moderni tuttologi sono impegnati a elargire le loro mirabolanti competenze scientifiche sui social e a contestare i dati forniti dai numerosi scienziati, il grido sofferente di un’Italia flagellata dalla furia devastante di un clima impazzito, ci sta assordando tutti, nessuno escluso.
Anche se a molti non piace ammetterlo, il cambiamento climatico è arrivato!
E pensare che scrittori di fantascienza tra fine 800 e inizio 900 immaginavano ghiacciai che si scioglievano e gas serra inquinanti, senza sapere che le loro parole sarebbero state profetiche.
Purtroppo questo futuro immaginario è diventato la nostra realtà.
Ed è inutile negarlo e trincerarsi dietro alla rassicurante convinzione che rientra nella normalità del passato del nostro pianeta attraversare differenti fasi climatiche, così come presuntuosamente sbandierato dalle illustri menti della rete.
È vero che ci sono già state variazioni di clima, ma solo uno stupido non può non accorgersi che questa è diversa per estensione e per rapidità. In questi ultimi decenni il cambiamento climatico ha colpito ogni parte del nostro pianeta con particolare aggressività. Non riconoscere che tutto questo è una conseguenza diretta di una massiccia azione umana sugli equilibri naturali, significa non avere nessuna capacità di discernimento.
I dati parlano chiaro, ma se non vogliamo crederci, basta osservare quello che sta accadendo nel nostro paese così come in altre parti del mondo.
L’ Italia è divisa in due parti, al Nord tempeste di pioggia e di ghiaccio, mentre qui al Sud temperature estreme così cruente da rendere difficile ogni forma di esistenza.
Una divisione netta provocata da un evento del tutto naturale ma che sembra rimarcare il profondo divario sociale, economico e politico che ci affligge da sempre.
Noi, gli emarginati del Sud, boccheggiamo da giorni, prigionieri di queste feroci ondate di calore e circondati dalla furia distruttrice del fuoco. Siamo stati lasciati soli in questa battaglia in cui siamo stati scaraventati dal più totale disinteresse da parte di tutte le istituzioni. Non solo le nostre ma anche quelle centrali che sembrano ricordarsi di noi e considerarci cittadini italiani solo nei loro bei discorsi da campagna elettorale.
Noi soli e abbandonati nelle nostre case senza acqua né corrente elettrica!
Ma niente paura o sconforto, a sostenerci ci sono i numerosi comunicati che ci assicurano che gli Enti preposti stanno lavorando per noi, che sono stati richiamati tutti i tecnici a disposizione per risolvere ogni interruzione nel più breve tempo possibile.
O le confortanti parole espresse dal ministro per la protezione civile, Nello Musumeci, che ci ha rassicurati che è stato fatto tutto il possibile per rimediare, come a dire che è stata messa una pezza per cercare di tappare un buco alimentato da decenni di incuria e incapacità politica.
Ma questa è la nostra storia, si ripete ed è sempre la stessa, parole su parole ma poi non si procede mai a una vera politica di attuazione che miri a sopperire a tutte le gravi mancanze che da troppo tempo mutilano la realtà sociale ed economica della nostra terra.
Le alte temperature hanno danneggiato i cavi elettrici per questo ci sono stati diversi blackout in tutta la città e la provincia di Catania.
Questa è stata la disarmante spiegazione fornita come una sorta di giustificazione che però invece di giustificare chi avrebbe potuto e dovuto prevedere una simile problematica, considerato che oramai è da alcuni anni che si discute di surriscaldamento climatico, offende per l’ennesima volta la dignità dei cittadini siciliani.
Cittadini prevaricati costantemente da interessi economici e posti al margine di reali progetti di rinnovamento in quanto le logiche di profitto costituiscono l’unico e solo obiettivo da perseguire a scapito della vita stessa.
Ma questi giorni bollenti, arroventati da assurdi disservizi e da accese polemiche non hanno evidenziato solamente le carenze di una classe politica incompetente ma anche la nostra moderna cecità di fronte all’imperante cambiamento climatico.
Noi che viviamo orgogliosi delle nostre consapevolezze, abbiamo dimostrato di essere in realtà ostinatamente ciechi poiché abbiamo sottovalutato un problema che coinvolge tutti senza esclusione.
Invece di trovare una soluzione in unità, ci siamo divisi in negazionisti che non credono ai dati scientifici e che affermano che non c’è alcuna necessità di fare qualcosa a tal proposito e in ambientalisti che per di far sentire la propria voce spesso compiono gesti eclatanti pur di scuotere le coscienze.
Questo violento cambiamento climatico in sostanza si traduce in un fallimento non solo politico ma soprattutto culturale e sociale.
Insensata e superba ottusità umana che rende imperiosa una sola domanda: noi siamo veramente disposti a rinunciare al nostro benessere e ai nostri interessi pur di abbassare le emissioni di gas nell’atmosfera e attuare, così, reali progetti a tutela del nostro pianeta?

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