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Tdc, grandi cartelloni con coraggio e passione

Orazio Torrisi e Tuccio Musumeci hanno presentato, insieme a tanti ospiti, sul palcoscenico del Brancati di Catania, il programma della stessa struttura e del Piccolo Teatro della Città. Il tour virtuale del Comunale di Siracusa. Il ricordo di Silvana Lo Giudice, il ritorno del Pipino, i grandi spettacoli e le più interessanti personalità del teatro italiano. E uno spettacolo su Pippo Pernacchio

Il momento più emozionante della presentazione della stagione 2023-2024 nel Teatro Brancati di Catania è stato quello in cui tutti si sono alzati in piedi ad applaudire Silvana Lo Giudice, scomparsa nel dicembre dello scorso anno.

A citare la coreografa, appartenente a una delle più importanti famiglie teatrali catanesi, è stato il giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso che, sul palco con il consulente generale Orazio Torrisi, marito di Silvana Lo Giudice, ha sottolineato come lei sarebbe stata orgogliosa dei cartelloni messi in piedi per la prossima stagione dal Tdc.

Torrisi ha spiegato come nella frase Coraggio e passione… si ricomincia da tre si intendesse puntare al futuro con un rinnovato sforzo produttivo e organizzativo che vedrà, nei prossimi mesi, decine di spettacoli avvicendarsi sempre sui due palcoscenici catanesi – il Brancati, appunto, e il Piccolo Teatro della Città – e, da quest’anno anche al Teatro Comunale di Siracusa (splendida struttura mostrata in un tour virtuale) la cui stagione sarà presentata il 14 luglio nella città aretusea.

Ovunque grande protagonista, Tuccio Musumeci, direttore artistico del Tdc e protagonista delle maggiori produzioni dei cartelloni, a cominciare da quel Pipino il breve che tornerà in scena durante le festività natalizie e che, firmato da Tony Cucchiara e Renzino Barbera, debuttò nel 1978 e tra repliche e tournee anche all’estero è certamente lo spettacolo siciliano più rappresentato degli ultimi cinquant’anni.

Quella del Pipino, nel dicembre scorso, fu tra l’altro l’ultima coreografia di Silvana Lo Giudice, che anche per questo, oltre che per tutta la sua carriera anche di ballerina, avrebbe ricevuto il Premio Danzuso.

Tuccio Musumeci sarà inoltre protagonista dello spettacolo che aprirà la quindicesima Stagione del Brancati giovedì 2 novembre: impersonerà zio Simone nel Liolà pirandelliano diretto dal cantattore Mario Incudine e dall’eclettico Moni Ovadia. E interpreterà anche quel Piccolo Grande Varietà, fuori abbonamento come Pipino, ripreso dopo il grande successo.

In cartellone altri titoli importanti come l’ultima regia di Maurizio Scaparro, Il Re muore di Ionesco, con protagonista Edoardo Siravo o il testo teatrale I due papi da cui è stato tratto l’omonimo film Netflix, interpretato da Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo. Il maestro Rigillo sarà anche protagonista della pièce Erano tutti miei figli diretta da Giuseppe Dipasquale. Un altro dei protagonisti della stagione visto che dirige anche il testo scritto insieme con Andrea Camilleri Troppu trafficu ppi nenti, interpretato da Angelo Tosto. L’attore catanese è anche protagonista di un capolavoro di Eduardo De Filippo affidato alla maestria del regista Armando Pugliese Sogno di una notte di mezza sbornia. Sul palco del Brancati è salito anche Miko Magistro, grande interprete del repertorio pirandelliano e che sarà protagonista del Questa sera si recita a soggetto diretto da Nicola Alberto Orofino. Completano la programmazione: Taddrarite di Luana Rondinelli, con Donatella Finocchiaro, Una compagnia di pazzi di Antonio Grosso, Black Comedy di Peter Shaffer diretta da Nicasio Anzelmo.

Il cartellone del Piccolo Teatro della Città, con le sue ventuno proposte (e il numero potrebbe crescere visto che si tratta di percorsi aperti) conferma la vocazione a innovazione e sperimentazione. Gli spettacoli si susseguiranno nella storica sala di via Ciccaglione, snodandosi nell’ambito della 57° Stagione e nel cartellone del Nuovoteatro che, dopo l’inaugurazione del 3 novembre, con Itria di Aurora Miriam Scala, in questa stagione, si articolerà i tre percorsi temporali: autunno, inverno, primavera. Spiccano tra gli altri: il debutto nazionale assoluto di Marx esiste?, pièce originale di Lina Prosa; la novità assoluta Di Madre in Figlia di Marinella Fiume – sul palco ne hanno parlato la grande Guia Jelo e la regista Gisella Calì – e grandi nomi dello spettacolo nazionale come Daniela Poggi in Emily Dickinson – Vertigine in altezza, Blas Roca Rey in Arrocco siciliano, Paolo Triestino in Guanti Bianchi, Vincenzo Pirrotta in Storia di un oblio di Roberto Andò, David Coco in La grande menzogna di Claudio Fava.

Completano i cartelloni: Se son fiori moriranno di Rosario Palazzolo, Battuage di Vuccirìa Teatro, Sulla morte senza esagerare della Compagnia dei Gordi. E ancora: Manca solo Mozart di Antonio Grosso, Una notte ad Amsterdam con Giovanna Criscuolo e Vincenzo Volo; Sudato amor di Lina Maria Ugolini diretta da Gianni Salvo; Maurizio IV con Cosimo Coltraro ed Emanuele Puglia, Favola della Piccola Compagnia della Magnolia, Nerds di Bruno Fornasarti, A Number di Luca Mazzone, La Mite di Valeria La Bua.

Tra le novità della stagione, ci sono i focus sulla drammaturgia contemporanea siciliana con Luana Rondinelli, Gaspare Balsamo e Francesco Randazzo nonché il Progetto Cechov con un’iniziativa di interscambio tra artisti e pubblico proposta dal regista Nicola Alberto Orofino su Il giardino dei ciliegi.

Particolare interesse ha destato poi il progetto che, come ha detto Orazio Torrisi, intende recuperare “la memoria e il ricordo di uomini e donne che hanno segnato la vita del passato recente di Catania e della Sicilia”.

E il primo dei personaggi individuati per celebrare la “Città della liscìa” è un… artista dello sberleffo: Giuseppe Condorelli, meglio conosciuto come Pippo Pernacchio, che visse dispensando versacci a pagamento ed era notissimo e amatissimo in città e in quella capitale del turismo che era ed è Taormina. Pippo Pernacchio, immortalato nel murale del Mocambo, sarà protagonista di un esilarante e umanissimo spettacolo teatrale scritto da Giuseppe Lazzaro Danzuso e interpretato da Cosimo Coltraro. E che si preannuncia esilarante e umanissimo.

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