Cronaca

Peppino Impastato, 45 anni fa l’omicidio di mafia

“La mafia è una montagna di merda”. Così vogliamo ricordare Peppino Impastato che con il suo coraggio ha voluto gridare senza paura, dai microfoni di ‘Radio Aut’ sfidando e sbeffeggiando con ironia il mafioso che nella sua Cinisi,  proprio a ‘cento passi’ da casa sua abitava, il boss Tano Badalamenti che il 9 maggio 1978, quando tutti i riflettori erano puntati su Roma per il ritrovamento, in via Caetani, del corpo senza vita del presidente Dc Aldo Moro, ne ha ordinato l’omicidio, facendolo esplodere sui binari del treno con una carica di tritolo, dopo essere stato massacrato a colpi di pietra. Proprio oggi si ricorda Peppino Impastato, a distanza di 45 anni da quel massacro, che ha pagato con la sua stessa vita, per la sua forma di ribellione alla mafia e alla sua costante denuncia.

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre per sempre.È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”

Giuseppe Impastato, divenuto un simbolo della resistenza e dell’antimafia, per tutti Peppino, era nato a Cinisi il 5 gennaio 1948 in una famiglia mafiosa. Il cognato del padre era il boss Cesare Manzella, poi ucciso nel 1963. Il giovane Peppino a 15 anni ruppe i rapporti con il genitore e venne cacciato di casa. Sin da ragazzo avviò un’intensa attività politica e culturale incentrata sull’antimafia. Nel 1965 fondò il giornalino L’idea socialista e aderì al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Dal 1968 il suo attivismo lo portò in prima linea nelle battaglie dei disoccupati e dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo, nel territorio di Cinisi. Dopo aver costituito il gruppo “Musica e cultura” che organizzava cineforum, dibattiti e concerti, Impastato nel 1977 fondò Radio Aut, un’emittente radiofonica libera con cui denunciava in maniera spesso irriverente gli affari illeciti dei mafiosi locali, in particolare del boss Gaetano Badalamenti, da lui ribattezzato “Tano Seduto”. Il programma più seguito era Onda pazza a Mafiopoli, trasmissione satirica in cui Peppino sbeffeggiava mafiosi e politici.

Come ogni anno sono numerosi gli eventi programmati per commemorare l’impegno civile di Impastato. Il primo questa mattina, alle 10, a Casa Felicia (Contrada Napoli, Cinisi), dove i referenti di alcune associazioni, i familiari e compagni di Peppino. Alle 16 è previsto un corteo antifascista e contro la mafia, da Radio Aut (Terrasini) a Casa Memoria (Cinisi) passando per il liceo linguistico con l’inaugurazione della targa d’intitolazione proprio all’eroe militante. Seguiranno gli interventi, dal balcone di Casa Memoria, di Luisa Impastato (presidente di Casa Memoria), Annalisa Savino (preside del liceo Leonardo da Vinci di Firenze), Serena Sorrentino (segretaria generale Funzione pubblica Cgil), Umberto Santino (presidente Centro Impastato-No mafia Memorial), Carlo Bommarito (presidente associazione “Peppino Impastato”), Ottavio Terranova (presidente Anpi Sicilia) e Adelmo Cervi, sette figlio di uno fratelli Cervi che sono stati fucilati dai fascisti, al poligono di tiro di Reggio Emilia, il 28 dicembre del 1943. A conclusione della giornata il concerto per Peppino Impastato con la partecipazione di Cisco, Serena Ganci, Roy Paci, Shakalab, Angelo Sicurella, Enzo Rao e il coro dei bambini della scuola di Cinisi. A presentare la serata, in corso Umberto I a Cinisi, ci sarà Martina Martorano, conduttrice radio e tv e consulente musicale. Parteciperanno al concerto anche due cori, uno interamente femminile e diretto da Serena Ganci, l’altro composto dai bambini delle scuole di Cinisi e diretto da Roy Paci. Il palco sarà simbolicamente allestito su Corso Umberto I, fra la casa di Peppino e Felicia Impastato e l’ex casa del boss Tano Badalamenti, alla fine del famoso percorso dei “cento passi”.

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