“Saggio sulla libertà” di John Stuart Mill
“La verità trae maggior vantaggio dagli errori di chi, con l’opportuna ricerca e preparazione, riflette da solo, che delle opinioni vere di coloro che le hanno solo perché non si consentono di pensare. Non che la libertà di pensiero sia necessario solamente, o soprattutto, al fine di formare grandi pensatori: anzi, è altrettanto e ancor più indispensabile per permettere agli uomini normali di raggiungere il grado di sviluppo intellettuale di cui sono capaci”
J. S. Mill, Saggio sulla libertà.
“Dietro un grande uomo c’è una grande donna.”. Questa frase è assolutamente vera in relazione al Saggio sulla libertà di John Stuart Mill. La sua vita e le sue opere furono profondamente determinate ed influenzate da Harriet Taylor (1807-1859) con cui intrecciò una profonda relazione amorosa nel periodo in cui la donna era ancora sposata. Solo dopo la morte del marito, il filosofo riuscì a sposarla. Con lei scrisse il Saggio sulla libertà tra il 1858 e il 1859.
L’argomento del libro è delineato nell’introduzione: la libertà civile o sociale. Mill si propone di esaminare “la natura e i limiti del potere che la società può esercitare sull’individuo” e sostiene “l’importanza per l’uomo e la società di una larga varietà di caratteri e di una completa libertà della natura umana di espandersi in direzioni innumerevoli e contrastanti” (J.S. Mill, Autobiografia). In particolare, “l’umanità è giustificata, individualmente o collettivamente, a interferire sulla libertà di azione di chiunque soltanto al fine di proteggersi: il solo scopo per cui si può legittimamente esercitare un potere su qualunque membro di una comunità civilizzata contro la sua volontà è per evitare danno agli altri”.
Sicuramente la parte del saggio più eccelsa è quella in cui Mill espone il significato e l’importanza della libertà di pensiero, di espressione e di stampa, che sono i fondamenti della libertà in una società moderna. In situazioni normali lo stato non può imporre quali opinioni i propri cittadini debbano avere e quali dottrine e argomentazioni debbano ascoltare. Tali libertà possono essere temporaneamente ristrette in caso di emergenza (guerra o insurrezione).
La argomentazione del libro può essere riassunta nei seguenti tre passaggi:
- Fallibilità della conoscenza e delle opinioni umane;
- Riconoscimento della massima libertà di pensiero e di espressione per tutti;
- Fiducia nel dibattito pubblico e nell’onestà e serietà di coloro che vi partecipano mediante un confronto pacato ed educato.
La tesi fondamentale di Mill è che la conoscenza umana sia fallibile. In teoria, nessuna opinione è vera o falsa in assoluto. È semmai verosimile e può essere sempre confutata da una successiva e più attenta analisi. Per tale ragione, le opinioni non sono un bene privato e vanno espresse tutte.
La società moderna può e deve permettere la massima libertà di pensiero e di espressione ai suoi membri, anche alle opinioni di minoranze e di singoli individui. In questo modo, la società adempie all’attuazione di un diritto fondamentale. La presenza di opinioni diverse permette di scegliere quale di queste sia la più idonea e di ricordare le ragioni per cui si sono scartate le altre. “Ogni soppressione della discussione è una presunzione di infallibilità”. Senza la discussione, la conoscenza diviene la ripetizione monotona di forme: “La mancanza di discussione non solo fa dimenticare i fondamenti di un’opinione, ma il suo stesso significato. Le parole che la esprimono non suggeriscono più idee, o suggeriscono solo una piccola parte di quelle che comunicavano originariamente. Al posto di un concetto vigoroso e di una convinzione viva, restano soltanto poche frasi meccanicamente apprese; oppure, se resta qualcosa del significato, è solo l’involucro, e la profonda essenza si è persa”. Le dottrine e le religioni assumono spesso vigore e forza sono nel momento in cui entrano in contrasto tra loro sia sul piano della dialettica sia sul piano politico. Nel momento in cui il dinamismo dialettico si spegne e subentra l’appiattimento, la dottrina finisce per perdere il suo valore e anche la sua forza di attrazione nei confronti delle menti e delle coscienze.
Molto acuto è il passaggio del libro nel quale Mill riflette sulla libertà di pensiero nelle università. Spesso questi centri non sono i templi della libertà di pensiero. Spesso, purtroppo, i governi ammettono una relativa libertà nell’università e nei centri di ricerca a patto che però certe questioni eretiche o opinioni critiche nei confronti dei governanti rimangano confinate nella stretta cerchia degli intellettuali. In altri casi, il raggiungimento di posti di prestigio all’università e in centri di ricerca porta gli intellettuali ad una sorta di pacificazione e alla rinuncia ad un vero e proprio dibattito sui problemi. La presenza di una casta di individui che abbia il potere di discutere e di stabilire la verità delle opinioni non è sempre garanzia di assenza di errori.
La verità difficilmente coinciderà con l’unanimità dei consensi dell’umanità. È plausibile che con l’aumento delle dottrine e delle scienze particolari aumenteranno i casi di opinioni verosimili o errate. La mancanza di unanimità intorno ad un’opinione è condizione necessaria per una sua nuova analisi e discussione. La perfetta unanimità su tutte le questioni del sapere, sarebbe in un certo senso la fine del sapere stesso perché priverebbe gli uomini di una ragione di dubitare e discutere.
Sulla base di queste argomentazioni, Mill immagina una società che lasci ampi margini di autonomia all’individuo sulle questioni private e che tenga conto la varietà e la complessità dei caratteri umani.
Il filosofo inglese fu anche un pioniere dei diritti delle donne e del suffragio universale. Fu molto sensibile allo sviluppo dei sindacati e delle relazioni sindacali. Diede un enorme contributo all’economia sostenendo tesi molto progressiste sulla distribuzione della ricchezza. Questi temi sono stati da lui affrontati in altre opere come Il governo rappresentativo, La servitù delle donne, Principi di economia.
Il vero fondamento del Saggio sulla libertà e di tutte le opere di John Stuart Mill è la fiducia negli esseri umani, nella libertà di pensiero e di discussione. Forse il filosofo concede agli esseri umani molto più di quello che meriterebbero. Sottovaluta l’egoismo e la cattiveria di certi individui, minimizza la demagogia e sottovaluta i livelli di ipocrisia e falsità che possono raggiungere gli intellettuali quando occupano cariche universitarie e politiche. Il Saggio sulla libertà è un capolavoro nobile e perfetto in un mondo di individui poco nobili e assolutamente imperfetti.