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Europa: Federazione o confederazione. Questo è il problema!

Correva l’anno 1877. Due giuristi polemizzavano ferocemente sul futuro dell’Europa e del mondo. I loro nomi: James Lorimer (1818-1890) e Johann Kaspar Bluntschli (1808-1881). Il primo proveniva dalla Scozia ed era uno degli eredi della scuola del diritto naturale. Quasi sicuramente era massone. Il secondo era nato in Svizzera, ma viveva in Germania. Era un fervente sostenitore dell’unificazione della Germania. Era un massone di primo piano. Era notoriamente anche razzista. Tutti lo consideravano uno dei più importanti esponenti della Scuola storica del diritto. Entrambi erano due geni del diritto internazionale.

James Lorimer è stato il primo giurista ad usare la locuzione “anarchia internazionale” per descrivere l’assenza di una struttura internazionale in grado di limitare la sovranità degli stati e le guerre. A lui si deve anche l’uso di “organizzazione (organismo) internazionale” nel significato attuale. All’epoca, la Gran Bretagna aveva un gigantesco impero nel globo. Con una grande lungimiranza, questo giurista cominciò a parlare di rendere indipendenti le colonie e immaginò quello che sarebbe stato il processo di decolonizzazione. Per porre fine alle guerre in Europa proponeva l’istituzione di una grande federazione europea. Guardava con grande interesse al federalismo degli Stati Uniti d’America ed immaginava una grande Federazione Mondiale. Proprio nel 1877 aveva pubblicato un articolo con argomentazioni simili destando la reazione alquanto forte e geniale di Kaspar Bluntschli che riteneva le proposte avanzate dal giurista scozzese fossero assolutamente inattuabili.

Lo scontro tra i due era inevitabile perché provenivano da due formazioni culturali e giuridiche profondamente diverse. Lorimer riteneva che esistesse un diritto naturale conoscibile da tutti i giuristi sulla base del quale costruire l’ordinamento internazionale. Bluntschli affermava che il diritto fosse un prodotto della cultura, della lingua e della storia di ogni popolo. Nella sua prospettiva c’erano popoli più progrediti e “civili” che dovevano fare da modello ed esempio ai popoli meno progrediti e meno “civili”.

I due la pensavano diversamente sulla funzione e la natura dello Stato nel mondo. Lorimer riteneva che solo lo Stato Federale su scala europea o mondiale fosse lo strumento migliore per mantenere la pace. Bluntschli dava per scontato che lo Stato fosse solo uno stadio del diritto ed ipotizzava al di sopra di esso delle confederazioni che riconoscessero le particolarità e la cultura di tutti i popoli. Immaginava la creazione di una grande confederazione europea e di altre confederazioni per grandi aree geografiche e culturali. Queste organizzazioni dovevano essere integrate in una grande confederazione mondiale per mantenere la pace con una struttura molto più complessa di quella immaginata da Immanuel Kant nel saggio intitolato Sulla pace perpetua. Un progetto filosofico.

Nella sua multiforme attività, Bluntschli ebbe modo di occuparsi anche dell’istituzione della giurisdizione militare in Germania. Partecipò in prima persona alla stesura di importanti convenzioni internazionali che sono alla base del diritto umanitario (es. le convenzioni di Ginevra). Pur amando profondamente il diritto romano si lanciò nello studio del diritto internazionale degli Stati del Continente americano verso il quale i suoi colleghi non avevano molto interesse.

Sia Lorimer che Bluntschli sostenevano che esistesse il diritto internazionale come ordinamento distinto da quello statuale e che avesse assunto una dimensione tale da essere considerato una materia autonoma e completo. Entrambi si fecero promotori di istituzioni universitarie per lo studio del diritto internazionale dove chiamarono a collaborare tutti i più importanti giuristi d’Europa e d’America.

La disputa Lorimer-Bluntschli è un momento importantissimo della storia del diritto internazionale. È stata apprezzata nella sua importanza solo negli ultimi decenni quando sono stati pubblicati studi specifici.

I due erano geniali giuristi in diretto contatto con i ministeri e i governi dell’epoca. Avevano una conoscenza pressoché perfetta della macchina burocratica dello stato moderno. Viaggiavano in treno e in nave, apprezzavano il progresso tecnologico e l’industrializzazione. Il loro linguaggio giuridico è avanzatissimo e molto ardito. Siamo molto lontani dalle proposte del Duca di Sully, dell’Abate Saint-Pierre e di Immanuel Kant che erano molto più semplici e fondate su un linguaggio giuridico più elementare e antiquato. Woodrow Wilson, presidente degli Stati Uniti, professore di diritto pubblico e ex-rettore dell’Università di Princeton potè comodamente proporre la creazione della Società delle Nazioni perché negli ultimi trent’anni del XIX secolo c’erano stati giuristi come Lorimer e Bluntschli che avevano costruito quei pilastri dell’ordinamento internazionale su cui in modo apparentemente magico sorse la Società delle Nazioni.

L’ordinamento internazionale attuale sembra la brutta copia delle idee di questi due giuristi. Esistono oltre 4.000 organizzazioni internazionali. Il processo di decolonizzazione non ha assicurato l’indipendenza economica all’Africa. I più importanti attori della comunità internazionale sono stati federali. Esistono una quarantina di organizzazioni regionali (Lega Araba, Unione Europea, Comunità di Stati Indipendenti, Unione Africana). L’ONU che è l’organizzazione sovranazionale universale è in un gravissimo momento di crisi a causa della guerra tra Russia e Ucraina. Il G-20 rappresenta gli stati economicamente più potenti del mondo. I giuristi e gli intellettuali propongono tra il confederalismo e il federalismo soluzioni intermedie come la democrazia cosmopolitica (Archibugi, Held), la democrazia transnazionale di Habermas e il multi-level constitutionalism (Pernice).

Eppure l’ordinamento internazionale sembra essere lontano dalle aspettative e dalle esigenze degli esseri umani del XXI secolo.

Con Luigi Einaudi, secondo Presidente della Repubblica Italiana, possiamo, però, affermare che: “La forza delle idee è ancora oggi la forza che alla lunga guida il mondo”.

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