Cultura

Da “La Sicilia e la Calabria delle donne” a “L’Italia delle donne”

Parte dal Sud “l’onda anomala” del Festival L’ITALIA DELLE DONNE. UNA STORIA DA LEGGERE. Un grande progetto basato sul volontariato che coinvolge dal basso tutto lo stivale nella individuazione di percorsi di viaggio diversi, nella narrazione dell’altra metà della Storia, dell’identità plurale del Paese,
cancellando l’assenza, colmando le lacune di un ingiusto “vuoto di memoria”, tentando il recupero non solo di nomi, ma di personalità versatili. Anche quest’anno, su invito di Federico Mollicone, Fondatore ICAS e Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, il festival sarà presentato in conferenza stampa il 7 marzo alla Camera dei Deputati.
Il Festival, felicemente giunto quest’anno alla sua III edizione, ha già una sua storia, fatta con passione e fatica da un piccolo manipolo di donne guidate dalle direttrici artistiche Fulvia Toscano, anima del festival NaxosLegge, e Marinella Fiume, curatrice del Dizionario “Siciliane”, e formato dalle instancabili Mariada Pansera e Sakiko Chemi. Nato nella prima edizione come “La Sicilia delle donne”, si arricchisce nella seconda edizione con “La Calabria delle donne” attraverso l’entusiasta ingresso di Mariangela Preta e delle sue collaboratrici. Protagonista il multiforme ingegno declinato dalle donne in molteplici settori, in una pluralità di prospettive e di competenze: dall’Arte alla Matematica dalla Letteratura all’Astronomia all’Arte di governo al Giornalismo alla Filosofia…, talora un vero e proprio primato misconosciuto o obliato. L’intento è quello di sottrarre all’invisibilità le donne siciliane e calabresi perché, dalla storia antica ai nostri giorni, dal Medioevo al Novecento, essa è stata causa dell’assenza o della scarsa presenza delle donne nei libri di storia, nella toponomastica delle città, nelle assemblee rappresentative e nei massimi livelli decisionali. L’obiettivo generale è quello di marcare della loro presenza i territori di appartenenza per rendere significante il manifestarsi delle loro soggettività all’interno di differenti contesti geografici e in tutti gli ambiti dell’espressività e i settori dell’arte, del pensiero, della scienza. Una molteplicità di voci, di sguardi, di immaginari diversissimi, che però formano le trame di un tessuto attraverso cui leggere i nostri territori, narrando simbolicamente di queste donne le “storie”, le “imprese”, l’impegno, i percorsi, i risultati raggiunti nei vari campi, in una parola il genio. E così, dopo la I edizione dedicata alle DONNE IN SCENA che ha visto precorrere i territori sulle orme delle tante donne che hanno dominato la scena: danzatrici, coreografe, attrici, concertiste, cantanti, musiciste, costumiste, registe, la II fortunata edizione DONNE DI CARTA è andata alla ri/scoperta di scrittrici spesso ingiustamente dimenticate. La III edizione in corso, che avrà luogo come per il passato nel fatidico mese di marzo, affronta il tema “Donne tra Politica e Istituzioni”, dalla storia antica ai nostri giorni, con la sola consueta limitazione che le figure siano donne non più viventi.
Ma la svolta avviene con l’attenzione prestata al progetto dal Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura, diretto da Angelo Piero Cappello, che apre alla libera adesione al progetto dei 718 Comuni qualificati “Città che legge” e consente al festival di diventare L’ITALIA DELLE DONNE. In Sicilia hanno aderito 57 realtà per raccontare 65 donne, in Calabria 33 adesioni e 47 donne da raccontare. Nel corso della conferenza stampa saranno anche annunciati nuovi progetti di valenza internazionale, realizzati sempre in sinergia con Il Centro per il libro e la lettura.
Il “viaggio di un altro genere” partito dai Comuni siciliani, varcato lo Stretto con quelli calabresi, interessa ora anche altre Regioni d’Italia: Basilicata. Puglia, Lazio, Toscana, Sardegna, Piemonte e Veneto. L’Italia dei Comuni è Donna e guarda all’Europa e non solo.

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