L'Opinione

Il bacio: brivido o esibizionismo?

Il bacio da sempre ha rappresentato il simbolo dell’amore, un momento immaginifico, che lega due anime che si incontrano e che esprime la profondità del loro sentimento, trasformandosi in un immaginario ponte che mette in comunicazione e che sublima la nostra interiorità.
Nell’attimo in cui le nostre labbra si toccano, ci smarriamo in una dimensione fatta di dolcezza e di passione intensa.
Forse è per questo che ognuno di noi custodisce nel proprio cuore la meravigliosa sensazione provata al primo bacio, il suo ricordo ci accompagna per tutta la vita e alimenta i nostri sensi.
L’essenza divina del bacio è stata celebrata nei secoli, come non ricordare il poeta latino Catullo, che ne chiede addirittura mille nel suo famoso V Carme dedicato alla sua amata Lesbia. Nel suo delirio d’amore li invoca e la prega in una esaltazione piena di ardente passione “Dammi mille baci e cento ancora e ancora ancora mille ed altri cento e poi ininterrottamente altri mille e altri cento ancora”.
O, facendo un salto di millenni, la famosa descrizione presente nel Cyrano de Bergerac in cui il protagonista si chiede “che cos’è un bacio?” se non “un segreto detto sulla bocca, un istante d’infinito e un mezzo per potersi respirare il cuore e assaporarsi l’anima a fior di labbra” ma soprattutto “Un apostrofo roseo messo tra le parole t’amo” una definizione rimasta nei nostri cuori lungo i secoli e che è giunta fino ai giorni nostri in tutta la sua forza dirompente.
Perché ancora oggi, un bacio sugella l’intimità di un legame, va oltre le stesse parole e penetra nei meandri più profondi eviscerando i nostri sentimenti più segreti, rendendo due anime una sola essenza.
Alda Merini nella sua poesia “E poi fate l’amore” scriveva che “e poi fate l’amore, niente sesso, solo amore. E con questo intendo i baci lenti sulla bocca, sul collo e sulla pancia…” esaltandone così la bellezza intrinseca.
Ma in queste ultime settimane sui social rimbalzano in una ossessiva fibrillazione collettiva, le immagini del bacio tra Fedez e Rosa Chemical. E come sempre ognuno ha sentito il bisogno impellente di dire la sua, poiché si sa, se non sputiamo sentenze, non siamo nessuno sul web. Così, tra i cori di osannatori che con entusiastica arroganza inneggiano alla libertà, emerge prepotente una sola verità: il bacio ha perso l’intimità del suo significato. Il bacio si è trasformato, è stato storpiato e piegato alle dinamiche materialistiche in cui affoghiamo senza rendercene conto.
Il bacio, come un Ermes alato, è messaggero di una profondità sentimentale che coinvolge l’individuo nella sua totalità, ma quando viene gettato alle folle in modo sfacciato solamente per ostentare la propria identità di genere e non certo per affermarla nella sua dignità, perde ogni suo fascino interiore e viene svilito a un semplice atto meccanico, privato del suo valore fondamentale. Perché nel momento in cui viene esibito con la supponenza di conoscere questo valore, alla fine si tramuta in un gesto insignificante e di futile irrilevanza.
La libertà di Individuo, non “Si prende” così come ha dichiarato Rosa Chemical nella sua intervista al programma Le Iene ma si costruisce con il rispetto morale e ontologico della propria persona.
Ma, nella nostra società, fatta di gesti fintamente eclatanti, ciò che conta è ciò che appare, ciò che ci viene propinato diventa importante e la mediocrità viene scambiata per essenzialità. Così, un bacio dato su un palcoscenico viene inneggiato e diviene il simbolo di una presunta rivendicazione, che in sostanza porta luce solo al protagonista in una ennesima glorificazione personale.
E noi, schiavi inconsapevoli di questo perverso meccanismo che ci illude di essere liberi regalandoci false libertà, gridiamo al risveglio delle coscienze, quando in realtà su quel palco non è accaduto niente di nuovo o di così innovativo, tranne per la volgare arroganza con cui è stato fatto, ma nemmeno questo ormai ci sorprende più, la cafonaggine sta diventato sempre più, il nostro mezzo preferito per esprimerci.
Prima di lui, molti altri artisti hanno rivendicato questa libertà di essere se stessi, e se approfondissimo la questione invece di fermarci solo a quello che ci viene imboccato, scopriremmo che il primo bacio tra due uomini, fu dato nel 1972 nell’unico lungometraggio muto ad aver vinto l’Oscar “Wings” sullo sfondo della prima guerra mondiale. Anche se all’inizio la scena venne censurata, questo bacio rappresenta una chiara dimostrazione di una crescente consapevolezza di genere che dagli anni settanta a oggi ha scardinato vecchie concezioni e ottusi pregiudizi.
E noi, invece di continuare a farci ingannare dalle luci colorate della nostra epoca, che ci abbagliano e non ci permettono di vedere oltre, riscopriamo la preziosità di un bacio, la profondità che risveglia in ognuno di noi, per non perdere di vista il suo brivido e quello delle nostre esistenze.

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