Il mondo affoga nel fariseismo
“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.” (Vangelo di Matteo, 23,27-28)
“Il mondo affoga nel fariseismo” J. A. Zivago.
Gandhi ha affermato: “Il vostro Cristo mi piace. Mi piacciono meno i cristiani.”. Con questa frase, il padre dell’indipendenza indiana e il fondatore della non-violenza mostrava di apprezzare l’insegnamento di Gesù Cristo e stigmatizzava la scarsa coerenza dei cristiani e degli occidentali nel praticarli. Lev Tolstoj e molte persone comuni sostengono che le organizzazioni cristiane abbiano smarrito la via e che siano complici con poteri corrotti e che la stessa situazione sia capitata anche ai tempi di Gesù, quando una gerarchia sacerdotale corrotta e collusa con i Romani uccideva Gesù Cristo e anche altri profeti e presunti Messia.
I principali bersagli polemici di Gesù erano i Farisei, membri di uno dei partiti più influenti nel giudaismo di quell’epoca. contro di loro, nel Vangelo di Matteo ha parole durissime e da allora il termine fariseo ha assunto una profonda connotazione negativa.
Il fariseo è innanzitutto un individuo ricco. Ha un’alta posizione sociale e la esercita in modo costante su tutti e, soprattutto, la ostenta in modo esagerato. (“Sulla cattedra di Mosé si sono seduti gli scribi e i farisei”). La sua principale caratteristica è l’incoerenza morale: predica una morale che non pratica e pratica una perversione morale che vorrebbe simulare e nascondere.
Nonostante ciò, il fariseo gode nell’esteriorità: le ricchezze della propria tavola, la teatralità nell’agire al solo scopo di essere ammirati dalla gente, il dito puntato contro tutti coloro che sono considerati impuri o immorali. Gesù dice: “Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: (…) si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.”
Il fariseo utilizza la sua posizione economica e sociale per imporre agli altri la propria visione del mondo e della morale, una maschera fatta di divieti assurdi e di un’assurda predilezione per i dettagli insignificanti. Ai tempi di Gesù, i Farisei procedevano ad una rigidissima classificazione degli atti permessi e delle proibizioni, ma trascuravano gli elementi essenziali della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà.
Gesù grida: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.” (Mt, 23,27-28)
A parole, il fariseo ostenta rispetto per i profeti, nei fatti è pronto insieme ad altri qualsiasi profeta o movimento religioso metta in discussione il suo potere economico e politico (Mt 23,29-36).
Gesù Cristo vede in questo atteggiamento una fonte di corruzione: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosélito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.” (Mt, 23,13-15).
All’egemonia delle classi ricche, Gesù risponde con l’esaltazione dell’umiltà e della povertà: “Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.” (Mt, 23,11-12). Era una chiara presa di posizione contro i ricchi e in favore dei ceti più poveri e degli ultimi.
Sia Gesù, sia anche altri fondatori di religioni hanno cercato di combattere le superstizioni, gli eccessi di rigorismo, il fariseismo, l’arroganza dei ricchi senza grande successo.
Nel fariseismo giocano un ruolo fondamentale la simulazione e la dissimulazione, la scissione tra ciò che si pensa e ciò che si dice, tra la morale proclamata e la vita concretamente praticata. Là dove non conta niente l’onestà, la simulazione è lo strumento per costruire il fariseo. Come agisce? Arraffa a destra e sinistra, ma vuole fare la parte del generoso. Ostenta una famiglia tradizionale, ma in privato è un puttaniere. Ruba milioni, ma poi si dà arie di spiritualità. Ha un’auto costosissima, ma intrattiene i suoi amici con ardite discussioni sulla purezza e sul distacco dai beni materiali. Hanno lasciato la moglie, ma si fanno la fotografia con i figli indossando il sacco di Sant’Agata. Ha la nuova compagna, ma vuole fare il padre probo e responsabile.
In pochi casi i farisei riescono veramente a ben simulare. Nella maggior parte sono ridicoli o dei pessimi commedianti. La parte peggiore è quando ostentano una finta umiltà o un vittimismo egocentrico per attirare e sottomettere gli altri.
Contro di loro si leva la reazione rabbiosa di tutti gli utopisti, millenaristi, filantropi, rivoluzionari e riformatori. Contro di loro si leva un grido in nome dell’Onestà e della Giustizia.
Ladri di denaro, corruttori di donne e demagoghi di sé stessi, i farisei occupano la piazza e i luoghi di ritrovo. In qualche caso hanno pure un filo di malandrineria che si adatta al delinquente arricchito, al professionista opulento e lenone, al mafioso.
Il mondo affoga nel fariseismo…