Cronaca

È morto Giuseppe Benanti

La Sicilia piange la perdita di Giuseppe Benanti, l’uomo che fu capace di stimolare la rinascita della variegata topografia e gli sviluppi nella viticoltura e nella promozione delle cantine che hanno trasformato l’isola in una delle regioni vinicole più variegate e sostenibili d’Italia.
Giuseppe Benanti si è spento ieri, all’età di 78 anni.
Cavaliere del Lavoro, membro dell’Accademia dei Georgofili, imprenditore nel settore farmaceutico con la Sifi, l’azienda farmaceutica nata nel 1935 a Catania nel retrobottega della farmacia di uno dei due soci fondatori: Antonino Benanti e l’amico Carmelo Chines , entrambi farmacisti.
La vita e l’operato di Giuseppe Benanti hanno celebrato i vini dell’Etna, grazie a una pronta e acuta capacità di percezione che, già alla fine degli anni Ottanta, gli suggerì le potenzialità del vino dell’Etna, come prodotto di qualità imbottigliato e finito da vendere e da privilegiare al prodotto sfuso.
“Il vino non è un prodotto industriale ma è un prodotto della terra e la nostra terra l’Etna è una terra molto generosa”, spiegava Benanti.
Una visione innovativa proiettata alla produzione vitivinicola di eccellenza: questo è il dogma Benanti, una famiglia che ha saputo convertire una semplice passione in una maestria: saper esaltare le peculiarità dei vitigni autoctoni in un territorio indomito ed eterogeneo: l’Etna.
Animato dall’ambizione di raggiungere standard qualitativi di assoluta eccellenza sul territorio etneo, valorizzandone le varietà autoctone, Giuseppe Benanti fonda l’attuale azienda, con il nome Tenuta di Castiglione. Successivamente si avvale di collaborazioni autorevoli: il Prof. Rocco Di Stefano dell’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti, il Prof. Jean Siegrist dell’Institut National de la Recherche Agronomique di Beaune in Borgogna e gli esperti enologi Gian Domenico Negro e Marco Monchiero dalle Langhe, che per molti anni affiancano il loro giovane omologo etneo Salvo Foti.
Tale importante opera pionieristica varrà a Giuseppe Benanti il riconoscimento universale di precursore della viticoltura etnea contemporanea.
Negli anni Novanta Benanti avvia una solida collaborazione con coltivatori di Santa Maria di Licodia (Etna sudovest), mentre nel 1998, quindi dieci anni dopo la sua fondazione, l’azienda si espande anche sul Monte Serra a Viagrande (Etna sudest), zona di origine del bisnonno di Giuseppe Benanti.
Nel 2012 Benanti porta a termine una approfondita sperimentazione quinquennale, iniziata in vigna e proseguita in cantina, finalizzata alla selezione di lieviti indigeni. Una ricerca senza precedenti, che porta all’ottenimento di quattro brevetti proprietari: ancora oggi, esempio unico sull’Etna.
Nello stesso anno subentrano stabilmente i figli Antonio (oggi Presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC) e Salvino, di ritorno dall’estero dopo diversi anni di esperienze accademiche e professionali, con i quali ha lanciato “La strada del vino dell’Etna”, un itinerario multisensoriale che promuove un percorso di scoperta dei territori etnei.
Dal Pietra Marina al Nerello Cappuccino, i vini nati dal brand siciliano, rappresentano la massima espressione del territorio e l’attenzione alla qualità e al legame con le proprie origini.
“Un tesoro tutto da scoprire che dà tantissime soddisfazioni – affermava Benanti – perché i vini risultato essere diversi e soddisfano le aspettative e anche i sogni di chi li beve”.

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