Brevi

Sant’Agata: cinque mostre temporanee della Fondazione Oelle

Ci sono voluti due anni di attesa causa pandemia da Covid-19 per condividere in presenza la terza festa dove si intrecciano fede e folklore, la festa religiosa più partecipata al mondo, quella per Sant’Agata, la Vergine e Martire Patrona di Catania.
La storia di Sant’Agata, che i catanesi chiamano affettuosamente Santuzza, ricordiamo che inizia nel III secolo. A 15 anni Agata fece voto a Dio indossando il velo rosso che portavano le vergini consacrate. La nostra Agata, bella e giovane cristiana di famiglia aristocratica, oppose resistenza alle lusinghe del governatore Quinziano, agli abusi di potere, per difendere la propria fede e la propria integrità morale e quando Agata lo rifiutò la accusò pubblicamente di essere cristiana e la processò. Fu torturata e morì il 5 febbraio 251.
La festa che per i Catanesi rappresenta quasi un’istituzione, riesce a far bloccare tutta la città, si respira nell’aria il grande desiderio di vivere Agata ma non solo con i suoi concittadini ma con oltre un milione di turisti e devoti che giungeranno per l’occasione da tutto il mondo.
In programma dal 1° febbraio 2023 un ricco calendario di mostre, eventi e iniziative culturali all’insegna del contemporaneo, prodotti e condivisi con la città da Fondazione Oelle Mediterraneo Antico Ets, presieduta da Ornella Laneri con la direzione artistica di Carmelo Nicosia. Oltre due mesi di programmazione con cinque mostre temporanee per raccontare il patrimonio devozionale e demo etnoantropologico della straordinaria Festa di Sant’Agata attraverso le ricerche e i linguaggi più attuali delle arti visive, per leggerne l’affascinante complessità tra riti e simboli. Coinvolti diversi luoghi di Catania, dalla chiesa di San Nicolò l’Arena al Palazzo centrale dell’università, da Isola e Libreria Prampolini fino alla On Art Gallery di Aci Castello.
“Per il terzo anno Oelle celebra Agata in forma contemporanea – afferma Ornella Laneri, presidente della Fondazione – quest’anno i 4 colori che ne caratterizzano la festa, il bianco (il sacco), l’oro (Agata), il rosso (il drappo) e il verde (l’olivetta), raccontano un percorso in continuo divenire che trova la sua massima espressione nella nostra piattaforma web fondazioneoelle.com/agataontheroad che si ‘autoalimenta’ grazie ai contributi che continuano ad arrivare da tutto il mondo.
Attraverso i linguaggi dell’arte (fotografia, scultura, installazione, video, sound art e scrittura) la piattaforma si pone come obiettivo la creazione di un archivio in grado di cogliere la visione “altra” del culto Agatino, ponendo l’accento sul rapporto tra la città e la ritualità, tra Agata e le strade, tra Agata e i suoni, tra Agata e la comunità locale vissuta senza filtri”.

Articoli correlati

Back to top button