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Alessandro Famà: la sintesi del cambiamento

Un artista deve continuamente mettersi in discussione, rivalutare le proprie capacità alla luce di nuovi orizzonti sperimentali, senza per questo rinnegare le sue origini, né temere i giudizi del pubblico. Alessandro Famà, attualmente incarna lo stereotipo del pittore che, tuffandosi con vigore nell’oceano sconfinato rappresentato dalla pittura contemporanea, rivoluziona drasticamente i connotati del proprio linguaggio artistico, tracciando un solco netto col passato.

Grazie alle innate doti tecniche, questo artista catanese inizia la sua carriera pittorica, realizzando opere di stile figurativo. Il forte legame con la pittura classica lo affascina sin dai tempi della sua gioventù, influenzando notevolmente la sua produzione. Egli stesso dice: “Da adolescente, quando intrapresi gli studi superiori, ebbi modo di conoscere i grandi maestri del figurativo, Leonardo da Vinci e Caravaggio: essi sarebbero diventati i miei principali riferimenti stilistici, incoraggiandomi all’uso della luce, che plasma le figure, esaltandone i dettagli anatomici in contrasto con le ombre profonde”.

Gli ultimi anni, vedono Alessandro Famà percorrere nuove strade, inedite e inaspettate. Più che un cambiamento stilistico, si tratta di una radicale mutazione del linguaggio, attraverso nuove sintassi che non afferiscono più alla rappresentazione realistica dei soggetti nell’opera, bensì ad un idioma informale nell’accezione più spinta e profonda. Il suo è un lavoro di sperimentazione interattivo che vede coinvolto il colore, le leggi della fisica, e la tela stessa, per ottenere risultati dai connotati stilistici del tutto personali. Egli ci racconta d’essere stato “folgorato”, durante un viaggio a Parigi, dalla contemplazione delle opere di Vincent Van Gogh ed in particolare, dall’opera “Casolari dal tetto di paglia“, dipinta dal maestro olandese poco tempo prima della sua morte prematura. L’utilizzo spregiudicato del colore, più informale e materico, da parte del grande maestro, ha costituito per Famà, una importante fonte di ispirazione per la sua nuova serie “Float” che, come egli stesso afferma, rappresenta la sintesi del cambiamento e che lo fa approdare alla Biennale di Venezia nel 2022.

Nelle opere di questa serie, i pigmenti di colore sembrano espandersi dinamicamente, miscelandosi fra loro, come le ombre e la luce solare, infrangendosi col bianco vapore acqueo delle nuvole; da queste esplosioni cromatiche lattiginose si diramano trame caleidoscopiche, velature e trasparenze in cui lo spettatore può viaggiare e provare la vertigine di perdersi nei meandri di un mondo onirico e surreale, che pur appartenendo all’universo dell’astrattismo, richiama alla mente i cromatismi propri dei fenomeni naturali.

Famà è un artista impegnato, che sperimenta la necessità di contribuire attivamente ad una nuova rivoluzione del mondo dell’Arte, fondata sulla sensibilità ed i valori umani, mantenendo intatti i principi dell’armonia e della bellezza, senza tralasciare, infine, la missione di comunicare e condividere empaticamente con la gente. Egli è presente e stupisce con le sue opere, ai numerosi eventi d’Arte contemporanea organizzati in terra siciliana e a livello nazionale, collezionando recensioni prestigiose, consensi sempre più ampi, ma rimanendo umile nell’intimo, costantemente memore della genuinità delle proprie origini.

Continua così Alessandro!

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