Catania

Operazione “Terra Bruciata”, Scandurra: “Una ventata di aria pulita”

«Arriva una ventata di aria pulita in un territorio purtroppo a lungo condizionato dalla presenza della criminalità organizzata che ha impedito di respirare a numerosi imprenditori e famiglie oneste».
Lo afferma Giuseppe Scandurra, Vice Presidente nazionale di Sos Impresa – Rete per la Legalità, commentando l’operazione “Terra Bruciata” che, all’alba di oggi, ha visto l’esecuzione da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Catania di misure cautelari nei confronti di oltre 30 indagati accusati tra l’altro di associazione di tipo mafioso, estorsione ed associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia etnea, ha consentito di disarticolare i componenti del gruppo mafioso dei Sangani, operante nella zona di Randazzo, inquadrato nel clan Laudani.
«Si tratta di un pesantissimo colpo inferto dallo Stato nei confronti di chi per anni, come documentato dagli inquirenti, ha esercitato un asfissiante e capillare controllo del territorio ai danni di attività economiche della zona – aggiunge Scandurra – i cui titolari venivano intimiditi con minacce e danneggiamenti per sottostare al pagamento del pizzo. Proprio a quegli imprenditori, come coordinamento nazionale e regionale di Sos Impresa – Rete per la Legalità e con le nostre associazioni antiracket operanti sul territorio, vogliamo ribadire la vicinanza della nostra associazione, pronta a sostenerli ed accompagnarli nel loro percorso, con la certezza che solo il coraggio della denuncia può contribuire a recuperare la libertà perduta. Un grazie infine va alla Magistratura ed Carabinieri che con questa operazione hanno ridato un po’ di serenità a comunità che purtroppo negli anni hanno dovuto subire anche il trauma di gravissimi fatti delittuosi come quelli del 1993 con gli omicidi a Randazzo».

L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia etnea ed eseguita dai Carabinieri di Catania, ha permesso di disarticolare il gruppo dei Sangani, operante nel randazzese quale articolazione territoriale del clan Laudani, detti “mussi i ficurinia”.
Oltre ad un fiorente traffico di cocaina, hashish e marjuana, l’indagine ha consentito di documentare come gli indagati abbiano, nel corso degli anni, esercitato un asfissiante e capillare controllo del territorio ai danni di attività economiche della zona, i cui titolari venivano intimiditi con minacce e danneggiamenti per sottostare al pagamento del pizzo. Nel corso delle indagini, a testimonianza della pericolosità dell’associazione è stato rinvenuto, sotterrato in una località di campagna, un vero e proprio arsenale costituito da pistole, fucili e numerose munizioni.
Inoltre, con riferimento alle elezioni amministrative di Randazzo dell’anno 2018, sono emerse interferenze degli appartenenti al sodalizio mafioso sull’Amministrazione Comunale e, in particolare, su tre rappresentanti, attuali e passati, di quel Comune.

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