“Per amore di Monna Lisa”, un fumetto dei messinesi Bonaccorso e Rizzo
Storia, arte e fumetto si fondono nell’ultimo libro del noto disegnatore messinese Lelio Bonaccorso, con i testi di Marco Rizzo, “Per amore di Monna Lisa”, edito da Feltrinelli Comics.
Attraverso le vignette e le nuvolette, contenenti i tipici dialoghi al presente dei disegni ascritti in uno spazio scenico delimitato, di quest’arte comunicativa, i due artisti sciolgono l’evento più grottesco che la storia ricordi riguardante la Monna Lisa di Leonardo da Vinci: il furto datato 21 dicembre 1911 ad opera di Vincenzo Perruggia.
Una storia tragicomica che sfiora l’irreale quella dell’italiano convinto che Napoleone avesse sottratto il dipinto all’Italia, ma che racchiude un intento sociale, un tentativo di rivalsa nazionalistico, conforme al periodo storico in cui avvenne.
Un racconto che racchiude implicazioni sociali e che descrive il rapporto con l’arte come occasione di riflessione su tematiche umanistiche che poco hanno in comune con il rendiconto sulle opere vendute o concesse in licenza.
“Oggi le opere d’arte creano profitto, perdendone di vista il valore intrinseco” – ha asserito il fumettista.
Lelio e Rizzo rievocando quell’ingegnoso atto di patriottismo, che degli emarginati ne fece artefici ed eroi, come ne è testimonianza il compenso ricevuto da Perruggia al momento della scarcerazione da parte di un gruppo di studenti a nome degli italiani, rivolgono lo sguardo alle problematiche odierne concernenti l’immigrazione e i sentimenti contrastanti che, nonostante i grossi cambiamenti culturali, persistono tra le popolazioni dei paesi ospitanti.
“Ci indigniamo per come gli italiani venivano trattati lì, ma non come i migranti vengono trattati qui” – ha affermato Lelio.
Un progetto frutto di studio e ricerca storica sulla personalità, la vita e il contesto sociale in cui viveva Perruggia, del quale narra i sentimenti reconditi che lo spinsero a quel gesto di solidarietà per la patria e per il popolo di cui si fece portavoce.
Uno spaccato storico di fatti lasciati nel dimenticatoio che riemergono in una prospettiva nuova tra immaginario e reale, passando per un’attenta inchiesta documentata dai verbali del Commissariato dell’epoca.
Un ritorno al passato misto al presente di cui la scelta di utilizzare tratti che ricordano i cartoni della Warner Bros degli anni 50 e dell’animazione digitale della Pixar, è segno di una volontà rivolta alla riflessione su eventi passati come traino per un cambiamento civico ed ideologico.
“Per amore di Monna Lisa, il più grande furto del XX secolo” di Lelio Bonaccorso, testi di Marco Rizzo,con la collaborazione, dei coloristi messinesi Fabio Franchi e Giuliana Rinoldo, presentato il 21 ottobre alla Feltrinelli di Messina, ha riscosso un grande consenso di pubblico e di critica per la capacità interpretativa di un personaggio singolare e realmente esistito, e di un avvenimento storico riletto magistralmente, tramite immagini, in chiave comica ma con finalità sociologiche che ravvisano la necessità di un ritorno riflessivo sul fenomeno delle migrazioni e della rivalutazione del sentimento umano, che nell’arte trova il suo perfetto binomio comunicativo.