Uici, da lunedì 24 “Verga, parole da vedere” nel Polo Tattile di Catania
“Verga, parole da vedere” è il titolo dei tre incontri che si svolgeranno nei pomeriggi di altrettanti lunedì di ottobre, novembre e dicembre nell’auditorium del Polo Tattile Multimediale di via Etnea a Catania.
Le serate, organizzate dall’Uici in collaborazione con la Stamperia Braille per celebrare il centenario della scomparsa di Giovanni Verga, consisteranno nella lettura di sei novelle – due per serata – da parte di Gianni Salvo, con ballate interpretate da Aurora Cimino accompagnata al pianoforte dal maestro Pietro Cavalieri, autore delle musiche.
Per assistere agli spettacoli, con ingresso gratuito, del ciclo “Verga, parole da vedere” – il 24 ottobre saranno presentate “Cavalleria rusticana” e “La Lupa”, il 28 novembre “Nedda” e “Caccia al lupo” e il 5 dicembre “L’amante di Gramigna” e “La Pentolaccia” – occorrerà prenotarsi telefonando al numero 095-500177.
“Abbiamo pensato – ha detto il presidente del Consiglio regionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, Gaetano Renzo Minincleri – di onorare così la memoria del grande scrittore verista. A ideare e mettere a punto il progetto sono state Angela Maria Messina, docente e non vedente, e Lina Maria Ugolini. Quest’ultima ha elaborato i testi per le ballate che accompagnano la lettura delle novelle. L’altissimo livello delle serate è garantito da un nome importante del nostro panorama teatrale, ossia l’attore e regista Gianni Salvo”.
“I ciechi – ha sottolineato proprio il Regista -, per guardare, utilizzano le mani. Cioè c’è un trasferimento della sensibilità dei sensi. E quindi le mani si caricano dell’importanza dello sguardo, riuscendo a percepire ciò che, apparentemente, non si vede. È così anche nell’ascolto: la parola di Verga ci soccorre perché ha un’anima e anche un corpo. È materia, ha uno spessore che può essere toccato, carezzato”.
“Nelle ballate – ha aggiunto Aurora Cimino -, ovviamente specifiche per ciascuna novella, i personaggi femminili descritti sono agitati da grandi conflitti, vivono di contrasti. Che rispecchiano il carattere del luogo in cui sono stati pensati. Un’altra maniera di dar voce alle donne forti, terrigne, combattive della Sicilia”.