Mimmo Cuticchio e l’arte dell’Opera dei Pupi
L’arte figurativa, rappresentativa della Sicilia, diventa materia di studio negli inediti laboratori Cuticchio sull’ Opera dei Pupi.
In collaborazione con la Fondazione Le vie dei tesori, il noto artista Mimmo Cuticchio, dopo Francia e Stati Uniti, sarà docente in quattro laboratori nella città di Palermo, a partire dal 27 settembre, divisi in quattro pomeriggi per la durata complessiva di dodici ore.
L’iniziativa si propone come occasione di apprendimento di questa folcloristica arte, riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità, e come fruizione di una delle più conosciute tradizioni teatrali siciliane.
Un “nuovo seme di quest’ arte antica”, così il principale artefice della rifondazione del teatro dell’opera dei pupi, Mimmo Cuticchio, ha definito le finalità dell’iniziativa.
Il teatro delle Marionette ha subito, a partire dagli anni 50, in conseguenza del boom economico post bellico, e negli anni sessanta del Novecento, con la diffusione degli apparecchi televisivi, un momento di crisi, per effetto di un sempre calante disinteresse conseguenza dell’avvento di invenzioni tecnologiche nella vita quotidiana.
Oggi, nei laboratori Cuticchio, avrà una nuova possibilità di rinascita tramite un percorso di creazione artistica che fonde teatro e letteratura, incrociando la tradizione con il pensiero critico dello scrittore e pedagogista Gianni Rodari, del quale verranno rielaborate quattro fiabe in altrettanti luoghi.
L’acclamato artista accoglierà sia i partecipanti che gli uditori, in una serie di lezioni formative concernenti la manovra, la modulazione vocale (tono, timbro, inflessione) e la gestualità.
Il noto attore e regista teatrale, erede della tradizione dei cuntisti siciliani, in attesa del giorno inaugurativo, si trova presso il suo studio, intento alla preparazione di tutti i materiali necessari al laboratorio, ricalcando un lascito familiare che si prefigge di salvaguardare l’arte dell’Opera dei Pupi, creando una nuova generazione di allievi e futuri “pupari siciliani”.