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Riondino e Vergassola il 27 agosto a Bronte

Secondo spettacolo di Teatro Pubblico Ligure all’Etnamusa Festival di Bronte, sulle pendici dell’Etna. Il viaggio in “Odissea un racconto mediterraneo”, progetto ideato e diretto da Sergio Maifredi per riportare all’originaria narrazione orale un classico della letteratura occidentale, prosegue sabato 27 agosto con David Riondino e Dario Vergassola protagonisti del canto XXIV, “L’ultima Odissea. I patti di pace” con il suo messaggio di speranza nel futuro. La storia torna a vivere in un luogo intriso di classicità e di storia, visto che Bronte nella mitologia è il nome del ciclope che vive dentro il cono del vulcano catanese ed è colui che fa rombare i tuoni. Il festival si svolge nell’azienda agricola Musa, un luogo dove si respirano cura e convivialità, dove la cultura fiorisce circondata dalla natura potente della Sicilia e dalla rinomate piantagioni del pistacchio verde D.O.P. di Bronte. La consuetudine vuole che dopo lo spettacolo pubblico e artisti si riuniscano a tavola, per una cena che riporta alla quiete più amichevole il magma brulicante della creazione, un fermento tangibile per chi vive alle pendici di un vulcano attivo. Occasioni uniche e posti limitati da prenotare telefonando ai numeri 348 2525110 o 388 4753877. Informazioni a info@etnamusafestival.it o su www.progettomusa.com o ancora www.teatropubblicoligure.it. Biglietto combinato spettacolo e aperitivo 25 euro.

Riondino e Vergassola il 27 agosto con il Canto XXIV di “Odissea un racconto mediterraneo” raccontano “L’ultima Odissea”. Che il viaggio non sarebbe terminato con l’arrivo a Itaca, Odisseo lo sa bene da quando nel regno dei morti ha incontrato Tiresia, al nono canto. L’indovino cieco glielo ha predetto: dovrà, dopo la strage dei pretendenti, rimettersi in cammino, per terra questa volta, lontano dal mare, portando sulla spalla un remo, come una croce, come un’espiazione.

La meta non avrà le coordinate precise che individuano Itaca sulla carte nautiche. Ma quando Odisseo sarà così lontano dal mare che, al suo passare, la gente scambierà il remo per un ventilabro allora sarà giunto alla fine delle sue fatiche. Potrà fare sacrifici agli Dèi e tornare in patria. Questo viaggio per terra è una seconda Odissea a cui Omero allude e che con molte probabilità è pure esistita in forma orale e scritta ma di cui le tracce si sono perdute. Riondino e Vergassola da lì partono, dai patti di pace, che chiudono i ventiquattro canti dell’Odissea che conosciamo e ci trasportano in un’altra Odissea tutta immaginata, enigmatica e misteriosa e forse mai scritta se non nell’immaginario di ognuno di noi. Ovviamente, come è nel carattere di Riondino e Vergassola, con ironia, intelligenza, irriverenza.

“Odissea un racconto mediterraneo”, ideato e diretto da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure, è il racconto di uno dei testi fondativi della cultura occidentale affidato a cantori contemporanei e riportato all’oralità delle sue origini. Fa parte del progetto “Parole antiche per pensieri nuovi”, una linea rossa che percorre le produzioni di Teatro Pubblico Ligure e che riunisce testi classici non teatrali, tutti nati per essere detti ad alta voce, condizione viva e sonora a cui vengono riportati con il teatro, come Odissea, Eneide, Iliade, Decameron e i poemi cavallereschi. Testi fondanti della civiltà occidentale che sono andati in scena in luoghi monumentali e paesaggistici straordinari, e anche nei siti archeologici riuniti da Teatro Pubblico Ligure in STAR – Sistema Teatri Antichi Romani.

Info su www.teatropubblicoligure.it

Foto di Max Valle

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