La Fondazione Èbbene compie 10 anni
10 anni di Prossimità, 100 mila le persone accolte, più di 300 i progetti messi in campo e un’unica convinzione. È la logica di Rete – quella che Fondazione Èbbene ha rafforzato, specie in questi ultimi anni, sperimentando in maniera articolata l’approccio su una varietà di territori – ad essere la chiave per una crescita sostenibile, delle piccole e grandi città, dei territori, delle periferie, delle persone.
Costruire Reti significa dialogare e contaminarsi con un bouquet di organizzazioni – fondazioni, cooperative e imprese sociali, associazioni – che pur mantenendo la propria identità diventano connettori di un approccio che ha un unico comune denominatore: l’empowerment delle persone e il protagonismo delle comunità intesi come valore aggiunto che trasversalmente aggiungono qualità a processi di sviluppo locale e welfare generativo.
È questo il senso dell’essere Fondazione e che è stato l’accento caratterizzante dell’assemblea aperta di Èbbene, che si è svolta oggi lunedì 30 maggio.
Cambio ai vertici, Edoardo Barbarossa lascia la Presidenza oggi assunta da Elisa Furnari, già consigliere di gestione e responsabile delle relazioni esterne di Fondazione Èbbene. Messinese, 40anni, sposata e madre di due bambine, Elisa Furnari fu una delle prime volontarie in servizio civile in Italia, da allora non ha più lasciato il terzo settore occupandosi soprattutto di sviluppo d’impresa cooperativa prima e di comunicazione sociale poi. Ha curato la comunicazione e gli eventi di molte reti cooperative e della scuola di economia Civile Avolab, è tra i promotori dello Sport for Inclusion network e segue l’esperienza di Fondazione Ebbene sin dai primi passi curandone relazioni esterne, eventi e comunicazione.
«Agire la Prossimità dal 2012 è stata una scelta di senso – ha detto Edoardo Barbarossa, che resterà in Consiglio di Gestione –. È un sogno che forse stiamo ancora vivendo, ma al quale abbiamo dato forma e vita creando la prima Rete nazionale di Prossimità che mette al centro le Persone, la relazione, quella fatta di reciprocità, e il valore della comunità come elementi da cui partire e generare nuova umanità».
«Si chiude un pezzo del mio percorso – ha sottolineato Barbarossa -. Il compito del Maestro è rendere l’allievo il Maestro stesso. Nel Terzo Settore questa voglia, questo desiderio di costruire un’azione collettiva, e mai caratterizzata da individualismo, è la chiave per innamorarci della Prossimità e di una missione fatta di senso».
Votato all’unanimità dall’assemblea l’ingresso al Comitato Scientifico di Simone Castello, segretario generale di Fondazione Mazzola che accompagnerà il board di Èbbene nelle scelte strategiche e nelle interconnessioni con gli stakeholder, insieme ai già componenti Davide Arcidiacono, Rocco Giorgianni, Michele Mosca, Luca Raffaele. Presidente del Comitato Edoardo Patriarca, che ha ricordato in assemblea l’intuizione della
Fondazione Èbbene di costruire un approccio dove le fragilità «sono quelle tonalità che danno cuore e anima alle comunità. Le fragilità infatti non creano eventi di depressione, ma opportunità nuove di rilancio, di rinascita, un nuovo modo per riscoprire l’umano».
L’assemblea è stata seguita da uno spazio di dialogo e confronto su come le Fondazioni possono essere a servizio della Prossimità per costruire futuro, sviluppo e nuove comunità.
Intenso il dibattito che è stato animato Jonny Dotty, Presidente Rete Communia che ha sottolineato come l’azione di Prossimità deve spingere tutti gli attori coinvolti a non «voler soltanto produrre servizi, ma incidere sulla comunità, perché la comunità è colei che non ha risposte ma custodisce le domande. Soltanto attraverso la condivisione di queste domande, di riflessioni intense si costruiscono soluzioni efficaci, soluzioni di senso. Ridisegnare il senso del nostro lavoro, della Prossimità, è questa la sfida che quotidianamente siamo chiamati ad affrontare».
«La Prossimità a servizio delle nuove generazioni per costruire futuro, è qui che si gioca la partita – ha aggiunto Luca Raffaele, Direttore generale di Next – Nuova Economia per Tutti, presente al dibattito. C’è un aspetto particolarmente interessante che sto imparando grazie al percorso condiviso con Èbbene: la capacità di costruire interconnessioni non soltanto con le “grandi” organizzazioni, ma anche con le piccole realtà, quelle che rappresentano il cuore delle comunità. Il modello dell’Hub che Èbbene sta promuovendo fa da sintesi a questa visione, perché non soltanto parla con i giovani e non ai giovani, ma genera un sistema “decentralizzato”, ovvero azionando numerosi accenti sui diversi territori. Il mio augurio a Èbbene è proprio questo: essere sempre promotrice di una Prossimità diffusa e decentralizzata».
«Continueremo a ricercare e sperimentare soluzioni che rendano i territori generativi così come fatto nei primi 10 anni di Fondazione Ebbene – ha concluso Elisa Furnari, nuova Presidente -. Un grazie a Edoardo Barbarossa che ha guidato la Fondazione nei primi 10 anni e che continuerà ad offrire il suo preziosissimo contributo, a lui devo la mia passione per questo lavoro. Nei mesi che verranno daremo ancor più strumenti alle persone, rafforzando le tante partnership avviate e i progetti intrapresi unendo sempre più Filantropia e Prossimità. Cercherò di restare sempre in ascolto delle persone, dei Centri di prossimità, degli Hub, dei tanti operatori e delle realtà che hanno scelto di sposare la nostra missione per rendere ancor più forte questa Rete e accendere nuovi centri di Prossimità».
Un viaggio, quello della Prossimità e della Filantropia, che da 10 anni anima i territori, li rigenera, costruisce progetti di vita e che guarda al futuro, a quello fatto dai giovani appassionati e desiderosi di costruire impatto e cambiamento.