Annibale, l’uomo che fece tremare Roma
Chi era Annibale? Perché Roma lo temeva e lo odiava tanto? Infine perché non attaccò Roma che sembrava battuta irrimediabilmente?
Proverò a rispondere in modo chiaro ed esaustivo a queste domande.
Inizio l’articolo, come di consueto, dall’etimologia del nome Annibale: deriva dal fenicio HANN-I BAAL, tradotto in BAAL HA BENEDETTO.
Baal era uno degli dei del panteon siro-cananeo e fenicio. In Mesopotamia corrisponde a Enlil figlio di Anu cioè “Cielo” supremo.
Annibale nacque a Cartagine nel 247 a. C. figlio di Amilcare, la sua famiglia portava con sé l’appellativo “Barcidi”, dal soprannome Barca (Barak in punico) che significa “fulmine, folgore”. Attribuito ad Amilcare, appunto il padre di Annibale.
Il nostro protagonista ebbe una formazione culturale e militare mista, tra quella tradizionale fenicia e quella di estrazione ellenica che i Barcidi ammiravano fortemente.
Annibale crebbe nell’odio verso i Romani, i quali avevano sconfitto i Cartaginesi nella prima guerra punica, (246-241a. C.) ricordo che tra i territori conquistati da Roma in questo conflitto c’era la Sicilia.
Alla morte del padre Amilcare e del cognato Asdrubale il vecchio, Annibale divenne comandante dell’esercito punico nell’anno 221 a. C. a 26 anni.
Faccio un passo indietro, nel 226 a. C. Asdrubale il vecchio aveva stipulato con i Romani il ” Trattato dell’Ebro”, un fiume nella penisola iberica, il quale funse da confine tra la sfera d’influenza romana quella e punica.
Era chiaro che lo scontro tra i due eserciti era nell’aria, l’interesse di entrambi verso il territorio dell’odierna Spagna era molto forte.
Infatti, quando nel 219 a.C. Annibale attaccò Sagunto ,alleata di Roma, che però era territorialmente fuori dai confini del trattato dell’Ebro, portò i Romani a dichiarare guerra a Cartagine(218 a. C.). Questo evento fu, il cosiddetto, “casus belli”.
Annibale dopo la risposta bellicosa dei Romani, alla fine di settembre del 219 a. C. marciò verso Roma da Gades(Cadice).
Secondo lo storico greco Polibio, al fiume Rodano nella Francia del Sud, Annibale aveva sotto di sé un esercito di 38000 fanti, 12000 cavalieri e 37 elefanti .
Dopo il superamento delle Alpi il Barcide vide dimezzato il suo esercito in 20000 fanti, 8000 cavalieri, gli elefanti morirono quasi tutti.
Le truppe di Annibale erano formate da:
Libi, Iberi, Celtiberi, Mauri, Numidi, Baleari, Liguri(pochi), Galli.
Il grande condottiero punico, secondo lo storico Theodorn Mommsen, è stato il più grande generale dell’antichità, sfidò i Romani i quattro battaglie memorabili:
TICINO, TREBBIA, TRASIMENO, CANNE.
In tutte queste quattro battaglie sbaraglio’ i Romani.
Publio Cornelio Scipione (l’africano),quasi un alter ego di Annibale, in una nemesi storica che si concluderà a Zama come vedremo in seguito, nella battaglia del Ticino era luogotenente, aveva 17 anni, del padre Publio Cornelio Scipione comandante della legione sconfitta da Annibale.
Scipione l’africano era presente anche nella sconfitta romana di Canne, che corrisponde al capolavoro tattico di Annibale. E a questo punto è chiaro che queste due battaglie in cui il giovane Scipione era presente diverranno educative e conoscitive del modo di combattere del generale cartaginese. Il condottiero romano utilizzerà queste esperienze per la resa dei conti in Africa, dove i due grandi generali si scontreranno per l’ultima volta.
Annibale con il suo esercito s’impantano’ nel Sud Italia per circa vent’anni, senza riuscire a battere definitivamente Roma. Fu costretto a tornare in Africa perché Scipione dopo aver preso la Spagna attacco’ Cartagine.
I due generali si trovarono l’uno di fronte all’altro a Zama (vicino Cartagine) nell’ottobre del 202 a. C. dove Annibale fu sconfitto dal più giovane Scipione, soprannominato da quel momento “Africano”. Questa battaglia sancirà la fine della seconda guerra punica.
L’epilogo della vita del grande condottiero cartaginese si snoda attraverso un esilio forzato che lo porta, dopo una breve parentesi nei suoi possedimenti in Bizacena (Libia), a Tiro in Libano, città madre di Cartagine. In seguito si spostò ad Efeso dal re Antioco III re dei Seleucidi.(regno ellenico)
Annibale aiutò Antioco nella guerra tra Roma e il regno Seleucida, la quale finì con una loro sconfitta a favore del forte esercito Romano. Dopo ciò, il punico fu costretto a riparare a Creta per non essere consegnato ai Romani da Antioco, che fu costretto da Roma a tradire il suo alleato.
Plutarco di Cheronea filosofo e storico greco, narra nella sua opera “vite parallele” che il punico si rifugiò dopo Creta in Armenia dal re Artassa I.
Poi continuò il suo viaggio tornando verso occidente, chiedendo asilo e protezione a Prusia re della Bitinia(attuale Anatolia).
I Romani scoprirono che Annibale si trovava in Bitinia e chiesero a Prusia di consegnare il cartaginese, il re bitino accettò la loro richiesta. Annibale quando seppe la notizia si suicido’ con il veleno, da tempo conservato, a Libyssa nel mar di Marmara nel 183 a. C.
Concludo l’articolo con la domanda delle domande, perché Annibale non attacco’ Roma?
Ebbene la risposta è articolata.
I Romani non ammisero mai la sconfitta di Canne, che sarebbe stata quella definitiva, visto che il generale cartaginese aveva annichilito tutte le legioni Romane.
A questo proposito è emblematico ciò che scrisse Ennio, poeta e scrittore romano considerato il padre della letteratura latina, sulla disfatta di Roma: “Memo victor est ni si victus fatere” cioè, “non vi è nessun vincitore se il vinto non lo ammette”.
Alcuni storici, tra cui Giovanni Brizzi, scriveranno nei loro saggi sull’impossibilità di Annibale di attaccare Roma.
La città di Roma era molto difficile da conquistare, quasi impossibile. Aveva delle mura possenti, due legioni urbane e i cittadini dell’Urbe che si potevano armare.
Annibale dopo la vittoria di Canne avrebbe potuto inviare la veloce ed efficace cavalleria Numidica ma, non era abbastanza numerosa e prima di arrivare ad assediare Roma, le staffette Romane che avrebbero annunciato la sconfitta di Canne sarebbero arrivate prima di loro. Lo stesso esercito di Annibale avrebbe avuto notevoli difficoltà per spostarsi verso la città di Roma. Sia per la distanza tra Canne (Puglia) e Roma che è di oltre 400 km, con un esercito adesso diventato imponente e quindi molto lento a muoversi. Infatti il tempo che l’esercito punico, fatto di mercenari, sarebbe arrivato nella città eterna, Roma avrebbe avuto tutto il tempo di organizzare un’adeguata difesa.
In ultimo Roma, in un eventuale assedio, poteva contare sugli alleati del centro Italia e della Campania che l’avrebbero sostenuta in un’eventuale attacco.
Insomma a quell’epoca Roma era inespugnabile.