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Cardilla, la nuova linea di vini di Cantine Pellegrino

Cantine Pellegrino, la storica realtà che dal 1880 è simbolo della viticoltura siciliana di qualità e che da sempre coltiva i più noti vitigni autoctoni originari dell’isola, torna con una nuova proposta che si inserisce nel solco del legame con il territorio e con la tradizione. La linea Cardilla, il cui nome si rifà sia alla contrada vicino a Marsala, sia alla cantina dove questi vini vengono fatti, si compone di sei etichette, tre bianchi e tre rossi. Le uve sono quelle originarie di questa terra – zibibbo, lucido e grillo per i bianchi, frappato, syrah e nero d’avola per i rossi – tutte lavorate con sapienza dalle mani di Gaspare Catalano, uno dei tre enologi specializzati di Pellegrino, dedicato proprio alla produzione di vini bianchi e rossi. Si tratta di prodotti studiati per esaltare le caratteristiche del territorio, la cui unicità si traduce nelle peculiarità distintive di ogni vitigno.
È questo infatti il grande valore aggiunto di Pellegrino, che da sempre studia e ricerca per ogni varietà la zona più vocata, l’esposizione migliore e la giusta altitudine, per poter ottenere nel calice la versione più autentica e meglio rappresentativa della tipologia di ogni vite. Così il nero d’avola si presenta come un rosso di gran carattere, dai profumi intensi e complessi, con note al naso di frutti rossi e violetta che si fondono a sentori di ciliegia. In bocca è fresco, lungo e avvolgente. Il frappato, il più antico e importante dei vitigni siciliani, nel bicchiere diventa un vino dal colore rosso intenso e dai profumi netti di frutta rossa, mescolati a una nota speziata di tabacco e pepe nero. È ideale da servire fresco, per un aperitivo a base di carni rosse e verdure. L’ultimo dei rossi, il syrah, è un vino potente, elegante, con profumi di frutta rossa e amarena e con un finale che vira sulle note speziate di pepe rosa e chiodi di garofano. Un vino perfetto per le cene in famiglia o le grigliate con amici.
Sofisticati e intriganti sono anche i bianchi, a partire dal grillo, vitigno principe della Sicilia, versatile e poliedrico, capace di grandi performance con una spiccata mineralità, freschezza e attitudine all’invecchiamento. Il grillo Cardilla ha un colore giallo paglierino, al naso sviluppa note di agrumi insieme a sentori di gelsomino e fiori di zagara. È un vino elegante, raffinato, perfetto per accompagnare piatti di pesce strutturati come la zuppa di scorfano o le triglie in guazzetto. Lo zibibbo, chiamato anche Moscato di Alessandria, è un vitigno aromatico diffusosi in seguito al dominio arabo in tutta l’area mediterranea, principalmente nell’isola di Pantelleria. Utilizzato normalmente per la produzione di vino passito e dolce, in questa versione secca sviluppa profumi intensi floreali e aromatici, di mela verde, rosa bianca e macchia mediterranea. Si abbina perfettamente al pesce cucinato al sale o alle ostriche. E proprio questo vino, annata 2021, durante la 26 esima edizione del Vinitaly Design International Packaging Competition ha vinto il premio speciale Etichetta GDO, un riconoscimento che testimonia l’attenzione delle Cantine Pellegrino per ogni dettaglio, legato non soltanto ai vini ma anche al loro packaging.
L’ultima etichetta, il lucido o catarratto, è un vino che deriva da un vitigno coltivato storicamente nella zona tra Trapani, Palermo e Agrigento. Nel calice ha un colore giallo paglierino, con riflessi verdolini. Intenso e persistente, al palato ha spiccati sentori di pera ed erbe aromatiche. E’ il vino ideale per dare risalto a primi piatti di pesce o a cruditè.
Lavorati nel pieno rispetto delle caratteristiche peculiari di ogni vitigno, questi vini vogliono essere la celebrazione di quel connubio indissolubile tra vite e territorio, quel concetto tutto francese di terroir che in Sicilia Cantine Pellegrino persegue da sempre. Una filosofia, quella della cantina, improntata all’esaltazione della tipicità e semplicità, della genuinità legata ai valori del mondo agricolo quale è quello del viticoltore, resa evidente anche dalla scelta delle etichette apposte ai sei vini, che rimandano agli strumenti e agli animali simbolo di questo universo ricco di contenuti e testimone di virtù autentiche.
Così l’aratro, simbolo ancestrale del mondo contadino, rappresenta l’attrezzo agricolo più antico e importante per tracciare un solco nella terra e viene associato al nero d’avola, vitigno storico della Sicilia, di grande struttura e con una importante capacità di invecchiamento, capace quindi di lasciare un segno indelebile nel palato di chi lo assaggia.
Al syrah, vitigno a bacca nera di grande robustezza, viene accomunato il trattore, strumento innovativo e di grande potenza, per sottolineare il carattere forte di questo vino, nato da un vitigno francese ambientatosi ormai perfettamente in Sicilia.
Per il frappato, vitigno robusto e generoso, l’accostamento è con l’asino, animale fondamentale in campagna, dall’animo nobile e fidato, proprio come il vino, che nel bicchiere risulta intenso, persistente e avvolgente. Il lucido o catarratto, è associato alla carriola, altro attrezzo fondamentale nell’economia agricola, forte e robusto come il vino derivato da queste uve sa essere. E poi ancora il torchio, per la spremitura a mano delle vinacce, accompagna il grillo, vino simbolo dell’enologia siciliana, da sempre coltivato sull’isola e negli ultimi anni divenuto l’icona dei bianchi. A corredo dello zibibbo invece è stata scelta la bicicletta, simbolo di libertà, gioia e spensieratezza, come è il vino derivato da queste uve, intenso, piacevole e ideale per festeggiare le ricorrenze. Sei vini identitari e autentici, per momenti legati alla gioia e alla serenità.

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