L’olio della Legalità consegnato all’Arcivescovo di Catania
Sono passati quasi trent’anni dalle stragi mafiose di Capaci e via d’Amelio che sconvolsero la Sicilia e l’Italia intera in quel lontano 1992.
Ma il tempo non ha fermato la forza della legalità e l’energia nel coltivare la memoria. E allora ecco un’iniziativa simbolica, quale tappa di avvicinamento al percorso della legalità, in vista del trentennale delle stragi.
Il Questore di Catania Vito Calvino e la signora Tina Montinaro, moglie del caposcorta Antonio rimasto ucciso nell’attentato di Capaci, hanno consegnato l’olio del Giardino della Memoria di Capaci all’Arcivescovo metropolita di Catania Mons. Luigi Renna, che ne farà dono alle diocesi catanesi, affinché quest’olio venga consacrato nella Santa messa crismale del giovedì santo, per essere utilizzato nel corso dell’anno liturgico.
L’olio è prodotto dall’associazione “Quarto Savona 15”, la Onlus fondata da Tina Montinaro, che cura insieme ad altre realtà locali il Giardino della Memoria, uno spazio verde vicino al luogo dove si consumò l’omicidio del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Un Giardino dove sono stati piantati degli ulivi dai ragazzi dell’Istituto superiore “Majorana” e da minori detenuti presso l’Istituto penale per minorenni “Malaspina”, nell’ambito di un progetto, denominato “Laboratorio Giardino della Memoria”, realizzato sotto la supervisione degli ordini professionali degli agronomi e dei forestali della Provincia di Palermo, “l’Olio” è un frutto nato su un luogo che è stato testimone di un’immane tragedia e ha convertito il sangue delle vittime in un segno, un simbolo che assume un valore spirituale di grande importanza, un segnale di speranza e redenzione affinché il sacrificio dei martiri di Mafia non sia stato inutile.
Nell’occasione, l’Arcivescovo ha ringraziato la signora Montinaro per l’opera di sensibilizzazione svolta e per l’alto valore simbolico della sua azione, testimonianza vivente di “resistenza” e di “amore”, valori da trasmettere e diffondere, non solo tra i più giovani, ma anche tra gli adulti, troppo spesso rassegnati all’ingiustizia ed alla violenza.
In tal senso, l’Arcivescovo ha auspicato future iniziative congiunte, rivolte non solo agli istituti scolastici di questa provincia, ma anche al mondo dell’associazionismo.