Morta Lina Wertmuller, prima regista donna candidata all’Oscar
La prima regista donna candidata all’Oscar, il cui vero nome era Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich, si è spenta nella sua casa romana, all’età di 93 anni.
Era nata il 14 agosto 1928 da origine aristocratiche e svizzere, sposata allo scenografo Enrico Job con cui ha adottato la figlia Maria Zulima, aveva girato più di trenta film indimenticabili, come ‘Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto’, ‘Pasqualino settebellezze’, con cui divenne la prima donna aessere candidata come regista all’Oscar nel 1977, ‘Mimì metallurgico’ segnando la storia della commedia italiana.
Nel cinema aveva iniziato come aiuto regista e attrice di Federico Fellini ne “La dolce vita” (1960) e “8” (1962). Il suo esordio come regista arrivò nel 1963 con “I basilischi”. Dimostrava il carattere deciso di chi non ha mai nascosto le sue idee, che fosse l’adesione al Partito Socialista o la rivendicazione dei diritti della donna nel mondo del cinema. “Ho sempre avuto un carattere forte fin da piccola”, raccontava di sé. “Sono stata addirittura cacciata da undici scuole e sul set ho sempre comandato io”. La giovane Lina si sente attratta subito da quel mondo tanto che a diciassette anni si iscrive all’Accademia teatrale di Piero Sharoff e per un periodo è anche regista e animatrice del teatro dei burattini di Maria Signorelli. Il cinema arriva solo dopo un lungo periodo teatrale e poi televisivo in cui è autrice e regista della prima edizione di Canzonissima e di quello straordinario sceneggiato che fu Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista nel ruolo del ragazzino pestifero, un punto di riferimento per intere generazioni fin dalla prima messa in onda nel 1964.
Tra i più grandi successi ricordiamo il famoso film, ‘Mimì metallurgico’ pellicola del 1972, sia l’ambientazione che il set vedono Catania come protagonista: il mare, l’atmosfera e il barocco del capoluogo di provincia, sono gli ingredienti che arricchiscono la pellicola, interamente scritta e diretta dalla compianta regista Lina Wertmüller e due grandi attori del calibro di Giancarlo Giannini e Mariangela Melato. Giannini veste i panni di un operaio catanese, soprannominato Mimì, che perde il posto di lavoro per essersi rifiutato di dare il voto ad un mafioso. L’uomo abbandona la moglie e la città natale per cercare lavoro e si trasferisce a Torino dove ha un figlio da un’altra donna. Quando rientra a Catania con l’amante e il figlio, scopre che la moglie è rimasta incinta di un altro uomo e per vendetta decide di sedurre la moglie dell’amante della sua consorte. Tuttavia per una serie di equivoci sarà incolpato ingiustamente dell’omicidio dell’amante di sua moglie e al momento della liberazione si ritroverà con tre donne e otto bambini da mantenere e sarà così costretto a fare da galoppino elettorale ad un mafioso. Il film presenta diverse scene girate nella città di Catania e tra queste risaltano ancora una volta via Crociferi, Piazza Duomo, la Pescheria, gli interni della chiesa di San Nicolò l’Arena e anche lo splendido chiostro di Levante del Monastero dei Benedettini.
Ricordiamo anche un altro dei suoi più grandi successi memorabili “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto” la pellicola fu scelta dalla rivista “Premiere” come uno dei “100 film che hanno sconvolto il mondo” nel numero di ottobre 1998. Il lungometraggio è tra i «film più audaci mai realizzati», non solo per il linguaggio spinto, ma anche per alcune scene intriganti. Nelle scene sull’isola deserta, tra l’altro, i due protagonisti hanno avuto vari scontri fisici: schiaffi, calci e graffi. La stessa attrice ha raccontato che non si trattava di finzione: «Per due mesi Lina ci obbligava, me e Giancarlo, a pestarci a sangue, come ricorderà chi ha visto il film. E non erano botte tanto finte, da cinema, ma erano sberle, calci, spintoni, slogature vere, si era in pieno realismo e ci sono rimaste le ammaccature e i lividi anche tornati a Roma».
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota, esprime il suo cordoglio per la scomparsa di Lina Wertmüller, “regista e intellettuale di grande finezza, che ha dato vita in tutta la sua prestigiosa carriera cinematografica a film e personaggi indimenticabili”. “L’Italia piange la scomparsa di Lina Wertmüller, una regista che con la sua classe e il suo stile inconfondibile ha lasciato un segno perenne nella nostra cinematografia e in quella mondiale”.