Primati di Sicilia, il Grand Tour
Il Grand Tour, non è un primato prettamente siciliano ma rende l’idea di come fosse considerata la Sicilia in Europa nei secoli passati. Il Grand Tour era il giro d’Europa, inteso come viaggio di formazione, che aveva come meta privilegiata l’Italia e le sue bellezze, e che si diffuse come “moda” tra i giovani aristocratici europei nei secoli XVII-XIX. Coinvolse prima i giovani delle famiglie aristocratiche inglesi e successivamente degli altri paesi europei come i francesi e i tedeschi, tra essi c’erano anche molti artisti, pittori, scrittori eccetera. Mete fondamentali erano le città d’arte ma soprattutto Roma con i suoi resti archeologici e le sue collezioni d’arte e di antiquariato. Anche la Sicilia era una delle mete preferite del Grand Tour anche perché permetteva di ammirare oltre alla magia delle bellezze naturali, il fascino dell’antichità classica greca senza doversi per forza recare in Grecia, allora sotto il dominio turco ottomano. Senza dubbio i taccuini di viaggio e le tele degli artisti che la visitarono tra il settecento e l’ottocento catturarono usi, costumi e paesaggi che in gran parte, ahimè, sono oggi scomparsi.
Vediamo cosa dicevano al termine del Grand Tour alcuni illustri personaggi europei. La migliore descrizione della Sicilia appartiene allo scozzese Patrick Brydone che visitò l’isola dal maggio al luglio del 1770, ecco cosa disse dei siciliani “Tutti sono poeti; e tanto in musica che in poesia, le soavi composizioni d’amore sono dette Siciliane“, Lettera XXII da A tour through Sicily and Malta raccolta di lettere pubblicata nel 1773 e che ebbe grandissimo successo in tutta Europa.
Bellissime parole scriveva lo scrittore e architetto tedesco Friedrich Maximilian Hessemer, nelle sue Lettere dalla Sicilia all’inizio dell’800: “la Sicilia è il puntino sulla i dell’Italia, […] il resto d’Italia mi pare soltanto un gambo posto a sorreggere un simile fiore“.
Johann Wolfgang von Goethe, uno dei massimi spiriti poetici dell’Europa e del mondo, scriveva: “L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto” dal Libro di viaggio in Italia di Goethe «… l’ultimo uomo universale a camminare sulla terra» così lo definiva la scrittrice vittoriana George Eliot. Lo scrittore visitò la Sicilia provenendo da Napoli nel 1787, rimanendone estasiato, definì Taormina “Il più grande capolavoro dell’arte e della natura”. Ritornato poi a Napoli scrisse: “Sono felicissimo di possedere nell’anima, intera e nitida, la grandiosa, bella e incomparabile immagine della Sicilia”.
Altro celebre personaggio, lo scrittore francese Alexandre Dumas padre, autore di capolavori come Il conte di Montecristo e la trilogia de I tre moschettieri, circumnavigò la Sicilia effettuando il periplo dell’isola in barca nel 1835 raggiungendo le Eolie, ne scrisse poi un bel racconto di viaggio dal titolo “Dove il vento suona” in cui descrisse le isole come un paradiso perduto. Tornò una seconda volta in Sicilia, questa volta mettendoci piede, al seguito dello sbarco dei mille, e seguì Garibaldi da Palermo fino a Napoli. Pubblicò due opere ambientate in Sicilia, Pasquale Bruno e Viaggio in Sicilia, e definì Palermo “il paradiso del mondo”.
Altro grande scrittore romantico dell’ottocento che visitò, entusiasta la Sicilia, fu il romanziere francese Guy de Maupassant, che dedicò alla Sicilia due diari di viaggio. Nel primo dal titolo La vie errante del 1890, nel descrivere l’attraversamento da Messina alla volta delle Isole Eolie, inebriato dal profumo di zagara, scrisse: “Le rive della Sicilia e le coste della Calabria esalano un odore così intenso di aranci in fiore, che l’intero stretto ne è profumato”. Nell’altro suo diario di viaggio La Sicilia del 1885 definì l’isola “la perla del Mediterraneo” e “la dimora degli dei”.
A queste meravigliose dichiarazioni d’amore fanno da cornice le tele di illustri artisti, primo fra tutti il pittore francese Jean-Pierre Houël che dedicò alla Sicilia decine e decine di tavole. Houël che fu pittore, disegnatore e incisore arrivò in Sicilia nel 1776 e vi soggiornò tre anni, disegnando molte vedute e paesaggi. Al suo rientro in Francia raccolse i lavori in un libro che ebbe grandissimo successo in tutta Europa dal titolo Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari.