In Sicilia un nuovo tipo di ordinanza: quella elettorale
In Sicilia, terra di insigni giuristi, alcuni anche costituenti, si consolida una nuova tipologia di ordinanze indifferibili ed urgenti: quella elettorale.
Basata su tre elementi: la prossimità di elezioni; la necessità di catturare il voto di opinione; se non ora quando.
Approfittando della circostanza che il Pdc e il Ministro dell’interno non hanno peso politico personale e devono dunque assicurarsi il consenso preventivamente su ogni provvedimento di propria competenza, prendendo così tempo, il Presidente della Regione e il sindaco di Messina hanno ben pensato che il gioco valga la candela.
Pur edotti della illegittimità delle loro azioni (che dunque le loro ordinanze saranno annullate), le preannunciano e in alcuni casi le attuano solo per dimostrare di “avere le palle”, di sapere tirarle fuori diversamente da tanti loro colleghi.
Tutto ciò non sorprende certo quanti da anni seguono la scia di fumo (senza arrosto) di questi personaggi.
A sorprendere è però da tempo la scia di consenso che simili volgarità istituzionali (perché di ciò si tratta) sta avendo soprattutto tra operatori del diritto siciliani, che in molti casi hanno ritenuto di ricambiare con la manifesta approvazione qualche incarico ricevuto o la promessa di riceverlo.
Non mi vergogno per chi calpesta il diritto per ignoranza e approssimazione ma per chi dovrebbe conoscerlo e pretenderne l’applicazione.