L'Opinione

Da grande volevo fare “il posto fisso”

Riflessioni ed esperienze sul concorso Coesione Sud Regione Siciliana. La Sicilia nell’immaginario collettivo è sempre stata una figura mitologica, quasi mitica, circondata da una chimera di distacco dalla realtà che la fa identificare come una sorta di Eden di possibilità lavorative, diverse e superiori, rispetto a qualunque altro impiego presso la pubblica amministrazione regionale. A creare questa immagine, certamente, ha concorso anche la drammaturgia televisiva non in ultimo con la fiction “la mafia uccide solo d’estate” che ha visto un ottimo Claudio Gioè cimentarsi proprio nelle vesti di candidato al concorso tenutosi alla regione a fine anni 70. Lui che svestiti i panni di “Totò U Curtu” era, adesso, un onesto lavoratore che spinto dalle trascinanti parole di Piersanti Mattarella, sulla necessità di rinnovo umano e di indirizzo politico di Palazzo d’Orleans, decideva di fare il concorso alla regione. Erano passati più di quarant’ anni da quel concorsone quando il 6 aprile del 2021, sulla gazzetta ufficiale nazionale, in prima pagina, dopo tanti annunci e tante finte partenze, la Presidenza del Consiglio dei Ministri bandiva una selezione, per personale non dirigenziale, per varie regioni italiane tra cui quella siciliana. I posti a concorso erano ben 497 suddivisi per vari profili. Decidevo anche io di partecipare all’evento, che per tanti anni a venire sarà ricordato come storico per la regione Sicilia, sebbene sia una selezione per un concorso a tempo determinato triennale. Convinto, comunque, a partecipare scelgo un profilo confacente al mio curriculum ed inoltro la domanda digitalmente, seguendo le nuove procedure ministeriale stabilite. Attento per giorni l’esito della prima selezione, che avverrà per soli titoli, e che sancirà l’elenco di coloro che saranno ammessi alla prova scritta, unica prova prevista dal bando concorsuale. Attendo fiducioso gli eventi ma giorno dopo giorno mi rendo conto, una volta di più, che evidentemente in Sicilia sono tanti che “attendono fiduciosi” giacché si registrano un numero esorbitante di domande. Da questo dato empirico capisco che più che una questione di fiducia ormai, forse, è una questione di disperazione. La regione emette un primo elenco degli ammessi alla prova scritta da cui risulto escluso. Sono poco amareggiato giacché la prevalenza dei titoli richiesti e valutati riguardava precedenti collaborazioni con l’amministrazione regionale, che, sebbene sia un titolo di sbarramento e valutazione discutibile, era stabilito nel bando ed andava rispettato. Scorro i nomi dei convocati provenienti da Messina e con somma sorpresa intravedo nomi conosciuti, anche di liberi professionisti della città, alcuni dei quali anche in età avanzata. Penso che anche loro forse avranno subito il fascino del richiamo mitologico di Palazzo d’Orleans e metto una pietra sopra sul mio desiderio. Ma proprio quando mi ero quasi dimenticato dell’evento regionale del secolo ecco che con un colpo teatrale da Roma arriva la svolta. Alla prova scritta si sono presentati meno candidati del previsto, la pianta organica non può essere coperta e, pertanto, si riapre la selezione. Ma questa volta a tutti quelli che hanno inoltrato domanda. Un evento epocale, quindi, vista la mole di partecipanti che ci saranno a questo colpo di coda fatto, in zona cesarini, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma se la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha saputo creare un pathos non indifferente la nostra regione ha in serbo una mossa degna non delle migliori tragedie greche ma delle migliori telenovelas sudamericane. Mentre tutti già si informano sulle coincidenze con Catania, che viene reputata papabile come sede d’esame, ecco che esce, insieme a Catania, proprio il nome che non ti aspetti. Siracusa, la città delle tragedie, sarà la sede aggiuntiva delle selezioni. E mentre tutti pensavamo come andare in treno da Messina a Siracusa io attonito, e quasi con pena, guardando la durata del tragitto ferroviario che da Palermo altri ragazzi come me dovranno affrontare, constato che, ancora oggi, ci sono situazioni per cui per arrivare da una città della regione Sicilia ad un’altra città sempre della regione Sicilia si devono fare quasi 9 ore di treno. Esce intanto il calendario delle date delle prove per cui in ogni giornata di selezione si avranno tre turni, il primo dei quali inizierà alle ore 8.00, e si terrà presso il Centro Fiera del Sud, nome evocativo che fa capire quanto la dirigenza regionale nelle sue scelte organizzative abbia dato il massimo “nella fantasia al potere” che nemmeno Giorgio La Pira avrebbe saputo fare meglio. Una mega-struttura fatta con i fondi europei che, purtroppo, mi dicono risulta ormai chiusa da anni. Purtroppo non ricevo la lettera di convocazione e sebbene mandi due mail non ottengo risposta. Vengo reso edotto, comunque, che basta presentare la documentazione all’ingresso e fare un check-in particolare per risolvere la questione. Faccio il tampone, rigorosamente entro le 48 ore prime della mia fascia d’esame. Sono nel turno delle 13 e di buon mattino prendo il treno per arrivare in loco. Mi reco alla stazione il giorno prima per fare il biglietto ma mi dicono che, poiché c’è una interruzione ferroviaria per lavori sulla tratta, dovrò prendere il treno per Catania e poi un bus delle ferrovie ci porterà a Siracusa. Il treno in questione è quello da poco inaugurato e che porta all’aeroporto di Catania. Un lusso incredibile per noi Messinesi che finalmente abbiamo il treno che va all’aeroporto e possiamo sentirci simili ai milanesi, che ormai poco hanno da vantarsi per quel loro Italo. Salgo sul treno che parte puntuale e mi metto in viaggio. Scorrono i paesi e gli scenari e scorgo i paesaggi decantati nei Malavoglia di Verga. Non ho attinto alla banca dati multimediale pubblicata, in realtà non ho fatto nulla per prepararmi giacché la cabala e la statistica risultano essere le mie uniche speranze di vittoria, visto il numero di partecipanti, oltre ovviamente al “rosario” che ho in tasca. Il treno è nuovo, molto bello e curato. Non scorgo volti a me noti, almeno nella mia carrozza, vedo solo sconosciute mascherine. La sabbia e le rocce della litoranea sono diverse da quelle di Messina. Scorrono i comuni e scorrono i paesaggi fatti di chiese e piazze e di tanti impianti sportivi ormai quasi abbandonati del tutto. Sarà colpa del Covid penso o forse saranno feticci di chissà quale promessa elettorale mantenuta solo in parte. Finalmente arriviamo a Siracusa e lì rimango sconcertato nell’apprendere che la sede concorsuale è a ben 50 minuti di bus dalla fermata ferroviaria. Nel frangente ho conosciuto altri ragazzi che sono diretti anche loro alla fiera del sud e con cui scambiamo tante chiacchiere proprio sui molteplici concorsi pubblici che sono stati banditi fino ad ora. Arriviamo alla sede concorsuale che a livello organizzativo non è male. C’è un bar discretamente fornito ed i punti per il check-in sono abbastanza quindi tutto sommato l’organizzazione va promossa. La prova concorsuale sarà tutta digitale con un tablet personale per le risposte. Pubblica amministrazione tutta 4.0, già nella fase della selezione. Rimango basito dalla grossa mole umana connessa alla organizzazione. In periodo post-covid hostess e stewards in quantità segnalano percorsi e direzioni anti-contagio. Il test ha domande prevalentemente di diritto amministrativo e di contabilità di stato. Finisco la mia prova d’esame ma non posso lasciare l’aula se non quando mi verrà indicato in base alle “direttive guida” per il deflusso in sicurezza. Uscendo guardo il gruppo su Facebook che tanto utile è stato per lo scambio di informazioni e già ci sono i primi commenti. Nelle operazioni di uscita non vedo più i ragazzi con cui sono entrato e mi chiedo come sarà andata loro la prova. Mi fermo al bar per un caffè prima di raggiungere la stazione ferroviaria. Il caffè non è male, unica pecca che i servizi igienici sono fuori servizio e mi chiedo come faranno le tante ragazze che ne avranno bisogno. Fino ad ora tutto aveva funzionato ma si sa che la perfezione è divina, specie al meridione. Arrivo in stazione ed aspetto la mia coincidenza per Messina. Come all’andata bus sostitutivo fino a Catania e treno da Catania a Messina. Sono molto stanco. Ripenso alle domande a cui ho risposto ed a quelle che nel dubbio ho lasciato bianche. Non credo essermi classificato in posizione utile anche perché vista la massa di partecipanti la statistica mi da poche speranze. Non è stata comunque un’esperienza brutta. Faticosa ma piacevole. Domani quando negli almanacchi dei concorsi alla regione si annovererà anche il “concorso coesione sud regione Sicilia” potrò dire che io c’ero. Mi rimangono però alcune riflessioni su tutta l’esperienza soprattutto sullo stato delle nostre ferrovie e su tutta questa organizzazione in generale che alla fine, con la riapertura dei termini, ha portato a cimentarsi questa grossa massa di “capitale umano”. Situazioni anomale di una regione anomala, ma in cuor mio sono fiducioso. I neoassunti per 3 anni serviranno proprio a questo, a risolvere i problemi della nostra amata isola. In 3 anni e con risorse limitate ma alla fine ce la faranno. Auguri, quindi, a chi per tre anni potrà servire Palazzo d’Orleans, auguri in tutti i sensi perché visto il da farsi servirà tanto impegno e speranza. Ma l’importante al sud è crederci. Ma questa è un’altra storia, diversa da quella che ho provato a raccontare che è stata semplicemente la storia del “Concorso Coesione Sud Regione Sicilia”.

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