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Tasca d’Almerita ha ricevuto il “Robert Parker Green Emblem 2021″

Tasca d’Almerita è tra le 24 cantine al mondo, tra le 3 italiane e l’unica siciliana a ricevere il “Robert Parker Green Emblem 2021“, un riconoscimento dato da uno dei più importanti critici del mondo enologico internazionale a chi ha dimostrato sforzi straordinari nella ricerca di pratiche agricole ed enologiche virtuose, guardando alla protezione ambientale a lungo termine e alla tutela della biodiversità.
Il nord, il centro e il sud d’Italia sono rappresentati nell’edizione inaugurale dei premi Robert Parker Wine Green Emblem. Di questi tre territori, però, solo il profondo sud del Paese ha compiuto passi concreti per adottare un modello di agricoltura sostenibile che si applichi a un’intera regione, e non solo a una singola azienda vinicola o a una piccola associazione di produttori. Solo una regione si è sforzata di affrontare i problemi come un collettivo, uno sforzo di gruppo a tutto campo.
La Sicilia, l’isola baciata dal sole nel cuore del Mediterraneo, ha sempre goduto di una sana tendenza all’indipendenza e al pensiero fuori dagli schemi. È la prima regione italiana a sviluppare un protocollo integrato di sostenibilità per le cantine, con un piano d’azione in 10 punti, un comitato scientifico di supervisione e un logo di certificazione che le cantine possono stampare sulle proprie bottiglie. Il programma si chiama SOStain (Save our Soils), ed è stato lanciato nel 2010 dalla famiglia Tasca d’Almerita, una delle più antiche e celebri famiglie di viticoltori dell’isola.
Alberto Tasca d’Almerita ha creato SOStain ed è oggi presidente della fondazione con altri viticoltori siciliani che la pensano allo stesso modo che fanno parte del consiglio di amministrazione. Alberto è stato uno dei primi produttori italiani ad abbracciare il progetto VIVA Sustainable Wine sviluppato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per promuovere migliori pratiche vitivinicole. Come capo della sua azienda vinicola di famiglia, Alberto pubblica il suo Bilancio di Sostenibilità annuale ed è impegnato nell’agricoltura biologica, biodinamica e certificata SOStain nelle sue varie aziende vinicole.
I 10 ingredienti del protocollo di sostenibilità SOStain sono: agricoltura a basso impatto senza diserbo chimico; misurare l’impatto su aria, acqua, vigne e territorio secondo gli indicatori VIVA; piantare colture di copertura per proteggere i suoli in inverno; ridurre il consumo di energia elettrica nella vinificazione a 0,6 chilowattora per litro di vino; realizzare bottiglie di vetro più leggere inferiori o uguali a 485,8 grammi di vetro per bottiglia da 750 millilitri; richiedendo che il 100% dell’uva acquistata, l’80% dei dipendenti e il 50% dei servizi siano di provenienza locale, aderendo alla tutela della biodiversità con la presenza misurabile di lombrichi, farfalle, invertebrati terrestri e impollinatori; utilizzo di materiali ecocompatibili nei vigneti; richiedere un rapporto di sostenibilità di fine anno pubblicato; e sottoporre i vini ad analisi per assicurarsi che i tenori di zolfo siano uguali o inferiori ai valori fissati dal regolamento europeo che disciplina il vino biologico.
Il progetto VIVA Sustainable Wine esamina quattro indicatori per valutare l’impatto ambientale di un’azienda vinicola: aria (emissioni di CO2); acqua (misurazione del consumo di acqua dolce); vigneto (guardando le pratiche di gestione del vigneto e il loro effetto sugli ecosistemi); e territorio, o valutare l’interazione tra uomo, natura e vinificazione.
Il risultato? La Sicilia è oggi il più grande vigneto biologico in Italia, che comprende il 34% di tutti i vitigni biologici del paese.

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