Quale scuola per il futuro?
Alle soglie del nuovo decennio del secolo assistiamo alla necessità di una crescita e di una formazione tecnica specialistica con il riconoscimento dell’importanza di un idoneo orientamento professionale come catalizzatore nell’ambito dello sviluppo delle risorse umane. Queste caratteristiche di efficienza e flessibilità vengono richieste dal mondo imprenditoriale alle nuove leve che debbono essere formate in ambito scolastico. Se è vero che il mondo del lavoro si apre alle nuove strategie che guardano con crescente interesse ai giovani d’oggi è pur vero che i dati raccolti nelle varie ricerche sociologiche mettono in evidenza il costante aumento dell’insofferenza nei riguardi di un sistema scolastico che non garantisce un rapido inserimento nel mondo occupazionale. Se i tradizionali corsi scolastici registrano un decremento degli iscritti lo stesso può dirsi dei corsi professionali. Queste sono certamente cause che rendono complicato un proficuo rapporto tra mondo della scuola e mondo del lavoro. La necessità per i giovani di fare scelte scolastiche oculate nella prospettiva di un futuro inserimento passa, certamente, per il ruolo della scuola che deve diventare catalizzatrice anche delle offerte della formazione professionale revisionando inevitabilmente la legge in vigore e ripensando globalmente i rapporti tra cultura professionale e mondo della scuola. La formazione professionale non deve essere più intesa come una scelta scaturita da “fallimenti precedenti” ma come una scelta di educazione più rispondente alle esigenze del mercato occupazionale. Preparazione tecnica e massima efficienza dovranno essere le formule per arginare il calo degli iscritti nelle scuole, rafforzando la collaborazione fra diversi livelli statali al fine di creare un’economia della scuola basata su progetti di cooperazione con analisi e programmazione. Il parlamento regionale, in tal senso, dovrebbe avviare un’attenta analisi al fine di migliorare i risultati della legge sulla “buona scuola” con particolare riferimento al tempo di insegnamento nelle scuole delle ore di sostegno. Il tempo di insegnamento dovrebbe essere, quindi, adeguato al tempo scuola attraverso moduli flessibili in presenza ed in linea. Il “piano scuola estate” potrebbe essere un ottimo inizio in tal senso.