Economia

Trivelle in Sicilia, tra opportunità e proteste

Un giacimento di “oro nero” potrebbe essere realtà tra breve anche in Sicilia e precisamente nel Canale di Sicilia grazie al sì del Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, che in queste settimane ha firmato i decreti ambientali che prevederebbero un totale di dieci progetti per sfruttare i giacimenti nazionali di metano e petrolio che riguarderebbero la perforazione di più di 20 nuovi pozzi. Il ministro Cingolani ha rilasciato la VIA ( (valutazione d’impatto ambientale) per 11 nuovi pozzi per idrocarburi, di cui uno anche esplorativo.
Se da una parte si studia come poter sfruttare i giacimenti, dall’altra le associazioni ambientaliste di Greenpeace, Lagambiente e Wwf sono sul piede di guerra.
Ovviamente il piano regolatore si dovrà integrare con la pianificazione marina imposta dalla Unione Europea, i trattati internazionali sul mare, direttive e decreti.
Al largo tra Gela e Licata, a circa 30 chilometri dalla costa, l’Eni perforerà il giacimento di metano Lince 1.
Oltre al Canale di Sicilia, in questi giorni è stato dato il via libera ambientale alla perforazione di un pozzo nel giacimento Calipso dell’Eni molto al largo di Ancona, mentre al largo di Comacchio e del delta del Po la compagnia Po Valley ha conseguito il via libera per sfruttare il giacimento Teodorico. L’Eni perforerà il giacimento Donata al largo di San Benedetto del Tronto e Alba Adriatica e quattro pozzi e saranno posate le condotte di collegamento di un paio di chilometri per collegarsi alle tubature già esistenti e far arrivare a terra il metano.

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