Sanità

Coronavirus Italia, scende l’Rt: verso il cambio di colore. La Sicilia rimane rossa

Scende sotto l’1, dopo cinque settimane consecutive di aumento, l’indice RT settimanale che si attesta allo 0.97. È quanto emerge dalla bozza del report stilato dall’Iss. Possibile il cambio colore delle Regioni, per il quale si attendono le ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza. Sarà l’indice di contagiosità ad influenzare la colorazione. Secondo le regole dell’ultimo Dpcm, sopra l’1 si finisce in Zona Arancione, mentre la Zona Rossa scatta con l’indice maggiore di 1.25. Ben due le settimane con Rt inferiore all’1 necessarie per passare al giallo. Ad influire sarà anche il tasso di incidenza, a tener conto di tutto la cabina di regia con la triade Comitato tecnico-scientifico, Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità.

Ecco come potrebbe andare a finire, dopo il monitoraggio settimanale, tra giallo, bianco, arancione e rosso ora che il livello di rischio si è abbassato. “Sono 4 le Regioni/Province autonome con una classificazione di rischio alto (erano 11 la settimana precedente): – si legge nella bozza del reportSicilia, Sardegna, Umbria e Provincia autonoma di Bolzano. Sono 11 con rischio moderato (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Pa di Trento, Puglia, Valle d’Aosta, Puglia e Veneto) e 6 con rischio basso (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria e Toscana)“.

Rischio alto per la terza settimana consecutiva con la previsione di misure specifiche per “una Regione (Umbria) e una Provincia Autonoma (Bolzano)”. Sicilia e Puglia hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2. Le altre hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario di tipo 1. La Lombardia torna a chiedere la Zona Arancione ma attende il responso dal Tar del Lazio sulla Zona Rossa decisa dal Governo. Il Trentino “rischia” (si fa per dire!) la Zona Bianca dove gli spostamenti sono liberi e i contagi pressoché azzerati con le strutture ospedaliere che fronteggiano a dovere l’emergenza sanitaria. Rimane fermo l’obbligo di mascherina all’aperto e al chiuso, il distanziamento interpersonale di almeno un metro, il divieto di assembramento e l’obbligo di disinfettare le mani prima di entrare nei locali e in caso di contatti con le persone. Possibile giallo per la Toscana, il che costituirebbe una riconferma dell’attuale Zona in vigore con il rientro al 50 per cento nelle scuole superiori e contagi contenuti grazie alla riorganizzazione dei trasporti.

Ancora rosso per Alto Adige e Sicilia a partire dalla settimana scorsa e, nel rispetto della legge, per un totale di due settimane. Il Cts teme la voglia di libertà delle Regioni che entra spesso in rotta di collisione con l’eccesso di prudenza in ambito scolatistico. Lo ha fatto sapere il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo, anche Coordinatore dell’Ufficio Promozione e integrazione del Servizio nazionale della protezione civile del Dipartimento della protezione civile.

Dovrebbero riconfermarsi Arancioni per essere entrati in quella Zona la scorsa settimana: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Anche se, a detta del presidente della Regione Toti, la Liguria meriterebbe la Zona Gialla). Non dovrebbe attuarsi il passaggio al giallo per le Regioni Veneto, Calabria ed Emilia-Romagna, che la scorsa settimana erano Arancioni. Potrebbero,invece, riconfermarsi gialle, la Basilicata, la Campania, il Molise e la Sardegna.

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